E' il lato meno pubblicizzato della spending review e dei tagli annunciati dal Governo. Quello che consente ad un manager di Stato di andarsene dal suo incarico con 3 milioni di euro di buonuscita. E' infatti questa la cifra versata da Fincantieri all'ex dg Mangoni per la risoluzione del contratto.
"E' apparsa la notizia - dice Manganaro - che la Fincantieri pagherà al signor Mangoni il 10 gennaio 2016 ben 3 milioni di euro (buon anno!) come buona uscita dopo le sue dimissioni (si dice per conflitti con l'Amministratore Delegato) e dopo un lungo rapporto di lavoro durato ben 9 mesi.
Mentre l'azienda ed il suo Amministratore Delegato ci spiegano da un anno che non sono più possibili aumenti salariali per tutti i lavoratori, che la concorrenza sul mercato mondiale chiede sacrifici, che per queste ragioni l'Azienda ha disdettato gli accordi sindacali provocando una perdita per operai, impiegati e tecnici da oltre 9 mesi per una cifra che ogni mese pesa fra 80 e 110 euro, si trovano facilmente 3 milioni di euro per un dirigente.
Per ottenere la stessa cifra un dipendente Fincantieri deve lavorare oltre 70 anni e chissà quanto di più per un lavoratore degli appalti! Per il gruppo dirigente di Fincantieri esistono due verità: quella buona per i lavoratori, chiedendo sacrifici, e quella per il consiglio di amministrazione. Sarebbe interessante conoscere l'opinione del Presidente del Consiglio Renzi visto che il governo è proprietario al 70% dell'azienda. Può essere che l'Italia riparta, come ci viene spiegato, ma c'è chi và a nuoto e chi su un panfilo d'oro!"
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