La catena di episodi gravissimi
verificatesi per responsabilità dell'ENI di Taranto negli ultimi giorni hanno
creato gravi disagi e preoccupazione a tutta la popolazione. La
soglia è stata superata e il verificarsi di questi avvenimenti
chiarisce senza ombra di dubbio che l'ENI non è in grado di
assicurare la sicurezza e la salute in città, che gli organi di
controllo non hanno funzionato e non sono stati in grado di prevenire
questi eventi, che l'AIA concessa all'Eni è una truffa conclamata e
che il carico inquinante sulla città ha superato ogni limite e che,
quindi, esso va contenuto con la battaglia per la messa a norma
dell'Ilva e con il blocco di ogni fonte nociva che possa aumentare il
carico inquinante fuori dall'Ilva.
Lo Slai cobas per il sindacato di
classe invita, quindi, tutte le forze, a partire da quelle già
attive ad una mobilitazione delle dimensioni di quella realizzatesi
in tutto quest'anno nei confronti dell'Ilva, per ottenere il
risultato concreto del blocco del carico inquinante di matrice Eni.
Ma lo Slai cobas per il sindacato di
classe va oltre. Intende denunciare direttamente il Direttore
dell'Eni di Taranto che negando l'evidenza, con arroganza e mancanza
di senso di responsabilità, ha preso in giro apertamente il Comune,
la Commissione comunale che lo hanno incontrato e pretende in maniera
indegna di ritenersi in regola. L'azienda e questo signore in
particolare non possono attentare alla salute e prenderci pure in
giro. Con il suo atteggiamento, questo Direttore, si assume la
responsabilità di non dare altra alternativa che la chiusura
dell'Eni.
Quindi noi chiediamo alla stessa
azienda Eni di rimuovere immediatamente questo signore e alle
Istituzioni locali, sindaco in testa, di smetterla con la politica
delle parole e delle lettere e di emettere invece atti amministrativi
pienamente nelle loro competenze che rappresentino realmente i
cittadini e mettano fine a questo scempio Eni.
Durante tutto quest'anno è stato
ripetutamente sollevata la questione: perchè tutti contro l'Ilva di
Riva – giustamente – e poco o niente nei confronti dell'Eni?
Noi a questa domanda abbiamo sempre
risposto sollevando, sin da tempi non sospetti e documentabile, la
questione Eni su cui pende un esposto in Procura fatto da alcuni
anni. Ma pensiamo che questa domanda sia legittima e getti un ombra
oscura sui legami esistenti tra Eni, organi di controllo,
Istituzioni, e forse qualcos'altro.
Quindi, chiediamo che la Procura faccia
luce, come dice di stare facendo, su tutta questa vicenda. Ma siccome
lo Slai cobas non è abituato a lanciare pietre e a nascondere la
mano, noi denunciamo con assoluta certezza, oltre che le
responsabilità del Direttore Eni di Taranto, quella dei sindacati
Cgil, Cisl, Uil, Ugl dell'Eni, i cui dirigenti provinciali di settori
e parte dei delegati Rsu sono apertamente collusi con l'azienda Eni,
ne coprono le responsabilità in materia inquinante e ne ricavano
benefici e privilegi. Nell'esposto aggiuntivo alla Procura saranno
contenuti i nomi e cognomi esatti di questi signori.
Anche a coloro che nel malinteso senso
di tutela del lavoro pensano che questo lavoro si possa tutelare
lasciando l'Eni di Taranto così com'è, diciamo che si sbagliano,
perchè proprio questa Eni se resta così com'è rischia la chiusura
certa.
Con assoluta chiarezza, inoltre,
dobbiamo dire che non ci hanno convinto assolutamente le
dichiarazioni del Direttore dell'Arpa, Assennato, che da un lato
ammette che nove volte su dieci la causa è l'Eni, ma basandosi su
dei “dovrebbe”, pretende di dire che i gas emessi sono senza
conseguenze sulla salute immediata e futura dei cittadini. A parte
che numerose persone sono già andate in ospedale – e sia sicuro il
Dr. Assennato che di fronte ad un ripetersi di un episodio come
quello dei giorni scorsi, saranno in tanti ad andarci - come fa
Assennato a dire che non c'è danno per la salute? Lo venga a dire
per esempio ai lavoratori del cimitero di Taranto.
Ma ancora più sconcertante è la soluzione che il Dr. Assennato propone: “Un dispositivo messo a punto dal Prof. Gianluigi De Gennaro dell'Università di Bari basato sulle telefonate dei cittadini e sull'intensità dell'odore avvertito in una scala da 1 a 5... il sistema si attiverà in presenza di un certo numero di telefonate che segnalino un odore intenso... a quel punto automaticamente si attiverà la centralina e partirà il campionamento”. Ma siamo su “scherzi a parte”? Assennato prosegue l'opera del direttore dell' Eni di prenderci in giro?
Ma ancora più sconcertante è la soluzione che il Dr. Assennato propone: “Un dispositivo messo a punto dal Prof. Gianluigi De Gennaro dell'Università di Bari basato sulle telefonate dei cittadini e sull'intensità dell'odore avvertito in una scala da 1 a 5... il sistema si attiverà in presenza di un certo numero di telefonate che segnalino un odore intenso... a quel punto automaticamente si attiverà la centralina e partirà il campionamento”. Ma siamo su “scherzi a parte”? Assennato prosegue l'opera del direttore dell' Eni di prenderci in giro?
Queste dichiarazioni di Assennato ci
preoccupano doppiamente perchè confermano che nei rapporti Eni-Enti
di controllo c'è qualcosa che non funziona.
Ci auguriamo che la Procura intervenga,
ma certamente come sempre invitiamo lavoratori e cittadini a non
delegare ai giudici la tutela della propria salute.
slai cobas per il sindacato di classe taranto
slaicobasta@gmail.com
347-5301704
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