Mercoledi 10 NOVEMBRE
ore 9:30 - p.zza del gesù
L’istruzione pubblica sta per essere soffocata e noi studenti stiamo facendo di tutto pur di esprimere il nostro dissenso e la nostra rabbia. Le ultime mobilitazioni di cui siamo stati i protagonisti sono state criminalizzate dai media e represse con forza dalla polizia. Noi non vogliamo dichiarare guerra a nessuno, ma sono le istituzioni che hanno dichiarato guerra a noi; noi pre(te)ndiamo i diritti che ci spettano, i diritti che abbiamo conquistato e che solo per questo vanno difesi con qualunque mezzo. Non possiamo permettere che questi stessi diritti ci siano negati, che ci scivolino via dalle mani o che ci siano strappati via con la forza.
Negli ultimi anni le riforme che hanno investito l'istruzione sono state caratterizzate da pesanti tagli dei fondi. Dietro la retorica della razionalizzazione si nasconde un preciso intento di affossare la scuola pubblica privilegiando altri settori. Altro che mancanza di fondi! I soldi ci sono ma vengono sprecati e bloccati quando il loro investimento non è produttivo per il mercato e per i profitti di pochi. E' l'intero sistema formativo e lo stesso concetto di diritto allo studio che cambiano la loro natura attraverso una gestione sempre più autoritaria.
Gli studenti cercano di esprimere il proprio dissenso, ma come risposta immediata ricevono solo repressione. Ed ecco che fioccano da un lato misure disciplinari all'interno delle scuole, come sospensioni e accompagnamenti, e dall'altro misure repressive in piazza. Hanno dato inizio ad una vera e propria “caccia allo studente” privandoci così non solo del diritto all’istruzione e alla mobilità, attraverso la riduzione di borse di studio, l'aumento del prezzo dei libri e lo smantellamento di tutti quei servizi sociali che dovrebbero invece essere pubblici e per tutti, ma soprattutto spogliandoci della nostra libertà e della nostra dignità.
La scuola si sta lentamente avviando verso un processo di privatizzazione e noi non possiamo fare finta di niente. Dobbiamo svegliarci dall’indifferenza che è la causa principale del degrado che oggi ci troviamo ad affrontare tutti insieme. Viviamo in un paese in cui si dice esista la libera espressione, allora facciamoci sentire, alziamo la voce, lottiamo con entusiasmo. Non lasciamoci intimorire dalle loro minacce, distinguiamoci per la nostra determinazione! È necessario il protagonismo dal basso degli studenti che devono lottare senza delegare ad altri il proprio futuro, prendendo nelle proprie mani ciò che gli spetta e capire che la vittoria delle proprie lotte scorre al fianco delle battaglie e delle conquiste di tutti gli altri (disoccupati, studenti, lavoratori, precari, immigrati).
Il futuro è ancora da scrivere! I diritti non si meritano, si conquistano!
dal sito collettivo autorganizzato universitario - ist orientale napoli
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