Ieri pomeriggio lavoratori e precari di vari settori insieme a disoccupati hanno partecipato al presidio organizzato dal nodo di Palermo della Rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro contro le morti e gli infortuni sul lavoro che si tenuto è a Piazza Verdi davanti il teatro Massimo.
Uno striscione con su scritto “basta morti e infortuni in nome del profitto”
Esposti diversi pannelli: sulle iniziative che la Rete in questi giorni ha messo in campo da Paderno Dugnano il 4 dicembre, dove 2 operai sono morti a causa di un incendio all'Eureco e altri 7 operai sono rimasti feriti, a Taranto, Ravenna... fino a Torino
sulla situazione purtroppo in aumento, a differenza di quanto dichiara l’Inail, dei morti sul lavoro in Sicilia
un grande manifesto con l’elenco nominativo davvero impressionante degli operai, lavoratori, lavoratrici morti solo nel 2010
la mancanza di sicurezza nelle scuole
la condizione di particolare insicurezza sul lavoro che si lega strettamente alla condizione di ultraprecarietà che subiscono in particolare le donne e gli immigrati.
Padroni e governo per i quali, con provvedimenti come il collegato lavoro o l’attacco allo Statuto dei Lavoratori, la vita degli operai, dei lavoratori vale sempre più nulla devono essere cacciati: con queste parole ripetutamente dette al megafono è stata denunciata la condizione generale dei morti sul lavoro ad oggi nel nostro paese e in particolare in Sicilia, (l’ultimo fino ad ora è di qualche giorno fa! Un operaio del servizio trasporti cittadino); dal nord al sud senza guardare né all’età né al colore della pelle né al genere… Il Sud, dove la mancanza di lavoro “aggravata” ulteriormente dalla crisi, dovrebbe essere condizione di diminuzione del numero dei morti mentre in realtà, ed è la stessa Inail a dirlo riportando i dati del 2009, sarebbero diminuiti gli incidenti in generale ma sono aumentati i morti sul lavoro, +7,7%.
Dopo le manifestazioni della Rete nazionale a Paderno Dugnano, Ravenna e altre città, anche a Palermo è necessario riportare questa battaglia, laddove si continua a morire in agricoltura, nell’edilizia, nei settori delle manutenzioni, ma anche nella poca piccola industria ancora esistente.
Si muore di mancanza di lavoro, come lo studente palermitano suicidatosi all’università di Lettere, di ultraprecarietà applicata ai mille lavori fatti rigorosamente in nero dove il morto sul lavoro è messo in conto e per cui nessuno paga, nessun padrone assassino, altro che morte bianca!
Si muore dopo lunghe malattie come quella causata dall’esposizione all’amianto: a Palermo tantissimi operai hanno dovuto subire per esempio la cosciente irresponsabilità dei dirigenti della Fincantieri che sono in causa.
Per tutti coloro che girano la testa dall’altro lato, che pensano che la questione della sicurezza sul lavoro non li tocca direttamente e quindi non li interessa è stato detto che si tratta innanzi tutto di una battaglia di civiltà che va combattuta fino in fondo e quindi di una battaglia che interessa la comunità nel suo complesso che subisce costi immensi in termini di rapporti umani.
Il presidio si è concluso con l’impegno a continuare nelle iniziative di denuncia, controinformazione e lotta sul piano territoriale per potenziare il lavoro nazionale della Rete al fine della costruzione di una nuova manifestazione nazionale.
E’ stata denunciata anche la non informazione sul presidio da parte dei mass media locali che ancora una volta a Palermo snobbano questo tipo di iniziative costruite dal basso e autorganizzate.
Rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro – nodo di Palermo – 10/12/2010
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