Oasi di Belpiano, la protesta dei migranti “a piedi nudi”: «Accoglienza? Non ci danno nemmeno le scarpe»
I cento migranti, ospiti della struttura di Belpiano, a Borzonasca (GE), raccontano la loro storia, la loro vita quotidiana
Borzonasca - Basta poco ad innescare la miccia: la presenza dei politici, una telecamera della Rai, le macchine fotografiche. E i cento migranti ospiti della struttura di Belpiano, a Borzonasca, raccontano la loro storia, la loro vita quotidiana: «Italy good, Belpiano bad».
Sì, l’Italia è un paese accogliente. Belpiano no. Da qui dicono di
volersene andare, anche se in realtà loro, la maggior parte giovani
provenienti dall’Africa, non sa bene con quali prospettive. «Ma non può
essere qua il futuro che immaginiamo», dicono. Mostrando foto delle loro camerate (che sono off limits per i cronisti, così vuole la proprietà, ndr), dove dormono in dieci in pochi metri. Ma facendo anche vedere i segni di una vita che non è semplice: a Belpiano, ieri, pioveva e c’erano poco più di dieci gradi. La maggior parte degli ospiti, al momento della visita del consigliere regionale Matteo Rosso, indossava ciabatte infradito in gomma. In testa, magari, un cappello di lana e per coprirsi un piumino o un giaccone. Ma, ai piedi, infradito.
«Molti non hanno neppure un paio di scarpe», spiegano i pochi che riescono a farsi comprendere, in inglese o con qualche parola di italiano. «Ma quasi nessuno lo sa, perché non c’è chi lo insegni». Eppure i responsabili del centro l’“Oasi”, gestito dalla onlus “Gli Angeli”, diretta dal sacerdote romano don Mario Pieracci, dicono che c’è un insegnante di italiano che fa scuola, e che non manca il mediatore culturale...
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