mercoledì 3 settembre 2014

pc 3 settembre - Lo Stato borghese al servizio dello sfruttamento razzista denuncia e processa gli antirazzisti a Castelnuovo Scrivia - la massima solidarietà di Soccorso rosso proletario - info-srpitalia@gmail.com

Avvisi di garanzia per il documentario sui braccianti Lazzaro

Avvisi di garanzia per due esponenti del presidio di solidarietà ai braccianti ex Lazzaro: la causa è il documentario in cui i braccianti raccontano le condizioni di sfruttamento cui erano sottoposti
 CASTELNUOVO SCRIVIA - Torna alla ribalta la vicenda dle presidio di Castelnuovo Scrivia a sostegno dei braccianti ex dipendenti dell'azienda agricola Lazzaro, che due anni fa avevano denunciato le condizioni di lavoro massacranti cui erano sottoposti e i salari irrisori con cui venivano retribuiti.

La notizia fresca è l'invio di avvisi di garanzia nei confronti di due attivisti, che hanno ricevuto notifica di chiusura di indagini preliminari nei loro confronti: l'accusa è di avere leso la dignità di Bruno e Mauro Lazzaro, titolari dell'azienda, che sono a processo per sfruttamento. La ragione di indagini è  l'avere realizzato, insieme ad altri, riprodotto e diffuso pubblicamente in tutta Italia ed in diverse occasioni e luoghi, oltre che via internet e social network, il video documentario "Schiavi mai" - Immagini e testimonianze della lotta dei braccianti di Castelnuovo Scrivia". “Ci sarebbe da ridere, se non fosse una vicenda tragica”, commentano al presidio.

“Danno fastidio le testimonianze dirette dei braccianti e brucia che sulla vicenda non cali il silenzio”. Nel video ci sono le testimonianze dei lavoratori stessi, che hanno raccontato più volte le condizioni di lavoro, oltre 12 ore al giorno, solo con l'acqua dei tubi di irrigazione e con pagamenti ridotti progressivamente da 5 a 2 euro l'ora, pochi acconti e molti arretrati non saldati fino a 40.000 euro per lavoratore.
Più volte, gli attivisti del presidio hanno denunciato pubblicamente come tali condizioni lavorative siano diffuse in tutta la Bassa Valle Scrivia: “Non ci fermeremo finchè ai lavoratori non verrà dato ciò che spetta loro e fino a quando non verrà affrontato seriamente il problema del lavoro schiavistico nelle campagne e della rete di connivenze che lo copre”, ribadiscono gli attivisti del presidio.

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