Questo si vede non solo
negli attuali provvedimenti anti operai, anti popolari, dove usano tutti i
mezzi leciti e illeciti e le forzature di regole e procedure per
farli passare – basta pensare alla caterva di decreti di fiducia
imposti su tutte le questioni – e questo non lo fa solo Renzi,
basti vedere la porcata del governo francese Holland/Valls, sulla
loy-travail -; ma nel delirio di onnipotenza che li caratterizza hanno
imparato a cambiare il nome alle cose e a vendere per bianco ciò
che è nero. Per cui le leggi vengono chiamate con nomi che sono
il contrario di quello che sono, vedi le leggi sul lavoro, ecc.
Ma abbiamo parlato di “delirio di
onnipotenza”. E' stata presentata in parlamento un testo di legge
per definire diversamente la legge sul bilancio, la “legge di
stabilità”, e quindi abbiamo l'introduzione dell'”indice di
felicità”. Non è la sola cosa. Si aggiunge il divieto di
emendamenti, e così via.
La cosa è grottesca se non fosse
tragica, e dimostra anche l'autoreferenzialità e il distacco dalle
vite e dal pensiero reale delle masse popolari dei parlamentari, che
rende questo parlamento davvero una campana di vetro estranea e
contrapposta alle masse.
Il fenomeno dell'astensionismo è un
segnale di questa estraneità, ma non è sufficiente.
Quello che serve è spezzare l'intera macchina delle istituzioni della borghesia odierna, di cui il parlamento è pura cassa di risonanza.
Quello che serve è spezzare l'intera macchina delle istituzioni della borghesia odierna, di cui il parlamento è pura cassa di risonanza.
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