mercoledì 10 novembre 2010

pc quotidiano 10 novembre - ist orientale napoli - il movimento degli studenti cresce ... mangiando.. riaperta la mensa

La mensa studentesca dell’Orientale: una storia di sprechi e esternalizzazioni
martedì 9 novembre> Ancora più di 300 persone affollano i locali della ex-mensa... se non basta siamo pronti a rilanciare!


Nel 2005 chiude l’ultima mensa pubblica della nostra città, quella dell’Orientale. La mensa di largo Banchi Nuovi era un simbolo per gli studenti e per i lavoratori a Napoli: un luogo di aggregazione e confronto, partecipatissima e aperta a tutti. Studenti dei vari atenei, lavoratori e docenti si incontravano lì per mangiare, discutere, progettare… Un simbolo, perché è stata una delle tante vittorie dei lavoratori della nostra città che richiedevano non solo occupazione, ma servizi sociali per se stessi e per le generazioni future.

Nel 2005, dicevamo, la mensa chiude. Perché? Forse perché non era “produttiva”?

La mensa dell’Orientale, riaperta nel 1999, serviva quotidianamente tra i 700 e gli 800 pasti, sia a pranzo che a cena e, nei primi anni, anche la domenica. Inutile dire quindi cosa significava per i tanti studenti fuori sede, per i lavoratori del quartiere, per i disoccupati, che con un paio d’euro (o qualche migliaia di lire) potevano usufruire di questo servizio (naturalmente per gli studenti idonei e beneficiari il prezzo era anche più basso o gratuito). La motivazione della chiusura non può quindi essere, anche mettendoci nei panni del buon ragioniere, l’improduttività, questa “parola magica” che ormai è un parametro per la gestione di tutti i servizi sociali, finanche per gli ospedali, e che spesso nasconde altre logiche!

Purtroppo il vero motivo è molto più deprimente e si incrocia con la vita di 60 lavoratori che da 5 anni, ormai, staccano ticket per i ristoranti privati ai quali la Regione Campania regala 5,50€ per ogni pasto (a oggi vengono staccati 150/200 ticket al giorno, ¼ rispetto a quando funzionava la mensa…).

La causa “ufficiale” che ha portato alla chiusura della mensa è stata “una perdita d’acqua”, una perdita facilmente riparabile, frutto di una pessima realizzazione dell’impianto idraulico (questione sollevata dagli stessi lavoratori durante i lavori); ma questa è un’altra storia, una storia di ingegneri, amici di assessori e professori!
Una perdita d’acqua che ha fatto sorridere anche gli ufficiali dell’ASL che, in un sopralluogo due anni dopo, hanno considerato la mensa in perfette condizioni e pronta per essere funzionante, tant’è che la Regione Campania stanzia subito 380.000 euro, destinati esclusivamente alla ristrutturazione della mensa.
Che fine hanno fatto quei soldi? Il Rettore Ciriello non era interessato a ristrutturare la mensa e così, indietro i soldi (almeno così si dice…) e 50 lavoratori sono stati mandati a casa mentre i ristorantini privati servono pasti scadenti e spesso senza alcun controllo sanitario e gli studenti hanno perso un servizio importantissimo e soprattutto un luogo di aggregazione unico nella nostra città.

Ma chi sono i responsabili?

L’elenco è lungo: responsabile è la Regione, che ha sostenuto l’esternalizzazione del servizio mensa ed è disposta a pagare di più ogni singolo pasto, pur di non assicurare la manutenzione di un edificio di proprietà dell’Università e lo stipendio a 60 dipendenti (il blocco delle assunzioni del ’93 per impiegati regionali, rende ancor più complicata la situazione degli ex-lavoratori mensa, tutti specializzati nella ristorazione e quindi difficilmente “mobilitabili” e riassumibili).

Responsabile è il Rettore Ciriello, che ha deciso che quei locali dovevano essere destinati ad altro. Ma a cosa? Alla biblioteca unificata forse? Sono passati ormai 5 anni e per adattare dei locali mensa a biblioteca è necessaria una spesa più che ingente! Responsabile è l’attuale Rettrice Viganoni, che quando è stata eletta ha proclamato: “Mensa e alloggi per gli studenti”. Ancora bugie!

Responsabili sono i dirigenti ADISU, quelli eletti dall’Orientale, e gli amministratori. Un plauso e una citazione particolare merita il prof. Serra, che è riuscito a far spendere decine di migliaia di euro per la costruzione di un centro multimediale nella sede dell’ADISU Na2; un centro mai aperto e i cui computer, lungi dall’essere installati, marciscono nei locali della cucina della mensa.

Insomma, si sbandiera tanto la “razionalizzazione” delle risorse, ma qui siamo di fronte al più classico degli sprechi di risorse! Degli esempi di perfetto connubio tra logiche di mercato, esternalizzazioni (che cozzano contro i reali bisogni degli studenti), e la più becera cattiva amministrazione, il più classico dei “magna magna”.

Abbiamo dato fiducia alla combriccola, seppur sempre con un po’ di sospetto… abbiamo atteso la riapertura della mensa, la creazione di alloggi per gli studenti, di spazi per studiare, una fornitura decente di materiali didattici nelle nostre biblioteche, lo stanziamento di fondi per borse di studio e per dottorati di ricerca.

Ora basta, siamo stanchi di sentirci rispondere che il problema è la crisi, che la colpa è dei tagli; siamo stanchi di sentir scaricare le colpe sempre più in alto e sempre più lontano! Siamo stufi della barzelletta dei buoni professori o i buoni amministratori amici degli studenti che hanno le mani legate per colpa dei cattivi.

Le cose vanno in una direzione opposta a come la immaginiamo e chi si proclama dalla parte degli studenti è il primo pronto a voltar loro le spalle.

Noi viaggiamo in un’altra direzione, ostinata e contraria. Non ci aspettiamo più niente e siamo, più che mai, pronti a riprenderci ciò che ci spetta e scrivere a caratteri cubitali il nostro futuro sulle macerie della vostra pochezza.

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