lunedì 10 febbraio 2020

pc 10 febbraio - COMUNICATO DELLO SLAI COBAS SC SULL'ASSEMBLEA DI ROMA SUL 'PATTO D'AZIONE'


L'assemblea nazionale dell'8 febbraio promossa dal Si.Cobas con la proposta di un “Patto d'azione” unitario contro la repressione ha visto una buona partecipazione di oltre un centinaio di compagni di diverse realtà, sindacali, movimenti di lotta, organizzazioni politiche, provenienti da varie città.
Nell'introduzione è stata spiegata la ragione dell'assemblea e le proposte in discussione. Si sono poi aperti subito gli interventi che in generale hanno raccontato la repressione in corso, con numerosi esempi, hanno raccontato le lotte che l'hanno originata e hanno segnalato il ruolo e l'incidenza dei Decreti sicurezza, individuandoli, in generale, come un salto di qualità diretti a colpire le avanguardie e attivisti di lotte innanzitutto, ma estesa a tutti i lavoratori, i migranti, le donne, i precari, disoccupati in lotta.
In particolare vanno segnalati gli interventi dei disoccupati napoletani, dei rappresentanti del Si.cobas, delle varie anime del movimento di lotta per la casa di Roma, Bologna, dello Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto, di realtà di lotta della Toscana e delle organizzazioni politiche di opposizione (Pap, Pcl, ecc.)
Tra questi interventi, importanti e seguiti con grande partecipazione sono stati quelli dei braccianti migranti, sostenuti da Campagne in lotta, provenienti dal foggiano, che hanno illustrato la loro lotta dura e prolungata e la forte repressione individuale e collettiva, negazione dei documenti, con tutto quello che ne consegue per perdita e ricatti sul lavoro, allontanamenti, ostacoli per casa, permessi di soggiorno, ecc. Negli interventi hanno però espresso una forte determinazione a continuare la lotta.
Così come è stata sentita la voce e l'appello dell'organizzazione di Soccorso rosso proletario ad integrare nella piattaforma la solidarietà e il sostegno a tutti i detenuti per le lotte sociali e ai prigionieri politici.
E' stata adottata la battaglia per Nicoletta Dosio, recependone la sua importanza.
Negli interventi si è espresso il nesso tra crisi/sfruttamento e repressione; così come si è sottolineata la continuità attraverso i diversi governi dell'azione repressiva dei padroni e dello Stato.
Tutti gli interventi hanno concordato sostanzialmente sul “Patto d'azione”.
Alcuni hanno proposto una giornata nazionale di lotta. Tutti hanno concordato sulla abolizione dei Decreti sicurezza di Salvini e denunciato e respinto le proposte di modifica-cosmesi dell'attuale governo.
Diversi interventi hanno denunciato il ruolo dei sindacati confederali nel contrasto e repressione delle lotte.
Non sono mancate, però, posizioni confuse circa l'opposizione politica e il ruolo dei partiti politici dentro il vecchio e il nuovo governo nell'attuale fase. Su questo, solo lo Slai cobas per il sindacato di classe ha parlato esplicitamente di fascismo padronale e moderno fascismo, non riferito certo solo a Salvini.
Così, solo alcuni interventi hanno analizzato la situazione politica favorevole per le contraddizioni delle forze politiche borghesi che possono far vincere la battaglia per l'abrogazione dei Decreti sicurezza.
La larga maggioranza ha respinto l'idea e la possibilità di un uso delle istituzioni o delle “percentuali da prefisso telefonico” delle partecipazioni elettorali ai fini di questa battaglia.

C'è da dire, però, che insieme alla giusta esigenza di non ridurre il tutto alla proposta di un'ennesima manifestazione nazionale né a scadenze più o meno risolutive, così come di discutere e radicare sui territori e posti di lavoro le proposte e realizzazione del Patto, è venuta una conclusione generica e senza impegni collettivi e militanti reali, senza formalizzazione organizzata del Patto; questo è stato rinviato ad una discussione internet, ad assemblee territoriali prive di fatto di convergenza, decisione e organizzazione realmente collettive.
Negativa comunque è stata la non decisione su una giornata nazionale di lotta che sarebbe stata un segnale forte, un impegno concreto, una verifica reale, una indicazione chiara del tipo di dibattito e ruolo delle stesse assemblee locali. Così come non ha trovato risposta l'appello a visibilizzare l'intervento unitario, solidale delle forze in campo, di fronte a repressioni gravi in luoghi di lavoro e città, per concretizzare la coscienza effettiva di quello che vuol dire “se toccano uno toccano tutti”, e il processo orizzontale di unità delle lotte - questione che ha posto fortemente lo Slai cobas sc nel suo intervento, insieme alla necessità di contrastare apertamente un messaggio di impossibilità attuale di fare blocchi, lotte serie, rispondendo invece con l'elevamento, estensione della lotta, così come con un approccio diverso nei processi.
Ugualmente vi è stato silenzio sulla questione dei detenuti di lotta e prigionieri politici.
E' mancata poi da parte degli organizzatori la volontà di recepire gli elementi di denuncia e proposte che venivano da altre realtà di lotta per inglobarle sia in un quadro articolato della repressione sia in un quadro possibile di avanzamento della battaglia generale, facendo restare alla fine sul campo solo la, sicuramente grossa, repressione al Si.Cobas.

Naturalmente concordiamo che questo è un percorso, una “maratona” come è stato detto, e che i limiti attuali possono e devono essere affrontati e sciolti strada facendo.
Ma certo una determinazione più concreta e agente e un discorso più unitario avrebbe dato più forza alla proposta dell'assemblea e al lavoro in corso.

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