LIBERA TRADUZIONE DA UN INTERVISTA DEL COMPAGNO BIPLAB DEL NEONATO PARTITO COMUNISTA DEL NEPAL, MAOISTA ALLA STAMPA BORGHESE NEPALESE ONLINE EKANTIPUR. SEGUIRANNO ALTRE INTERVISTE E DOCUMENTI UFFICIALI DEL NUOVO PARTITO IN VIA DI TRADUZIONE.
Scissione o unione è stata la domanda per il
partito maoista per molto tempo dopo l’elezione dell’Assemblea Costituente. Questa
domanda sta per avere una risposta, tre settimane dopo la scadenza
dell’Assemblea Costituente, la fazione “dura” ha dato il via ad un incontro
nazionale di attivisti a Kathmandu sabato (scorso
n.d.r.), un passo che molti vedono come un preparativo per formare un
partito separato (scissione
ufficializzata martedi scorso n.d.r.). Uno degli attori chiave nella
fazione, Netra Bikram Chand “Biplab”ha parlato al Bidushi Dhungel e a Gyanu
Adhikari circa l’imminente scissione nel partito e la via da seguire per i “duri”. Estratti:
Quando
hanno iniziato a differire le linee politiche tra i “duri” e la fazione
“ufficiale”?
Inizialmente, dopo il meeting di Kharipati
nel 2008 quando il presidente Prachanda scelse la linea della repubblica
democratica invece di andare verso una repubblica popolare (janabadi). Ciò non
può essere la linea di fondo per un partito comunista. Può esserlo per il partito
del Congresso o altri, ma per un partito comunista dovrebbe essere la janabadi.
Avevate
queste differenze quando avete deciso di collaborare con i partiti parlamentari
e firmare l’accordo in 12 punti nel 2005?
Eravamo nella stessa barca. Con il governo diretto
del re, concludemmo che sarebbe stato meglio andare verso un sistema politico
dove i rappresentanti del popolo fossero gli attori principali. Essi stessi
conclusero che un sistema che includesse i maoisti sarebbe stato meglio del
governo diretto del re.
Oggi,
sembra che le differenze siano insanabili. La tua fazione ha delle proposte per
mantenervi uniti?
Abbiamo sollevato due cose in particolare:
programma politico e struttura della leadership. Oltre a queste vi sono anche
questioni economiche, ma queste sono secondarie (la fazione dei “duri” ha accusato i principali leader come Prachanda e
Battarhai di corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici e del
partito n.d.r.).
Esattamente
dove differite con la fazione “ufficiale”?
Non importa su cosa, dobbiamo ristrutturare
lo stato, e il processo dovrebbe includere i maoisti. Non intendo poche persone
nel partito maoista. Il processo dovrebbe includere i rappresentanti del
popolo. Pensavamo che l’Assemblea Costituente fosse una buona strada e abbiamo
lavorato senza sosta per quattro anni. Ma l’Assemblea Costituente è stata
sciolta. Ciò prova che trasformare lo stato non è facile.
Siete
nella fase di formare un partito separato. Quale dovrebbe essere la politica di
lavoro di questo partito?
Possiamo parlare di questo solo
dopo aver formato un nuovo partito (si schiarisce la gola e ridacchia). In
questo incontro stiamo discutendo circa la linea politica e la leadership
dell’attuale partito.
Quindi
c’è una possibilità che le due fazioni stiano insieme?
Finchè non facciano una seria
autovalutazione, non è possibile.
Il
vostro presidente ha detto che ha la volontà di dimettersi per evitare che il
partito si scinda.
Adesso dovrebbe farlo. Non
importa fare dichiarazioni su questo. Quando negli incontri a porte chiuse,
egli considera ciò impossibile, ma a Khula
Manch dichiara che lo farà oggi.
Se
non siete contenti di lui, perché non convincete gli attivisti del partito e
sostituite il vostro presidente in un’assemblea generale invece di scindervi?
Non vogliono iniziare questo percorso. Volevamo
avere un’ assemblea generale prima che l’Esercito popolare di Liberazione
fosse ceduto. Da un lato ci dicevano di
si, dall’altra hanno firmato accordi che non erano stati approvati dal partito.
Andare
verso una rivolta è un’opzione che tenete in considerazione?
Bene, non dovremo pensare alle
rivolte come terribili incidenti. Non sono improvvise, e solitamente avvengono
a causa delle politiche di stato. Sono nate dalla partecipazione dirette del
popolo e dalla necessità per il cambiamento. Non sono né impossibili, né sono
fatte facilmente.
Adottare
o no la politica della rivolta è il pomo della discordia tra la fazione dei
“duri” e quella “ufficiale”?
Non è così. La cosa principale è
che vogliamo trasformare lo stato. Specificatamente, vogliamo un cambiamento
nelle leggi. Dovremmo avere leggi basate sulle aspirazioni dei cittadini di
oggi. Ci sono alcune leggi attuali che furono create durante il regime Rana (dinastia che regnava in senso assoluto il
paese dal 1846 al 1951 n.d.r.) e nei primi anni del Panchayat (sistema di governo locale e nazionale
instaurato dopo il periodo Rana rappresentante le classi dominanti in
particolare i capi villaggio feudali nelle zone rurali n.d.r.). la seconda
cosa è l’amministrazione che è conservatrice e vecchia. La terza è l’economia,
che ha bisogno di essere ristrutturata per beneficiare tutto il popolo. Quarto
è andare da una visione unitaria a una federale. Insieme a questo, il sistema
di sicurezza dovrebbe anche essere nuovo.
Pensi
che la fazione “ufficiale” ha abbandonato questa agenda?
Ci rende tristi a volte. Fino a
qualche tempo fa, ci stavano dipingendo come contrari a volere la pace e la
costituzione. Dicevano anche che vogliamo tornare alla guerra di guerriglia.
È falso?
Bene, le loro dichiarazioni
provano automaticamente che non sono pronti ad assumersi i rischi per adempiere
l’agenda del popolo. Questo risponde alla tua domanda precedente, conferma che
hanno abbandonato l’agenda del popolo.
Questa
assunzione di rischio include una politica di lavoro per una rivolta?
Bene, abbiamo sempre detto che se
lo stato nepalese rimane lo stesso, se continua su questa strada, il popolo sceglierà il confronto. C’è una
reale possibilità di consolidare tale rivolta. Se questo accade, siamo pronti a
prenderne la guida. Non c’è necessità per noi di mentire su questo.
Dici
che la rivolta dipende dalla scelta del popolo, ma chi supporterà questa
rivolta nella vostra visione?
Includerà tutta la gente senza
diritti da ogni dove, lavoratori, agricoltori, donne, Dalit, Janajati e
nazionalisti che hanno a cuore la nostra indipendenza. Una rivolta è possibile
solo dopo che tutte queste forze sono unite.
Un
sacco di persone sono ansiose di sapere se entrerete in clandestinità una volta
che il partito si scinderà.
Non abbiamo il desiderio di
andare in clandestinità (ride). Staremo alla luce del sole e convinceremo il
popolo.
Parliamo
dei vicini del Nepal. Ci sono differenze nel modo in cui le due fazioni del
partito maoista vedono Cina e India?
C’è una differenza. La nostra
prospettiva è che entrambi sono nostri vicini ma uno è come un padrone (malik)
e un altro è come un testimone. Questo non può essere. Uno è come un testimone
che guarda dai margini, il comportamento dell’altro è prepotente. Vogliamo che
entrambi siano come amici in un viaggio.
Questo
è un discorso teorico. In pratica, che cambio nelle relazioni volete?
Guarda, ci dovrebbe essere permesso di attuare le politiche di questo paese. Ci
dovrebbe essere permesso di fare le nostre proprie politiche. Ci dovrebbe
essere permesso di risolvere le nostre questioni.
Recentemente
sei tornato dalla Cina. Cosa è successo a Pechino?
Ho parlato di queste cose. Non credo che sia un grande trattativa. La buona volontà dei nostri amici verso di
noi è molto positiva. Hanno detto che in Nepal c’è povertà e non c’è stabilità.
Risolvete questi problemi, vi aiuteremo, hanno detto.
Cosa
ha detto Pechino circa la scissione del partito maoista?
Hanno detto che non dovremmo
scinderci e mantenere il partito intatto
fino a quando è possibile.
Circa
Nuova Delhi. Cosa hanno detto circa la scissione nel vostro partito?
Non sono andato a Delhi per
sentire il loro punto di vista. È intorno a noi, ovunque. Durante le
discussioni, non ho trovato Delhi negativa.
Delhi
come Pechino, vogliono vedere il partito maoista unito?
Si, si. Ancora nessuno dei nostri amici ha suggerito
di dividerci (ride).
Ritornando
alle fazioni, eravate soliti dire che il
processo di pace e la scrittura della costituzione dovrebbero camminare
insieme. Invece l’integrazione dell’Esercito Popolare di Liberazione è proceduta
ma la scrittura della costituzione ha avuto un arresto. Cosa è successo?
Prova che abbiamo ragione. I
nostri amici nel Congresso Nepalese e nell’ Unione Marxista-Leninista e
Prachanda e Baburam erano soliti dire che la costituzione sarebbe stata scritta
non appena la questione dell’Esercito Popolare di Liberazione sarebbe stata
risolta. L’Esercito Popolare di Liberazione ha dato speranza a un sacco di
persone che il cambiamento stava arrivando. Guarda cosa abbiamo ottenuto.
Nessuna costituzione e nessuna ristrutturazione dello stato. Il popolo
è depresso.
La
tua fazione come pensa che il processo politico andrà avanti adesso con tutte
queste ambiguità costituzionali?
Abbiamo fatto la nostra proposta.
Dobbiamo avere una tavola rotonda con un governo ad interim di tutti i partiti.
Qualcuno ha parlato di elezioni e di resuscitare il parlamento. Entrambe
sono medicine scadute.
Anche
l’Assemblea Costituente non potrebbe funzionare in maniera inclusiva. Come
possiamo credere che una tavola rotonda sarà inclusiva?
Se facciamo un lavoro corretto,
questo può essere il nuovo corso. Possiamo avere una nuova costituzione per
mezzo di un nuovo corso.
È
la tavola rotonda scriverà la nuova costituzione?
Si. La tavola rotonda può
funzionare anche come una Camera dei Deputati.
Infine,
come la pensi circa la leadership della fazione “ufficiale”? pensi che abbiano
tradito?
Circa Prachanda e i suoi amici?
Si. Non è solo tradimento, è un maha-tradimento (rafforzativo nel linguaggio nepalese n.d.r.)
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