Anche per la Lucchini la situazione resta in negativo e molto dubbia, e riguarda sempre futuro occupazionale, e bonifiche.
Ciò che sembra assodato è la svendita delle due fabbriche alle multinazionali indiane, per l'Ilva, la Arcelor-Mittal - ma in questa settimana è attesa la visita anche del manager della Jindal (nei ritagli di tempo che gli lascerà il mega matrimonio che si tiene a Fasano della figlia del fondatore del colosso delle miniere Zamin); per la Lucchini, appunto la Jindal.
Quella che invece appare chiara è la linea di totale subordinazione alle decisione di padronato e governo dei sindacati confederali, che continuano ad aspettare notizie e piani, lasciando gli operai in una posizione totalmente passiva verso ciò che sta accadendo e accadrà:
Sul fronte del futuro degli stabilimenti,Fim, Fiom, Uilm attendono i piano industriali dei nuovi gruppi, lì dove è certo che, bene che vada, gli indiani si prenderanno solo una parte degli stabilimenti, tagliando posti di lavoro, e mettendo solo quei fondi che servano per andare avanti non certo per risanare realmente la fabbrica; visto che il vero scopo di queste acquisizioni sarebbe di avere una altra porta d'ingresso in Europa, acquisire forza economica sui mercati per battere multinazionali dell'acciaio concorrenti.
Sul fronte della difesa delle condizioni di lavoro e salariali, all'Ilva i sindacati confederali tranquillizzano, facendosi convinti portavoce del governo e della Ministra-padrona Guidi. E non arrivano neanche a fare la richiesta che fanno le aziende dell'appalto e il presidente della confindustria di Taranto: che i loro crediti "siano garantiti dallo Stato"...; a Piombino vanno alla cieca e l'unica "certezza" è la gestione dei contratti di solidarietà.
Mentre sul fronte lavori per le bonifiche ambientali, risanamento impianti, semplicemente tacciono...
Ma anche altri tacciono. In Ilva, dall'Usb agli operai Liberi e Pensanti... E in entrambe le fabbriche una vera scesa in campo degli operai è ancora tutta da costruire, per non essere manovrati dai sindacati confederali in senso aziendalista e quando serve alle aziende e per non sostituire la lotta che serve con la denuncia pietista...
...ma su questo torneremo dopo.
(dagli articoli del Sole 24 Ore del 2.9.14):
Ilva Taranto
«...il gruppo franco indiano Arcelor-Mittal che dopo aver confermato il suo interesse ad acquisire l'azienda, a fine settembre dovrebbe presentare il piano industriale. Piano atteso anche dai sindacati per vedere se conferma livelli di produzione, occupazione e investimenti ambientali per Taranto, condizione posta come prioritaria...E intanto sul prestito ponte che il commissario Piero Gnudi ha chiesto alle banche si attende una schiarita. Saranno 250 milioni e non i 650 chiesti da Gnudi e la prima delle due tranche dovrebbe essere versata la prossima settimana. Lo si apprende da fonti sindacali che ieri hanno incontrato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, per Thyssen. Il ministro, dicono i sindacati metalmeccanici, si è mostrata fiduciosa sullo sblocco del prestito e ha sottolineato che la gestione dell'Ilva sta migliorando e le perdite sono più contenute.
Per gli stipendi ai dipendenti, invece, alla scadenza del 12 settembre sarà saldato quello di agosto, mentre ci sono dubbi sul premio di risultato... L'Ilva potrebbe rinviarla per venire incontro ai fabbisogni dell'indotto e dell'appalto. Non è certo però. I sindacati infatti affermano che il ministro avrebbe detto che l'arrivo del prestito permetterebbe di saldare anche il premio ai dipendenti...
Ma accanto a stipendi e fornitori, ci sono anche le opere dell'Autorizzazione integrata ambientale da mandare avanti. Da alcuni giorni l'Ilva ha un nuovo sub-commissario al posto di Edo Ronchi. Corrado Carrubba, commissario dell'Arpa del Lazio, incontra gli stessi problemi di Ronchi, ovvero come finanziare la bonifica dello stabilimento e pagare i lavori. La legge 116 del 2014 (decreto Competitività) ha migliorato la possibilità di accesso ai fondi sequestrati ai Riva per reati fiscali e valutari, stabilendo che le somme devono essere trasferite a titolo di sottoscrizione di aumento di capitale e che il sequestro sulle somme si converte in sequestro delle azioni o delle quote emesse. Ma in ogni caso il meccanismo ha bisogno di tempo per essere attivato e l'Ilva corre il rischio di accumulare nuovi ritardi...".
Lucchini Piombino
Sajjan Jindal - presidente di Jindal south west – è in Italia, a Fasano
per la precisione, invitato insieme ad altri tycoon indiani al
matrimonio della terzogenita di Pramod Agarwal, fondatore del colosso
delle miniere Zamin. Nel frattempo, i suoi uomini e lo staff del
commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, stanno lavorando
proprio in queste ore alla definizione di una nuova proposta d'acquisto,
da parte della stessa Jindal, degli asset siderurgici toscani. La tensione crescente a Piombino (nei
giorni scorsi un operaio della Lucchini ha digiunato per 48 ore per
attirare l'attenzione sulla vertenza) è alimentata dall'incertezza e dai
dubbi sull'accordo di programma per il futuro occupazionale e delle
aree...
il nodo del contendere non riguarda solo il prezzo offerto dagli indiani (ritenuto comunque troppo basso per potere soddisfare tutti i creditori privilegiati e parte dei chirografi), ma riguarda anche le richieste della stessa Jsw e le condizioni poste come pregiudiziale al closing, relative in particolare alle bonifiche e alla sfera occupazionale.
Jindal avrebbe confermato lo stesso oggetto della precedente offerta
vincolante, vale a dire i tre laminatoi e la logistica portuale. I
margini di trattativa farebbero leva sulle aree: gli indiani sarebbero
disposti a rilevare un perimetro minore (inferiore di circa il 10%)
rispetto all'offerta precedente... Nessuno sforzo di Jsw, infine, per
mettere nero su bianco le prospettive di sviluppo dell'area a caldo di
Piombino: la possibilità di installare un Corex e forno
elettrico per dare continuità alla produzione di acciaio a Piombino
restano solo dei generici scenari elencati dagli indiani. il nodo del contendere non riguarda solo il prezzo offerto dagli indiani (ritenuto comunque troppo basso per potere soddisfare tutti i creditori privilegiati e parte dei chirografi), ma riguarda anche le richieste della stessa Jsw e le condizioni poste come pregiudiziale al closing, relative in particolare alle bonifiche e alla sfera occupazionale.
Il sindacato si attende un'offerta entro questa settimana, ma ribadisce la volontà di dare all'acciaio di Piombino continuità anche nella produzione. «Puntiamo a costruire con la futura proprietà un percorso che preveda il ripristino dell'area a caldo, cercando anche la disponibilità di altri interlocutori – spiega Fausto Fagioli, segretario della Fim –. Chiederemo al Mise un incontro per approfondire questo tema, oltre che per discutere della gestione degli accordi di solidarietà»...
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