L'AQUILA. I familiari delle vittime del terremoto criticano duramente i politici e ne chiedono le dimissioni. La motivazione non ammette repliche: «La commissione Grandi rischi fornì indicazioni fuorvianti ma anche gli amministratori non seppero fare il loro dovere».
La presa di posizione è emersa al termine dell'udienza preliminare sull'inchiesta riguardante, appunto, la commissione Grandi Rischi, quando il presidente della «Associazione 309 martiri dell'Aquila» Vincenzo Vittorini, insieme agli altri componenti, ha convocato una conferenza stampa (nella foto). Nell'incontro con i giornalisti Vittorini ha chiesto le dimissioni del presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, di Stefania Pezzopane ora assessore comunale ma all'epoca presidente della Provincia, e del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Nel mirino anche Daniela Stati, già assessore regionale alla Protezione civile e ora consigliere regionale.
Altri esponenti invitati a dimettersi, l'assessore comunale dell'epoca alla Protezione civile, Roberto Riga, i dirigenti del servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo, Altero Leone, Carlo Visca e Marinello Mastrogiuseppe. L'invito è rivolto, ovviamente, anche ai componenti della commissione Grandi Rischi. Al sindaco, in particolare, si rimprovera di avere affermato solo qualche giorno fa, dopo il convegno «Cahiers de doleance» a Onna, che durante la riunione all'Aquila della Commissione, il 31 marzo 2009, il presidente dell'Ingv, Enzo Boschi, disse: «Mettetevi in mente che non sarà oggi, non sarà domani ma un terremoto forte colpirà L'Aquila».
Secondo Vincenzo Vittorini questa affermazione non risulta riportata nel verbale della commissione. «In ogni caso», ha aggiunto, «il sindaco Cialente ha omesso di riferire questa affermazione alla cittadinanza aquilana che ove recepita, avrebbe potuto salvare vite umane». Ma sembra che Cialente abbia fatto queste dichiarazioni in occasione di una deposizione per l'istruttoria sulla commissione Grandi Rischi, come persona informata sui fatti.
«Taluno dei suddetti rappresentanti al termine della riunione della Commissione grandi rischi del 31 marzo 2009» ha aggiunto il dottor Vittorini, confortato nella sua esposizione dagli altri componenti dell'associazione, «ha addirittura rassicurato la cittadinanza aquilana inducendola così a sottovalutare le pericolose potenzialità degli eventi sismici in atto ormai da sei mesi. I rappresentanti degli enti locali hanno omesso di informare la cittadinanza sui contenuti del cosiddetto Piano di Protezione civile comunale che peraltro non solo non risulta essere stato approvato ma, addirittura monco e incongruo, così come è stato affermato da alcuni consiglieri comunali che ne hanno chiesto il ritiro proprio nel corso della seduta consiliare per l'approvazione».
«Gli amministratori» ha detto ancora Vittorini «non hanno adottato provvedimenti per la salvaguardia dell'incolumità degli studenti aquilani e non, di ogni ordine che frequentavano corsi tenuti in edifici scolastici e universitari gravemente inidonei a garantire la sicurezza e l'incolumità degli alunni esponendo questi ultimi al rischio di morte». Secondo Vittorini, amministratori, dirigenti e tecnici, nonché la commissione Grandi rischi, «hanno agito con negligenza, imprudenza, imperizia e superficialità determinando così la strage della notte del 6 aprile 2009 e quindi devono dimettersi da ogni incarico pubblico ancora oggi ricoperto». Durante l'incontro è stato anche ricordato che se il terremoto ci fosse stato durante l'orario di lavoro le vittime, secondo stime di periti che ricorrono negli atti della Procura della Repubblica, avrebbero potute essere dalle 4mila alle 14mila.
La presa di posizione è emersa al termine dell'udienza preliminare sull'inchiesta riguardante, appunto, la commissione Grandi Rischi, quando il presidente della «Associazione 309 martiri dell'Aquila» Vincenzo Vittorini, insieme agli altri componenti, ha convocato una conferenza stampa (nella foto). Nell'incontro con i giornalisti Vittorini ha chiesto le dimissioni del presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, di Stefania Pezzopane ora assessore comunale ma all'epoca presidente della Provincia, e del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Nel mirino anche Daniela Stati, già assessore regionale alla Protezione civile e ora consigliere regionale.
Altri esponenti invitati a dimettersi, l'assessore comunale dell'epoca alla Protezione civile, Roberto Riga, i dirigenti del servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo, Altero Leone, Carlo Visca e Marinello Mastrogiuseppe. L'invito è rivolto, ovviamente, anche ai componenti della commissione Grandi Rischi. Al sindaco, in particolare, si rimprovera di avere affermato solo qualche giorno fa, dopo il convegno «Cahiers de doleance» a Onna, che durante la riunione all'Aquila della Commissione, il 31 marzo 2009, il presidente dell'Ingv, Enzo Boschi, disse: «Mettetevi in mente che non sarà oggi, non sarà domani ma un terremoto forte colpirà L'Aquila».
Secondo Vincenzo Vittorini questa affermazione non risulta riportata nel verbale della commissione. «In ogni caso», ha aggiunto, «il sindaco Cialente ha omesso di riferire questa affermazione alla cittadinanza aquilana che ove recepita, avrebbe potuto salvare vite umane». Ma sembra che Cialente abbia fatto queste dichiarazioni in occasione di una deposizione per l'istruttoria sulla commissione Grandi Rischi, come persona informata sui fatti.
«Taluno dei suddetti rappresentanti al termine della riunione della Commissione grandi rischi del 31 marzo 2009» ha aggiunto il dottor Vittorini, confortato nella sua esposizione dagli altri componenti dell'associazione, «ha addirittura rassicurato la cittadinanza aquilana inducendola così a sottovalutare le pericolose potenzialità degli eventi sismici in atto ormai da sei mesi. I rappresentanti degli enti locali hanno omesso di informare la cittadinanza sui contenuti del cosiddetto Piano di Protezione civile comunale che peraltro non solo non risulta essere stato approvato ma, addirittura monco e incongruo, così come è stato affermato da alcuni consiglieri comunali che ne hanno chiesto il ritiro proprio nel corso della seduta consiliare per l'approvazione».
«Gli amministratori» ha detto ancora Vittorini «non hanno adottato provvedimenti per la salvaguardia dell'incolumità degli studenti aquilani e non, di ogni ordine che frequentavano corsi tenuti in edifici scolastici e universitari gravemente inidonei a garantire la sicurezza e l'incolumità degli alunni esponendo questi ultimi al rischio di morte». Secondo Vittorini, amministratori, dirigenti e tecnici, nonché la commissione Grandi rischi, «hanno agito con negligenza, imprudenza, imperizia e superficialità determinando così la strage della notte del 6 aprile 2009 e quindi devono dimettersi da ogni incarico pubblico ancora oggi ricoperto». Durante l'incontro è stato anche ricordato che se il terremoto ci fosse stato durante l'orario di lavoro le vittime, secondo stime di periti che ricorrono negli atti della Procura della Repubblica, avrebbero potute essere dalle 4mila alle 14mila.
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