sabato 21 maggio 2016

pc 21 maggio - La “mafia agricola” spara al presidente del Parco dei Nebrodi Antoci e Alfano e Renzi fanno gli sciacalli

Alfano, il ministro dell’interno moderno fascista, non perde occasione per mettere in scena lo show dell’uomo forte che interviene rapidamente quando c’è un’emergenza o nasce un problema di “ordine pubblico” e in questo non è da meno del suo capo di governo Renzi.
L’occasione da sciacallo questa volta è l’agguato mafioso cui è scampato il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci: l’auto blindata nella quale viaggiava tra le montagne del Parco, infatti, è stata colpita da pallettoni di fucile calibro 12 da quel che dicono i giornali. Tutto questo sembra “antico”, “vintage” ma è l’attualità, una attualità che molti fanno finta di non vedere, un’attualità fatta di quotidiane minacce, estorsioni, intimidazioni, il perenne pizzo e di tanto in tanto qualche omicidio, insomma come dice l’attuale procuratore di Messina, Lo Forte “controllo del territorio”, e ancora per quanto riguarda questa zona: “Quello che emerge è che la mafia dei Nebrodi sta rialzando la testa. È in fase di espansione…”. Tutto questo alla vigilia delle rituali commemorazioni del 23 maggio, in ricordo della strage di Capaci!


Ma Alfano fa finta di non capire e promette e invia l’esercito, “quaranta uomini in tutto”(!) come riporta la Repubblica e come peraltro richiesto dal presidente della Regione Crocetta. “E’ il giorno dell’anniversario di Giovanni Falcone e non è un caso – dice Alfano – Si tratta di un ulteriore attacco allo Stato. Ma questa volta hanno perso la sfida, una sfida che ci vede accanto ad Antoci. Ancora oggi
siamo qui per dire che lo stato non fa un passo indietro, al limite due avanti”. L’insopportabile gradasso si sente e si vede da lontano, insomma è il giorno in cui Alfano si può fare propaganda gratis! E così i Nebrodi diventano come l’Aspromonte, dice la Repubblica di oggi, per fare come “I Vespri” fa eco lo stesso Crocetta. Le montagne a questo punto ospitano scene forti: “Blitz improvvisi in casolari di campagna e ovili e posti di blocco con uomini in tuta mimetica armati fino ai denti tra Cesarò, San Fratello e Troina in quelle strade dove è avvenuto l’agguato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e che, come dicono molti amministratori locali, sono terra di nessuno” dice ancora La Repubblica.

“Terra di nessuno”? No, terra della mafia (che comprende politici e “colletti bianchi”) che fa affari con i soldi dei finanziamenti europei per la tenuta di allevamenti spesso inesistenti, ecc. ecc.
Poteva Renzi lo sciacallo farsi scappare a sua volta una occasione così ghiotta per fare la sua propaganda? No, e infatti coglie al volo la proposta del commissario del Pd ad Enna e Messina, Ernesto Carbone (è bene ricordare che il PD è commissariato ad Enna a causa del “chiacchierato” “amico dei mafiosi” Crisafulli e a Messina a causa del delinquente Francantonio Genovese) di nominare sul campo Antoci “subcommissario” appunto a Messina ed a Enna. E non importa se Antoci è politicamente vicino a Crocetta che l’ha candidato al Senato con la sua “Lista Crocetta – Il Megafono”.
Le motivazioni espresse dall’esponente del Pd Carbone sono una “scusa non richiesta” e quindi una “accusa manifesta”: “… In zone come queste difficili e complicate, c’è bisogno di uomini della statura di Giuseppe per dimostrare ancora una volta che il nostro partito è in prima fila nella battaglia contro la mafia e il malaffare. Nessuna zona grigia. Il nostro unico interesse è il bene della cosa pubblica…” (GdS 21/5/16). (sott. nostra)
Visto il numero di membri del Pd inquisiti e arrestati queste frasi si commentano da sole! E inoltre sempre il ridicolo: il Pd di Renzi e di questo Carbone sono così attenti a quello che gli succede intorno che delle “qualità” di questo Giuseppe Antoci si sono accorti solo dopo che gli hanno sparato!

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