L'aula magna de liceo "Gramsci" di Ivrea dove si svolge il processo
Secondo l'avvocato Pisapia potrebbero cambiare le sorti del dibattimento. Novità sul talco nocivo: l'azienda l'avrebbe già sostituito nel 1978
Documenti inediti, che potrebbero cambiare le sorti del processo di Ivrea per le vittime dell'amianto all'Olivetti, sono stati ammessi oggi dal giudice Elena Stoppini su richiesta del legale di Carlo De Benedetti, Tomaso Pisapia. Sono 101 documenti che la difesa ha trovato nell'archivio storico di
Olivetti e che - a quanto dice - erano stati analizzati e scartati dalla procura, insieme a carte trovate in un deposito Telecom in strada Settimo, anche queste escluse dall'inchiesta della procura di Ivrea nel corso delle indagini. Si tratta di verbali e di comunicazioni ufficiali che potrebbero rivelarsi importanti per stabilire le responsabilità dei singoli imputati e che, forse, potrebbero anche modificare l'impianto d'accusa nei loro confornti.
Sempre secondo il difensore di De Benedetti tra questa documentazione ci sarebbero testimonianze importanti a proposito del talco, quello che secondo i pm conteneva amianto e che non è stato sostituito fino al 1986 (ma le nuove carte proverebbero il contrario). L'ipotesi è che 14 lavoratori dell'Olivetti esposti al rischio dell'esposizione alla fibra killer contenuta nei materiali per la lavorazione - come appunto il talco - e nelle strutture dell'azienda che non furono tempestivamente bonificate si siano ammalati e in 12 siano deceduti. Mentre i rimanenti 2 sono senza speranza di guarire.
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