La nostra azione come compagne Mfpr e lavoratrici Slai Cobas per il sc nell’importante 8 marzo/sciopero delle donne di quest’anno ha avuto al centro in particolare due realtà.
Da un lato quella delle lavoratrici, delle operaie che vivono una situazione oggi più pesante di perdita dei posti di lavoro, di differenze enormi salariali, di mansioni, di negazione di diritti anche basilari, di discriminazioni, di violenza anche nei posti di lavoro, di scarico su di loro di tutto il lavoro di cura e domestico in famiglia..., una condizione di sempre più sfruttamento e oppressione dei padroni, del governo, oggi con a capo la fascista Meloni, di questo sistema sociale; ma che a fronte di tutto questo resistono, lottano in modo coraggioso e determinato, non si fermano, o vorrebbero lottare…
Dall’altro quella delle donne palestinesi che oggi fino in fondo sono il simbolo dell’oppressione più atroce delle donne di questo sistema sociale capitalista e imperialista, ma che trasformano la immane sofferenza, il dolore, in forza, in resistenza e lotta.
Nei volantini, locandine, striscioni che abbiamo portato in alcune fabbriche del Nord, nei posti di lavoro, nelle iniziative delle precarie dello Slai cobas, che abbiamo diffuso nelle manifestazioni di Nudm e dei/delle palestinesi a cui abbiamo partecipato a Milano, abbiamo portato un messaggio chiaro sul legame che c'è tra le donne in lotta, le lavoratrici in primis e le donne palestinesi
"...sia perché è il governo Meloni, sono i padroni di questo paese quelli che costruiscono le armi soprattutto, che sono i complici e corresponsabili del genocidio in Palestina. Questi mostri, come usano le nostre vite di lavoratrici per i loro profitti, i loro piani reazionari, razzisti, repressivi per impedire la libertà di noi donne, sono gli stessi che vogliono schiacciare il popolo e le donne palestinesi. La lotta delle donne palestinesi, quindi, è la nostra lotta, ci aiuta contro questo sistema putrefatto; e la lotta di noi donne lavoratrici, è la lotta anche delle donne palestinesi, perché indebolisce i nostri mostri imperialisti…” (dal volantino dell'8 marzo).
Ecco tutto questo è stato al centro della nostra azione in questo 8 marzo proletario ed internazionalista!
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Siamo state innanzitutto alla fabbrica delle Montello/BG al turno serale tra il 7 e l'8 marzo, abbiamo parlato con diverse operaie di tutte le ragioni dello sciopero delle donne, della necessità di unirsi come operaie, facendo anche tesoro delle lotte già fatte in questi anni; i padroni temono l'unità delle operaie per questo cercano sempre di dividerle con ricatti, con pressioni, repressione; ma bisogna guardare con fiducia alla forza della lotta delle donne... in questo senso le donne palestinesi sono un esempio grande dell'oppressione che si trasforma in forza.
Il bello e forte appello di una operaia dello Slai Cobas sc alle altre operaie e donne a scioperare "perchè noi donne non ci dobbiamo fare schiacciare da nessuno" ha aperto lo sciopero delle donne/lavoratrici sin dalla notte dell'8 marzo.
La mattina dell'8 marzo siamo andate alla Fabbrica Beretta salumificio, a Trezzo. In questa fabbrica le operaie a maggioranza immigrate, vivono anch'esse una condizione di sempre più sfruttamento e meno diritti, subiscono discriminazioni e differenze di trattamento da padroni e capi in particolare se lottano, come fanno operaie Slai Cobas sc che hanno resistito e continuato a lottare. In questa fabbrica alcune operaie hanno anche subito gravi molestie da parte di un capo porco, e con coraggio hanno fatto anche delle denunce in merito. Diffondendo i volantini dello sciopero e parlando alle operaie, anche con interventi al megafono, al turno pranzo, un'operaia immigrata interinale in part
icolare ha voluto esprimere la condivisione delle ragioni dello sciopero e dell'importanza dell' unità delle operaie "... da sole non abbiamo forza e anche paura di perdere il lavoro..."; così come la giustezza delle azioni di solidarietà alle donne palestinesi e per fermare il massacro dei bambini e il genocidio...
Nella stessa mattina altre azioni di volantinaggio e sostegno alle lavoratrici sono state fatte, per esempio a Milano all'Istituto Nazionale Tumori verso le infermiere e Oss; mentre in altre città, in particolare del sud come Palermo e Taranto lavoratrici precarie delle Coop Sociali, degli asili nido, Ata della scuola dello Slai Cobas per il sc e studentesse in sciopero sono state protagoniste di combattivi presidi, e bello è stato il collegamento, anche telefonico, di queste iniziative di lotta con le azioni delle compagne tra le operaie alle fabbriche del Nord
Nel pomeriggio partecipando alla grande manifestazione a Milano promossa da Nudm che ha visto più di 20 mila manifestanti e che si è snodata dalla piazza della stazione centrale fino al Duomo invadendo la piazza e rompendo ƒinalmente un divieto da tempo in atto, abbiamo voluto portare l'essenza e le due realtà che abbiamo considerato centrali in questo 8 marzo/sciopero con lo striscione, i volantini, il megafonaggio nel corteo e in particolare con l'intervento di una compagna del Mfpr fatto dal camion che guidava il corteo...
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