Roma, 18 giugno 2012, Nena
News - La Federazione sindacale egiziana (Etuf) è intervenuta oggi a tutela
di decine di manovali egiziani (70 secondo alcune fonti, 90 per altre)
licenziati in Italia senza alcun preavviso dai loro datori di lavoro. Lo ha
riferito all'agenzia di stampa egiziana Mena il capo dell'Etuf, Ahmed Abdel
Zaher. Il sindacalista non ha fornito maggiori dettagli sulle azioni
intraprese in Italia ma ha sottolineato che sarà fatto il possibile per
proteggere questi cittadini egiziani, che hanno anche subito una carica da
parte delle forze di polizia italiane. Un esito che ha generato sdegno e
amarezza in Egitto.La vicenda è quella riferita qualche giorno fa anche
da alcuni media italiani. A Basiano, un paesino della Brianza, i lavoratori
egiziani
impiegati alla "Gartico" (magazzini della catena Il Gigante) sono
stati licenziati senza alcun preavviso per fare posto ad altri lavoratori e
hanno deciso di ribellarsi. Una decisione che ha innescato l'intervento
della
polizia, che si è concluso con diversi feriti.I lavoratori
egiziani, della cooperativa Alma, avevano bloccato l'uscita delle merci dai
magazzini perché di lì a poco - il 20 giugno, giorno di scadenza
dell'appalto con la "Gartico" - sarebbero stati sostituiti dai lavoratori di
un'altra cooperativa, la Bergamaschi. Pagati meno. Si tratta del solito
sistema di scatole cinesi (spesso nelle mani della criminalità organizzata)
che permette alle imprese di aggirare le regole e pagare salari sempre più
bassi.Il contratto nazionale però garantisce la continuità del lavoro in
caso di passaggio da una cooperativa all'altra all'interno di uno stesso
appalto. Ma
la cooperativa Alma, per aggirare la legge, ha chiesto la cassa
integrazione per i suoi lavoratori, fatto che avrebbe permesso alla
Bergamaschi di subentrare liberandosi degli egiziani per far lavorare i suoi
dipendenti. I manovali egiziani non ci sono stati e si sono ribellati,
pagandone le conseguenze. Adesso scatta anche la protesta dei sindacati
egiziani.
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