Da
repubblica ROMA -
Sui migranti si torna a parlare degli hotspot galleggianti, idea
lanciata per
la prima volta da Matteo Salvini,
leader della Lega. E poi raccolta dal Viminale. Questa volta è il
ministro dell'Interno a tornare ancora sull'argomento. "Siamo
disponibili ad aprire nuovi hotspot, anche galleggianti", ha
rilanciato. Quindi, ha spiegato: "Questo sistema
consentirà di fare le operazioni di identificazione direttamente a
bordo, senza
far fuggire nessuno,
e a questo meccanismo possono contribuire le agenzie umanitarie e
Frontex".
Hotspot galleggianti, Alfano: "Così non fuggono". "C'è una disponibilità assoluta da parte nostra ad aprire nuovi hotspot - ha ribadito - anche perchè ci conviene, e decideremo dove farlo in base alle esigenze". "Questo - ha aggiunto - è in relazione alla nostra proposta di creare hotspot galleggianti alla quale la Commissione Europea ha dato un parere sostanzialmente favorevole pur evidenziando alcune criticità". Il sistema degli hotspot galleggianti, ha spiegato il ministro, "consentirà di fare le operazioni di identificazione direttamente a bordo, e a questo meccanismo possono contribuire le agenzie umanitarie e Frontex".
Il retroscena. Gli hotspot galleggianti non sono una novità. Già il 27 aprile scorso il ministro dell’Interno, Alfano, durante un incontro bilaterale con il commissario europeo per la Migrazione, Dimitris Avramopoulos, aveva accennato a un piano in tal senso: "Stiamo studiando una proposta da presentare all’Unione europea per l’uso delle navi per l’identificazione dei migranti, per poter prendere impronte digitali e dati anagrafici in mare durante i soccorsi. Così – spiegava il responsabile del Viminale – non avremo un posto fisso a terra, creando degli hotspot sul mare".
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