IMMIGRATI E PROTESTE
I commercianti: siamo provati
da bsnews.it
In piazzale Battisti la situazione è calma, in città no. Continua a Brescia la protesta dei sei immigrati sulla gru, ancora isolati da un cordone delle forze dell'ordine dopo 12 giorni di protesta a 25 metri d'altezza. Mentre un piccolo presidio di sostenitori dei sei è riunito all'altezza della chiesa del Carmine. Ma la polemica cresce ogni giorno di più. E stavolta a prendere posizione contro i sei sono i commercianti del centro storico, che hanno chiesto un incontro all'assessore Maurizio Margaroli per "denunciare" un significativo calo degli affari a causa della protesta. I danni al momento non sono quantificati, ma potrebbero essere significativi. Sommandosi ai 300mila euro che, secondo la Loggia, sarebbero già stati persi dalla città a causa dell'occupazione del cantiere.
DI SEGUITO IL COMUNICATO DIFFUSO IN SERATA DALLE ASSOCIAZIONI DEI COMMERCIANTI E DALL'ASSESSORE MARGAROLI
La protesta degli immigrati sulla gru di piazzale Cesare Battisti sta mettendo a dura prova la resistenza della società civile, non insensibile alle rivendicazioni di chi è disperato e senza prospettive ma, nello stesso tempo, preoccupata che la protesta possa degenerare in modo irreparabile.
In questi giorni i commercianti e tutti gli operatori della zona, tra cui molti esercenti extracomunitari, sono stati costretti all’isolamento dal resto della città, vedendo compromessi i loro interessi, ma soprattutto il cammino verso la convivenza civile e l’integrazione responsabile avviata da qualche tempo, non solo nel centro storico.
Per questo motivo Maurizio Margaroli, assessore all’Industria, artigianato e attività produttive, e il Comitato per la promozione e lo sviluppo della competitività di sistema delle imprese e l’innovazione del sistema distributivo locale, che riunisce i rappresentanti di tutte le sigle associative, fanno fronte comune chiedendo l’immediata cessazione della protesta e la discesa degli immigranti dalla gru, prima che sia messa a repentaglio la loro stessa vita. I diritti rivendicati dai manifestanti non sono tali di fronte alla legge, ma reale è la mortificazione che la città, ingiustamente, sta subendo agli occhi della società tutta.
Brescia e i bresciani hanno sempre accettato il confronto leale e costruttivo con chi ricerca un’integrazione vera e senza prevaricazioni. Poteva essere tale anche in questa occasione, per questo si auspica che la ragionevolezza prevalga sulla ostinata volontà di chi vuole trasformare Brescia in uno sterile campo di battaglia.
Mercoledì 10 Novembre 2010, ore 14.43
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