Comunicato stampa su iniziativa della Rete a Paderno Dugnano
Oggi 4 dicembre, come annunciato nelle scorse settimane, si è svolto il presidio in Piazza della Resistenza (e mai nome fu tanto in sintonia) a Paderno, ad un mese dallo scoppio all’Eureco.
Il tutto preceduto da un breve e mirato attacchinaggio, in particolare nella zona della Stazione -
alla Camera del Lavoro e al Villaggio Ambrosiano (quartiere popolare e multietnico, prima sono arrivati i “terroni” oggi gli immigrati, della cittadina, a ridosso di quella che una volta era il cuore produttivo del comprensorio, e che da anni subisce la “crisi” con la chiusura di tante fabbriche, dove, in particolare, si trovano la Lares e la Metalli Preziosi), che da tempo è nel mirino delle lobby della “munnezza” che vorrebbero costruirvi un nuovo inceneritore, osteggiato da un agguerrito gruppo di associazioni di abitanti. Questo attacchinaggio ha rappresentato una ragione in più, non solo per il presidio odierno, ma una conferma e uno stimolo per il futuro. In pratica abbiamo incontrato curiosità-condivisione-incitamento ad andare avanti-ringraziamenti, dal pensionato – ex operaio dell’Alfa Romeo di Arese - che ha voluto le locandine per metterle dove abita, felice che ci fosse ancora chi parla di operai e delle loro condizioni di sfruttamento, sino alla morte; alla lavoratrice, con figlia al seguito, fermatasi a leggere la locandina che ci faceva i complimenti perché parlavamo della precarietà che uccide o del futuro rubato ai giovani, cose da lei vissute in prima
persona visto che piglia lo stipendio a mesi alterni e con il marito in cassa integrazione; dalla barista che ci permetteva di mettere in vetrina la locandina, e che la rimetteva in bella vista per farla
vedere meglio dai tanti lavoratori, italiani e immigrati, intenti a farsi l’aperitivo.
Il presidio, in piccolo, è stata l’iniziativa che ci voleva e che tanti avrebbero voluto fare. Infatti la Rete ha riempito la piazza davanti la sede del Municipio di striscioni che denunciavano “la precarietà che uccide”; o “ che occorre uno sciopero generale contro le morti da e sul lavoro”; o che chiedevano “Eureco: giustizia per Sergio Scapolan e Harun Zeqiri (striscione poi appeso davanti la
fabbrica).
E’ stata allestita una piccola mostra di articoli che ha rappresentato una sorta di contro-informazione; è stato preparato un banchetto con il materiale che la Rete ha prodotto in questi anni,
materiali legati a lotte o manifestazioni, insomma il coniugare il dire e il fare; dall’impianto audio si è fatto il punto sulla vicenda Eureco, è stata spiegata la settimana di mobilitazione nazionale della
Rete, ponendo l’accento in particolare al processo Thyssen e delle morti degli operai immigrati. Ma il momento più toccante, una manifestazione nella manifestazione, è stato l’intervento del “giovane” (data di nascita 1936) artista (artigiano ama definirsi lui, e ha ragione) Massimo De Vita del Teatro Officina, che ha messo in prosa la testimonianza di un operaio della Thyssen su quel tragico 6 dicembre e le poesie di F. Brugnaro (poeta-operaio) tratte da Petrolkiller di G. Bettin. Un intervento che ha commosso, ma che allo stesso tempo ha dato carica e voglia di lottare. Per un momento sembrava che l’orologio della storia si fosse fermato alla Milano degli anni 60/70, dove cultura dava voce agli operai e gli operai si sentivano dei “cervelloni”, anni in cui la parola Unità tra cultura-mondo del lavoro e popolo non era una bestemmia ma la civiltà che avanzava e che cercava
di spazzare l’inciviltà del profitto.
La presenza della rappresentante del Comitato Immigrati di via Imbonati è stata veloce e fugace, in quanto in contemporanea si svolgeva la manifestazione sotto la Torre, ma è stata altrettanto significativa perché si è creato una specie di gemellaggio tra le due iniziative che si sono parlate a distanza con l’impegno a collaborare in futuro.
Il presidio ha visto la presenza di una ventina di persone: dal presidente-l’ex assesore-l’attuale
capogruppo del PD di Paderno che hanno detto che condividevano l’iniziativa e ai quali è stato risposto che la Rete non pone veti sull’appartenenza ma pone veti sugli incoerenti o peggio ancora “collaborano” con le politiche antioperaie (gli è stato contestato il ritiro della mozione durante il consiglio aperto, meglio chiamarlo farsa, che ha rinviato una presa di posizione contro i dirigenti Eureco alle calende greche), nonostante questo si sono detti disponibili ad ospitare iniziative della Rete (non siamo malpensanti ma riteniamo giusto quanto detto dalle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto “FORTI E GENTILI, FESSI NO”); a rappresentanti di Medicina Democratica che hanno portato il loro striscione; a rappresentanti dei Comitati No inceneritore; del Comitato NoExpo (cs Fornace di Rho e lavoratore Conf. Cobas, delegato RLS, di Cinisello); a delegati CUB di Bergamo; a Mirko Pusceddu (ex operaio Thyssen e dell’associazione Legami D’Acciaio) con militante dei Carc (per lui vale lo stesso discorso fatto a quelli del PD). Ma vogliamo ringraziare i tanti padernesi che sono passati dal presidio e che volentieri hanno preso il volantino e si sono informati.
Vogliamo ringraziare in particolare la giornalista del Giorno/Quotidiano Nazionale che nelle settimane scorse ha fatto una puntuale informazione sulla vicenda Eureco e anche della iniziativa
della Rete, e che oggi ha intervistato chi è intervenuto al presidio e, con l’aiuto del fotografo, ha reso il quadro della giornata.
Rete nazionale sicurezza sui posti di lavoro Nodo Milano/Bergamo
retesicurezzamilano@gmail.com; tel 338-7211377 – 335-5244902
Paterno Dugnano 4 dicembre ‘10
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