sabato 9 gennaio 2016

pc 9 gennaio - COLONIA: DE TE FABULA NARRATUR...

Dopo la violenza sessuale di massa a decine e decine di donne a Colonia, ma anche ad Amburgo, Francoforte e altre città della Germania, si scatena la canea razzista imperialista e la guerra dei "valori", insieme a misure attuate o annunciate di blocco delle frontiere o espulsione dei profughi.
Le donne molestate, braccate, offese, stuprate diventano l'occasione per una guerra di civiltà (a parole) e di reazione fascista (nei fatti), come per una sporca battaglia politica della destra, e questa volta accettata da tutti, compresa la sindaca "solidale con gli immigrati", come la Merkel.

A Colonia è avvenuto un fatto gravissimo, e in quelle dimensioni e forme nuovo. Che a capodanno in alcuni paesi europei centinaia, migliaia di uomini, prevalentemente giovani, arrivino dai quartieri della periferia e calino nel centro delle cittadelle imperialiste per rubare, borseggiare, è già accaduto; avviene per esempio da anni nel cuore di Madrid, a puerta del Sol, dopo la mezzanotte quando tantissima gente sta nella piazza a festeggiare.
Non sono profughi, sono nella maggioranza nativi di quei paesi, sono gli abitanti di quelle banlieues, che non stanno solo a Parigi, ma in ogni cittadella imperialista, emarginati, discriminati, poveri, che vedono nel capodanno l'occasione per arraffare ciò che si può. Sono organizzati? Sì e no. Sono tanti che arrivano insieme, a gruppi, ma non si può dire che c'è una unica regia dietro.

Il problema che a Colonia a questo si è unita una bestiale caccia alle donne, le molestie/violenze sessuali di massa, le offese. 

Ma tutti coloro che ora vogliono allontanare da sè, dal rispettoso (verso le donne) occidente si guardino nello specchio.
A Colonia non sono andati in scena solo pratiche e concezioni patriarcali da "terzo mondo" verso le donne, ma queste trovano sempre più l'humus rafforzativo nelle aberranti concezioni di "uomini che odiano le donne" dei "moderni" paesi imperialisti. Trovano il maschilismo/sessismo imperialista, dei "civili" uomini borghesi.
Si tratta di "figli" cresciuti in questo sistema sociale imperialista marcio e imbarbarito, che sempre più produce nella sua fase morente nei confronti delle donne un odio fascista che produce, anche in questo caso a "livello di massa", stupri e femminicidi in quantità elevata, nei loro bei paesi civili e nelle loro belle ed emancipate famiglie.
Ora la polizia, i governi, i giornalisti devono trovare tra gli aggressori per forza i profughi, mentre vengono fuori che nei branchi vi erano anche "puri" tedeschi altrettanto ubriachi e violenti.

Il Manifesto scrive: "...sulla rete circolano inviti a recarsi a Colonia «per difendere le nostre donne». "Nostre", appunto, proprietà del maschio germanico, chiamate a incarnare non la loro libertà, ma i «valori» tedeschi. È da mesi che i media conservatori insistono sul fatto che la prevalenza di giovani maschi di religione islamica tra i rifugiati avrebbe comportato una minaccia per la sicurezza delle donne. Personaggi e forze politiche da sempre attaccati ai tradizionali ruoli dettati dal patriarcato si scoprivano improvvisamente convinti paladini della libertà femminile. E i fatti di Colonia rappresentano il perfetto coronamento di questa campagna...". 

Mentre scrive Pierluigi Battista sul CdS: "Gli uomini che a Colonia si sono avventati come animali sulle donne in festa per il Capodanno volevano punire la libertà delle loro vittime... Consideravano prede da disprezzare e da percuotere le donne che facevano pubblicamente uso di una libertà che gli stupratori e gli energumeni di Colonia considerano inconcepibile, peccaminosa, simbolo di perversione, donne che studiano e lavorano. Che sposano chi desiderano... Che bevono e mangiano in libertà, entrano nei locali, fanno l’amore quando scelgono di farlo... È stato un rito di umiliazione organizzato, coordinato, diretto a colpire quello che oramai comunemente viene definito uno «stile di vita»...
....Con tutte le cautele e il senso di responsabilità che si deve in questo genere di problemi, Colonia ha lo stesso significato di aggressione simbolica dell’irruzione fanatica nella redazione di Charlie Hebdo... 
(E conclude) "...A noi il compito di difenderlo, questo modo di vivere, e di considerare inviolabili le donne, e la loro libertà".

E' una chiamata alla guerra, prima in nome della lotta all'islamismo=terrorismo e ora dell'islamismo=violenza alle "nostre" donne e nostre "libertà". Mandando in scena una propaganda falsa sulle libertà delle donne nei paesi occidentali, una "libertà" sempre più pregna di "moderno medioevo" per le donne, di attacchi ai diritti e dignità delle donne, dall'Italia, alla Germania, agli "ultracivili" paesi nordici, dove perfino i libri danno voce al "pulito" odio fascista verso le donne, e dove albergano i "bianchi" figli nazisti assetati di morte - ricordate la strage di Utøya nel luglio 2011?

A tutto questo come donne rispondiamo:
NON IN NOSTRO NOME!
Non sono questi che possono difendere le donne!

MC del mfpr  

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