mercoledì 31 luglio 2019

pc 31 luglio - Contratti di lavoro fermi, salari in frenata… la crisi continua a scaricarsi sulle spalle dei lavoratori e delle masse popolari


nonostante le mille chiacchiere del governo moderno fascista e ingannapopolo sulla ripresa economica i dati sfornati dallistat sono chiarissimi: milioni di operai aspettano il rinnovo del contratto e il salario è di fatto sceso negli ultimi anni!

Il governo Salvini/Di Maio, come tutti i governi della borghesia e dei padroni, fa pagare la crisi alle masse popolari, agli operai e a tutti i lavoratori

“già a partire dal 2008 la capacità di spesa dei consumatori ha subito una drastica riduzione, e ad oggi il saldo risulta ancora negativo, con una perdita complessiva del potere d’acquisto dei cittadini del -6,6% in 10 anni.” dice il codacons

È urgente e necessaria una battaglia per l’aumento dei salari

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Frenano i salari, i prezzi corrono alla stessa velocità
A giugno le retribuzioni contrattuale si sono mosse come l'inflazione, in crescita dello 0,7% annuo
26 luglio 2019

Milano - nonostante l'inflazione sia lontana dagli obiettivi della bce, quel poco di crescita dei prezzi registrato in italia basta per appaiare la dinamica dei salar. A giugno la crescita annua delle retribuzioni contrattuali orarie si ferma allo 0,7%, dice l'istat. Un risultato più che dimezzato rispetto a maggio (+1,6%).

Si tratta del livello più basso da dicembre 2017: una brusca frenata che annulla il vantaggio fin qui goduto sui prezzi. A giugno infatti l'inflazione si è attestata allo 0,7%.

La forbice quindi si richiude, con tutto ciò che ne consegue in termini di potere d'acquisto. -era ormai da più di un anno, dal maggio 2018, che retribuzioni e inflazione non si riallineavano.

L'istituto sottolinea che complessivamente, nei primi sei mesi del 2019 la retribuzione oraria media è cresciuta dell'1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2018.

Per quanto riguarda invece i lavoratori coperti dai contratti nazionali, l'istat calcola che sono 5,2 milioni, ossia il 42% del totale, i dipendenti in attesa di un rinnovo: dato in aumento a giugno rispetto al mese precedente quando erano il 39,2%. Tra aprile e giugno si sono registrati due rinnovi contrattuali, un accordo di proroga mentre sette sono scaduti. Alla fine di giugno 2019 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 7,2 milioni di dipendenti (58,0% del totale) e corrispondono al 55,8% del monte retributivo osservato. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine giugno sono 45. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 15,8 mesi. L'attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 6,6 mesi, in aumento rispetto a un anno prima (4,6).
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Comunicato stampa istat

Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali

Tra aprile e giugno si sono registrati due rinnovi contrattuali, un accordo di proroga mentre sette sono scaduti.

Alla fine di giugno 2019 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 7,2 milioni di dipendenti (58,0% del totale) e corrispondono al 55,8% del monte retributivo osservato.
Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine giugno sono 45, relativi a circa 5,2 milioni di dipendenti (42,0%), in aumento rispetto al mese precedente (39,2%).
L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 15,8 mesi. L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 6,6 mesi, in aumento rispetto a un anno prima (4,6).
A giugno l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è in lieve aumento sia rispetto al mese precedente (+0,1%) sia nei confronti di giugno 2018 (+0,7%). Complessivamente, nei primi sei mesi del 2019 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2018.
Con riferimento ai principali macrosettori, a giugno le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,9% per i dipendenti del settore privato (+1,0% nell’industria e +0,5% nei servizi privati) e dello 0,5% per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: attività dei vigili del fuoco (+6,8%); agricoltura (+2,8%) e telecomunicazioni (+1,7%). Si registrano variazioni nulle nel settore dell’energia elettrica e gas, nel commercio, nelle farmacie private e nell’aggregato altri servizi privati.https://www.istat.it/it/archivio/232415

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