mercoledì 31 luglio 2019

pc 31 luglio - Salvini, basta menzogne, dimissioni subito! I rapporti con l'indagato Savoini c'erano anche prima dei rubli: ora spunta anche la missione in Marocco e il giallo dei 150 mila euro


Secondo il Fatto Quotidiano, dopo un viaggio della coppia nel Paese nordafricano nel 2015, il presidente dell'associazione RussiaLombardia avrebbe ricevuto la somma da un funzionario di re Mohammed.

31 Luglio 2019

«Gli interessi in valuta estera di Savoini non sono iniziati coi rubli. Prima dell’incontro al Metropol di Mosca, c’è stato quello a Le Méridien di Parigi. Prima di quella russa, una pista marocchina passata per la Francia»: lo scrive ilFattoQuotidiano in prima pagina, aggiungendo un tassello alla vicenda che coinvolge l’uomo di fiducia di Matteo Salvini.

IL VIAGGIO IN MAROCCO ALLA CORTE DI MOHAMMED VI
«Siamo nella primavera 2016, due anni prima del famoso incontro dell’hotel moscovita. Al centro c’è sempre l’ex portavoce e uomo di fiducia di Matteo Salvini (…). Savoini è seduto in un bistrot di boulevard Pereire, non lontano dall’Arc de Triomphe, con un’altra persona», racconta il quotidiano, «a un certo punto i due si passano fugacemente un plico alto come un pacchetto di Marlboro, fasciato in fogli di giornale. Al suo interno ci sono 150 mila euro in contanti (…) Mezz’ora prima nella sala de Le Méridien Etoile, a due passi dall’Ambasciata del Marocco, hanno ricevuto il prezioso plico dalle mani di Mohamed Khabbachi, ex direttore generale dell’agenzia di stampa nazionale Map, emissario di re Mohammed VI per le attività di lobby su scala europea, Italia compresa (…). L’incontro all’hotel Le Méridien – spiega una fonte – era stato organizzato per definire una lista di aziende italiane da segnalare per futuri appalti in Marocco e per garantire una copertura di stampa favorevole al governo di Rabat. A spianare la strada è stata una missione leghista in Marocco di ottobre 2015, quando Salvini e Savoini vanno alla corte di Re Mohammed dove, tra gli altri, incontrano un magnate della tv e i ministri dell’immigrazione e dei lavori pubblici».

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