Lo Slai cobas per il sindacato di classe,
come ha dichiarato, sta procedendo ad un'inchiesta parallela per
appurare le circostanze effettive che hanno provocato la morte in
Ilva del lavoratore Angelo Iodice, sia per inchiodare le
responsabilità della direzione Ilva e dell'azienda Global Service
sia per individuare le responsabilità aggiuntive delle OO.SS.
presenti in azienda, Rls - che per noi sono decisive nella lotta
per la sicurezza in fabbrica; sia, infine, per ribadire i punti
della nostra piattaforma che, nonostante silenzi, ostracismi da
parte di tutti, compreso Usb e Liberi e pensanti, è l'unica
alternativa e soluzione parziale alla tutela delle condizioni di
lavoro e di vita nei reparti, in generale e in particolare in
questa fase:
- una
postazione ispettiva permanente all'interno dello stabilimento,
che faccia da deterrente verso l'azienda, che permetta a operai
e rappresentanti sindacali di denunciare direttamente e
pretendere un intervento immediato e che agisca, proprio perchè
all'interno della fabbrica, sotto il controllo operaio;
-
Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in numero
sufficiente per controllare effettivamente i reparti, eletti
fuori dalle liste sindacali, ma dai lavoratori su scheda bianca,
e revocabili, con potere di blocco degli impianti e blocco
legittimo dei lavoratori;
- un
azzeramento degli accordi sindacali in questa materia che
permetta di ricontrattarli, area per area, potenziando gli
organici...
SULLE
CIRCOSTANZE DELL'INFORTUNIO
Ci attendiamo
che Procura (Sebastio) e organi ispettivi siano coerenti con
l'impegno assunto, di chiarire le responsabilità in tempi
brevissimi.
Dalle nostre
informazioni segnaliamo, in aggiunta a quelle già indicate anche
su articoli di stampa, tre problemi:
Primo, era
compatibile che ci fosse un mezzo in movimento mentre operai e il
povero Iodice comunque operavano o dovevano passare sui binari?
Dato che, come sembra accertato, il guidatore del mezzo non era in
condizione di vedere queste altre presenze?
Secondo. Era o non in funzione il segnalatore acustico che potesse
realmente segnalare l'arrivo del mezzo a chi era o transitava sui
binari? E che razza di "segnalatore acustico" è, se in presenza di
rumore permanente esistente nella zona, esso anche se è in
funzione non si può sentire?
terzo. Ancora
una volta, come è nel reparto Mof, segnaliamo che per i mezzi che
transitano sui binari serve costantemente una doppia persona, una
alla guida e una al controllo, altrimenti costantemente quando
questi mezzi sono in movimenti il rischio di incidenti è alto.
Azienda e accordi sindacali hanno in generale escluso questa
doppia presenza, e, quindi, sono responsabili degli incidenti che
avvengono in questo campo; e il ripristino o la creazione di una
doppia presenza - già posta ai tempi della lotta del Mof - è
un'esigenza immediata per cui lottare.
Nelle
circostanze di questo incidente non possono poi essere trascurati
altri fattori.
Non
dimentichiamo mai che è avvenuto mentre si stava riparando i
binari per effetto di un altro gravissimo incidente, per fortuna
senza conseguenze per gli operai, avvenuto pochi giorni prima, che
testimonia lo stato di generale pericolo e insicurezza che si vive
nello stabilimento, che mette a rischio comunque gli operai.
Continueremo
l'inchiesta e segnaleremo con un esposto alla Procura i fatti
ulteriori eventualmente accertabili.
QUALI SONO
STATE LE REAZIONI DELL'AZIENDA E QUALI LE "PROMESSE"
DELL'AZIENDA IN MERITO.
Come al
solito, nulla di nulla; ipocrisie e condoglianze a cui di solito
seguono reticenze, ostruzionismi per l'accertamento della verità e
in alcuni casi anche pressioni affinchè si taccia o si coprano
responsabilità. Temiamo che questo avvenga anche in questo caso.
Alle prime
reazioni si sono aggiunte le dichiarazioni fatte ieri dal nuovo
direttore dello Stabilimento, insediato da Gnudi, Roberto Renon,
che viene da l'Enel e quindi dobbiamo pensare privo di competenze
specifiche nel settore siderurgico. Tutte le nuove nomine sono
scarsamente motivate per criteri, competenze e affidabilità, e pur
dovendo anch'esse essere giudicate sulla base dei fatti, tuttora
sembrano essere all'insegna dei 'cambi di organigramma', di nuove
cordate e di interessi commerciali e finanziari, e non industriali
e siderurgici, nel quadro più generale del confuso programma di
vendita/svendita dell'Ilva.
Ma per restare
in tema, Renon ha dichiarato che la sicurezza sul lavoro nello
stabilimento sarà sempre più prioritaria, ma ha aggiunto che
l'obiettivo principale è di recuperare efficienza e capacità
produttiva, cose che in questa fabbrica hanno sempre significato
più sfruttamento e meno sicurezza.
Poi aggiunge
Renon, che sul tema della sicurezza "saremo inflessibili, anche
per quanto riguarda le procedure"; intendendo però
fondamentalmente i comportamenti operai, dato che Renon stesso,
senza conoscere realmente nè la fabbrica nè le circostanze
specifiche dell'incidente mortale di avant'ieri, già si
autoassolve dichiarando "nell'incidente di giovedì gli impianti
non c'entrano nulla". Con questa premessa non possiamo
assolutamente credere alle "promesse" di Renon circa il carattere
prioritario della sicurezza in fabbrica.
LA
QUESTIONE DECISIVA E' LA RISPOSTA DEGLI OPERAI E DELLE OO.SS. -
MA QUI A PROBLEMI VECCHI SI AGGIUNGONO DI NUOVI.
LA REVOCA
DELLO SCIOPERO FATTA ANCHE DA L'USB.
Detto questo,
la questione decisiva anche dopo la morte di Iodice è come gli
operai e le organizzazioni sindacali affrontano il problema.
E' stato
dichiarato uno sciopero di 24 ore da tutte le OO.SS. interne, a
cui lo Slai cobas per il sindacato di classe ha immediatamente
aderito, nonostante la fiducia negli attuali dirigenti sindacali
interni sia pari a zero. Perchè
quando si muore in fabbrica, la
fabbrica si deve fermare e tutti gli operai che
hanno un minimo di coscienza devono, obbligatoriamente,
scioperare; altrimenti,
come ha detto un operaio: "per un collega morto non avete alzato
la testa".
E c'è da dire
che in generale lo sciopero, questa volta, ha avuto un'adesione
migliore che in altre occasioni. Ma l'adesione sarebbe stata
davvero più alta se non ci fossimo trovati di fronte alla
decisione di Fim, Uilm e Usb di aderire alla richiesta
dell'azienda di revoca dello sciopero in vari reparti.
Questa
decisione è stata sbagliata. I Liberi e pensanti hanno
giustamente scritto: "cosa
non ha funzionato rispetto al passato per spingere quei
sindacati a ritirare lo sciopero nei reparti convertitore e
acciaieria 1, trattamento siviere 1, impianti ossigeno e gas,
gestioni rottami ferrosi e scorie, reparti nei quali in generale
non sono previste "comandate", cioè l'obbligo per i lavoratori
di restare pena la precettazione, al fine di garantire la
sicurezza degli impianti".
Giustamente si
ricorda che in uno sciopero del 2005, in cui l'azienda sollevò
analoghe circostanze, la magistratura, con sentenza marzo 2010, si
espresse rigettando l'istanza aziendale.
L'azienda ha
parlato di "rischio incolumità dei lavoratori e degli impianti
stessi", ma essa stessa aveva volutamente determinato questa
situazione continuando a far colare ghisa. Quindi, in sostanza,
reagendo alla morte dell'operaio con una continuità produttiva che
contava sul fatto che la fabbrica non fosse fermata dallo sciopero
e sul fatto che così poteva far agire il ricatto verso i
lavoratori, e soprattutto l'accettazione di questo ricatto da
parte delle OO.SS.
Per questo non
si doveva accedere alla richiesta di revoca dello sciopero e
l'azienda doveva essere inchiodata alle sue doppie responsabilità.
Sulle
giustificazioni dei "revocatori di sciopero". Su Fim e Uilm non
abbiamo nulla da dire, da sempre accettano tutto ciò che l'azienda
dice e in particolare in occasione degli scioperi con mega
comandate, ecc. ecc.
Invece va
denunciata la posizione e l'ipocrisia dell'Usb e del suo
segretario Franco Rizzo. Questi, quando non erano nelle Rsu,
facevano "fuoco e fiamme", con scioperi prolungati anche oltre
ragione. Oggi, invece, Rizzo parla di "senso di responsabilità",
oggi Rizzo dà credito all'azienda a prescindere: "l'Ilva ha detto
in serata che lo stabilimento aveva addirittura pochi minuti di
autonomia, che si sarebbe fermato, che i danni sarebbero stati
incalcolabili..." (Boom!!). Un difensore meglio di Rizzo l'azienda
oggi non lo poteva trovare.
Rizzo aggiunge
"abbiamo agito per proteggere i lavoratori". Ma era proprio la
serietà dello sciopero che serviva a proteggere i lavoratori e
Rizzo dovrebbe saperlo molto meglio di noi.
Qualcuno ha
pensato di cavarsela affermando - al solito su facebook - : "non
siamo tornati a lavorare per i soldi ma solo per salvaguardare gli
impianti, sarebbe una grande cosa devolvere la giornata in
beneficenza alla famiglia del povero Angelo Iodice". Ma basta con
questa favola della "beneficenza alla famiglia"! già usata
purtroppo in altre occasioni per decisioni sciagurate di
boicottaggio dell'arma dello sciopero - Una cosa è la lotta, una
cosa è il sostegno alla famiglia.
La lotta è
contro il padrone che ha ucciso quella famiglia!
Purtroppo
questa situazione dimostra ancora una volta che in fabbrica non
c'è il sindacato di classe e di massa, necessario a fronteggiare
la questione della sicurezza come tutta la questione Ilva in
questo momento.
Le nuove Rsu
non hanno risolto un bel niente, come avevamo detto dal primo
momento, e la posizione di non contribuire all'organizzazione
sindacale di classe, attraverso lo Slai cobas per il sindacato di
classe, dei Liberi e pensanti fa restare gli operai
disorganizzati, disorientati, confusi, divisi e indifesi,
alimentando l'opportunismo e l'interesse personale che in questa
fabbrica ha già fatto fin troppi danni.
Ma questa
situazione deve cambiare e cambierà! Su questo abbiamo fiducia e
insistiamo con tenacia.
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