Perchè gli operai devono e hanno interesse come classe ad appoggiare la mobilitazione delle donne contro le uccisioni e le violenze sessuali contro le donne.
“124 le donne uccise in
Italia nel 2012, già quasi 50 dall’inizio dell’anno... Gli
assassini sono nella maggiorparte dei casi gli uomini più vicino
alle donne: mariti, conviventi, padri, ex fidanzati, ecc. Sono “gli
uomini che odiano le donne” - dice l'appello per il 6 luglio - “Per
gelosia o per possesso, sempre in disprezzo del nostro essere donna,
chi ci uccide non tollera la nostra autodeterminazione, non ci
considera degne di rispetto, libertà, autonomia, indipendenza...
sempre più donne stuprate, sfigurate con l’acido, molestate,
oppresse, uccise, violentate e umiliate come donne, in quanto
donne...”.
E' un femminicidio
continuo e tale consideriamo anche lo stupro che se non uccide
fisicame
Perchè gli operai devono e hanno interesse come classe ad appoggiare la mobilitazione delle donne contro le uccisioni e le violenze sessuali contro le donne.
“124 le donne uccise in
Italia nel 2012, già quasi 50 dall’inizio dell’anno... Gli
assassini sono nella maggiorparte dei casi gli uomini più vicino
alle donne: mariti, conviventi, padri, ex fidanzati, ecc. Sono “gli
uomini che odiano le donne” - dice l'appello per il 6 luglio - “Per
gelosia o per possesso, sempre in disprezzo del nostro essere donna,
chi ci uccide non tollera la nostra autodeterminazione, non ci
considera degne di rispetto, libertà, autonomia, indipendenza...
sempre più donne stuprate, sfigurate con l’acido, molestate,
oppresse, uccise, violentate e umiliate come donne, in quanto
donne...”.
E' un femminicidio
continuo e tale consideriamo anche lo stupro che se non uccide
fisicamente uccide spiritualmente le donne.
Le uccisioni e le morti
delle donne sono paragonabili per entità, ma sono anche di più,
alle morti degli operai sul lavoro. Come a queste morti si dedica al
massimo un trafiletto di stampa anche le morti delle donne sono
niente per stampa/Tv, Stato, Governo, che invece appena muore un
soldato in Afghanistan o altrove ci riempiono la testa per giorni.
Ma come le morti operaie
non succedono per caso né si possono capire guardando al singolo
infortunio, così i femminicidi e stupri non si tratta affatto di
vicende private o di maschi particolari..
Per questo diciamo a
voi operai: anche se voi vi credete assolti siete lo stesso
coinvolti.
Questa guerra contro le
donne è la punta di iceberg di un humus, concezioni reazionarie,
fasciste, di oppressione che sempre più vogliono coprire come una
coperta fetida e mortale tutto. Questo humus, soprattutto nei periodi
di crisi come questo, è “compagno di strada” degli attacchi ai
diritti di libertà, di emancipazione delle masse, e viene usato per
far meglio passare i peggioramenti generali delle condizioni di vita
e di lavoro e schiacciare la volontà di una società giusta, senza
sfruttamento e miseria di tutti i lavoratori e le masse popolari .
“Gli uomini che odiano
le donne” sono pienamente interni a questo humus, ne sono
miseramente impregnati, e anche dove, e sono purtroppo tantissimi i
casi, gli uomini che uccidono le donne o le stuprano sono parte del
campo dei lavoratori, scaricano sulle donne un odioso quanto
miserevole e falso concetto di “proprietà”, frutto anche di
frustrazioni di chi in realtà come proletari non ha nulla, se non la
propria piccola squallida vita.
Sempre, anche in passato,
in altri periodi storici, il grado di “civiltà” delle donne è
stato cartina di tornasole del grado di civiltà o inciviltà
dell'intera società.
Come, sempre, la
ribellione e la lotta combattiva delle donne ha elevato la coscienza
delle masse popolari, dei proletari ed è diventata una diga alla
barbarie maschilista.
Per questo gli operai o
stanno dalla parte della battaglia delle donne o stanno dalla parte
dei “morti in piedi”, dei potenti, dei padroni, dei governo,
degli Stati che odiano le donne e vogliono fare della loro
subordinazione, del ruolo di grande ammortizzatore sociale della
famiglia, uno strumento per scaricare la loro crisi sulle masse, per
controllare, soffocare la ribellione del proletariato e delle masse;
come dell'imbarbarimento di sfogarsi sulle donne come “oggetto
sessuale”, la perpetuazione di una società morente, in cui deve
ancora stare al potere il marciume berlusconiano.
La lotta delle donne porta
oggettivamente e soggettivamente un bi/sogno e necessità di
rivoluzione contro tutto questo sistema, sia sul fronte economico,
politico sia sull'importante fronte ideologico, con una battaglia
dura di denuncia, “pulizia” anche all'interno delle masse.
Noi odiamo gli “uomini
che odiano le donne”, comunque e dovunque e possano essere operai,
disoccupati ma sono parte della borghesia che va spazzata via!
Gli operai che non hanno
nulla in questa società se non le loro catene, ma che hanno testa
per pensare, devono, anche nell'interesse della loro battaglia di
classe, sostenere e imparare dalla ribellione e dalla lotta delle
donne.nte uccide spiritualmente le donne.
Le uccisioni e le morti
delle donne sono paragonabili per entità, ma sono anche di più,
alle morti degli operai sul lavoro. Come a queste morti si dedica al
massimo un trafiletto di stampa anche le morti delle donne sono
niente per stampa/Tv, Stato, Governo, che invece appena muore un
soldato in Afghanistan o altrove ci riempiono la testa per giorni.
Ma come le morti operaie
non succedono per caso né si possono capire guardando al singolo
infortunio, così i femminicidi e stupri non si tratta affatto di
vicende private o di maschi particolari..
Per questo diciamo a
voi operai: anche se voi vi credete assolti siete lo stesso
coinvolti.
Questa guerra contro le
donne è la punta di iceberg di un humus, concezioni reazionarie,
fasciste, di oppressione che sempre più vogliono coprire come una
coperta fetida e mortale tutto. Questo humus, soprattutto nei periodi
di crisi come questo, è “compagno di strada” degli attacchi ai
diritti di libertà, di emancipazione delle masse, e viene usato per
far meglio passare i peggioramenti generali delle condizioni di vita
e di lavoro e schiacciare la volontà di una società giusta, senza
sfruttamento e miseria di tutti i lavoratori e le masse popolari .
“Gli uomini che odiano
le donne” sono pienamente interni a questo humus, ne sono
miseramente impregnati, e anche dove, e sono purtroppo tantissimi i
casi, gli uomini che uccidono le donne o le stuprano sono parte del
campo dei lavoratori, scaricano sulle donne un odioso quanto
miserevole e falso concetto di “proprietà”, frutto anche di
frustrazioni di chi in realtà come proletari non ha nulla, se non la
propria piccola squallida vita.
Sempre, anche in passato,
in altri periodi storici, il grado di “civiltà” delle donne è
stato cartina di tornasole del grado di civiltà o inciviltà
dell'intera società.
Come, sempre, la
ribellione e la lotta combattiva delle donne ha elevato la coscienza
delle masse popolari, dei proletari ed è diventata una diga alla
barbarie maschilista.
Per questo gli operai o
stanno dalla parte della battaglia delle donne o stanno dalla parte
dei “morti in piedi”, dei potenti, dei padroni, dei governo,
degli Stati che odiano le donne e vogliono fare della loro
subordinazione, del ruolo di grande ammortizzatore sociale della
famiglia, uno strumento per scaricare la loro crisi sulle masse, per
controllare, soffocare la ribellione del proletariato e delle masse;
come dell'imbarbarimento di sfogarsi sulle donne come “oggetto
sessuale”, la perpetuazione di una società morente, in cui deve
ancora stare al potere il marciume berlusconiano.
La lotta delle donne porta
oggettivamente e soggettivamente un bi/sogno e necessità di
rivoluzione contro tutto questo sistema, sia sul fronte economico,
politico sia sull'importante fronte ideologico, con una battaglia
dura di denuncia, “pulizia” anche all'interno delle masse.
Noi odiamo gli “uomini
che odiano le donne”, comunque e dovunque e possano essere operai,
disoccupati ma sono parte della borghesia che va spazzata via!
Gli operai che non hanno
nulla in questa società se non le loro catene, ma che hanno testa
per pensare, devono, anche nell'interesse della loro battaglia di
classe, sostenere e imparare dalla ribellione e dalla lotta delle
donne.
movimento femminista proletario rivoluzionario
7 luglio 2013
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