La Camusso, con le dichiarazioni del direttivo Cgil del 2/3 dicembre, prova ad annoversi tra i tanti salvatori del paese in crisi, continua la sua politica di resa al padrone, contribuendo all’isolamento della Fiom e non dice una parola sullo sciopero.
Mentre Marchionne la fa da padrone, è proprio il caso di dirlo, nella lotta contro gli operai della Fiat, mentre gli studenti e i precari dell’università sono a centinaia di migliaia in piazza e segnano una prima vittoria contro la riforma Gelmini e il suo governo, mentre tutte le statistiche dicono che i proletari e le masse stanno progressivamente peggio… la Camusso attende ancora forse le risposte del governo alla sua manifestazione del 27 novembre a Roma! (Una manifestazione di cui non si ricorderà tra poco nemmeno lei.)
Dice la Camusso: “Se siamo di fronte alla crisi della maggioranza parlamentare, esplode, ormai, l’inadeguatezza e la pericolosità, istituzionale e sociale, dell’attuale Governo.
“In verità, questo Governo, oltre ad essere in crisi politica, rappresenta anche una crisi etica, di degrado culturale e della stessa dignità nazionale.”
E cosa chiediamo a fare quindi a questo tipo di governo? Invece di prendere l’iniziativa e fare ciò che è scritto anche nello statuto della Cgil, e cioè difendere i diritti almeno dei propri iscritti, la Camusso pensa a come salvare “il paese” sciorinando una serie di suggerimenti e le spara grosse perché non si dica che loro non lo avevano detto…
“La patrimoniale sui ricchi”, attraverso “il consolidamento del debito pubblico” e cioè una tassa sul patrimonio dei ricchi; ci sarebbe da ridere se come al solito la questione non fosse abbastanza seria. Chiedere a questo governo, o anche a quello che verrà di mettere una tassa sui ricchi significa fare finta di non capire.
“Il varo di una manovra che consolidi il debito pubblico attraverso l’istituzione di una patrimoniale alla francese sulle grandi ricchezze per mettere il paese al riparo dalla speculazione finanziaria”.
Inoltre, la cgil chiede “l’avvio immediato di una discussione pubblica, prima del Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre, che metta a conoscenza le parti sociali e l’intero paese su quanto richiesto dalle regole del nuovo patto di stabilità europeo.”
“La gestione dell’euro da parte della Germania e la speculazione che attacca i paesi del mediterraneo denotano un peggioramento della crisi economica e sociale. Quanto si registra in questi giorni ci impone un aggiornamento nell’analisi della crisi perché temiamo che quanto stia accadendo o possa non fermarsi ai piccoli paesi.”
Un discorso tutto rivolto alla salvaguardia del “sistema paese”, alla stabilità dell’Europa. Due concetti che dovrebbero apparire neutri sottintendendo che se si salva il paese e si salva l’Europa si salvano anche gli operai e le masse popolari!
E nonostante la descrizione di uno stato catastrofico delle cose la leader della Cgil decide di andare avanti con i “tavoli” dove siede la Confindustria per parlare della produttività.
E infatti la ciliegina sulla torta è la posizione della Camusso sulla produttività espressa durante questo direttivo: “Per quanto riguarda il tema della produttività la CGIL ritiene indispensabile agire rapidamente per migliorare la competitività del “sistema Italia”, premessa indispensabile per riavviare la crescita e per aumentare il salario reale dei lavoratori. [Bugiarda conclamata: i lavoratori stanno ancora aspettando la restituzione del fiscal drag! Ma quando la “crescita” ha significato un aumento del salario reale?]
Ogni discorso sulla "produttività" significa nel sistema capitalistico, mettere operai contro operai, precarizzazione del lavoro, indebolimento della classe operaia...
“Occorre traguardare l’eventualità di un’intesa mettendo al centro dell’attenzione generale questo obiettivo, orientando i comportamenti di tutti gli attori politici e sociali. E’ fondamentale intervenire sulla “produttività di sistema” a partire da un piano straordinario contro il lavoro irregolare…”
Un piano straordinario contro il lavoro… della Camusso e dei dirigenti della Cgil, ecco cosa serve davvero agli operai per difendersi dal fiancheggiamento oggettivo dell’attuale cgil a questo governo e questo sistema.
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