Una volta tanto siamo d'accordo con la Meloni. Ieri la signora ha incontrato i sindacati di polizia e tutta la pletora di associazioni delle forze dell'ordine, carabinieri, Guardia di Finanza. E ha dichiarato, sostanzialmente: “c'è un clima che non mi piace e che mi ricorda anni molto difficili per la nostra nazione”.
Chiaramente questo è ciò che condividiamo. Questo clima non piace neanche a noi e credo non piaccia agli studenti manganellati a Pisa, ai manifestanti sotto la sede Rai di Torino, di Napoli, non piaccia a tutti coloro che negli ultimi sei mesi di questo governo hanno subito cariche poliziesche e non solo, a tutti coloro che hanno subito vessazioni, persecuzioni, divieti, a tutti coloro che si stanno misurando dalla nascita di questo governo su una catena di provvedimenti sull'ordine pubblico e sulla sicurezza che attaccano sostanzialmente la libertà di manifestare, la libertà di protesta, la libertà di associazione e si trovano continuamente a rischio aggressione, repressione, denunce, processi, da parte di questo governo e
di questo Stato, i cui ministri, sottosegretari, pretendono impunità, fanno le vittime anche quando si tratta di palesi violazioni di leggi e Costituzione, anche quando si tratta di fenomeni aperti di corruzione e conflitto di interessi. E l'elenco qui dovrebbe riguardare parecchi.Invece è il governo che fa la vittima, è il governo che scende in campo a difendere polizia e forze repressiva anche di fronte a situazioni palesemente denunciate anche dall'intera stampa e perfino segnalate dal Presidente della Repubblica. Invece che trovare sul banco degli imputati carabinieri, forze dell'ordine, sbirri violenti, su quel banco vengono messi i manifestati.
Ma questo governo si prepara a forzare ancora di più l'apparato repressivo per rendere ancora di più possibile l'arbitrio poliziesco, la brutalità poliziesca, la repressione delle manifestazioni, anche quando si tratta di giovani e giovanissimi che giustamente fanno sentire la loro voce che in questi ultimi tempi si fa sentire intorno alla solidarietà con il popolo palestinese.
In sostanza questo governo provocatoriamente alza i toni e il tiro e prepara nuove strette sia in termini legislativi sia in termini di comportamenti delle forze dell'ordine.
E giustamente guarda al G7.
E’ evidente che questo governo ci sta preparando a una repressione del genere del G8 di Genova, della tortura, delle cariche poliziesche, delle detenzioni arbitrarie, di tutto quell'orrore che costituì il G8 di Genova e ne prepara a un replay, stavolta in via preventiva, per evitare che vi possano essere le manifestazioni che sono più che mai necessarie in occasione di questo appuntamento, manifestazioni che dovranno raccogliere studenti, proletari e tutte le ragioni della protesta non solo contro questo governo ma contro i padroni del mondo che ci hanno scaricato la crisi sulla nostra pelle e che oggi preparano la guerra, oltre che essere responsabili del disastro ambientale, climatico, oltre che essere responsabili dell'immane strage dei migranti nei mari, in particolare nel Mediterraneo.
Invece questo governo pensa all'applicazione di un Daspo per i manifestanti violenti, i manifestanti che protestano giustamente contro questa guerra, contro gli aumenti delle spese militari, contro questa repressione, contro questo trattamento inumano degli immigrati, che protestano contro la riforma della scuola, contro l'attacco ai diritti dei lavoratori. Tutte queste proteste vengono assimilate agli ultras e la legislazione anti-ultras che ha instaurato il Daspo ora potrebbe essere estesa ai manifestanti violenti, vale a dire impedire a coloro che sono segnalati dalla polizia, di partecipare anche alla manifestazione. Cioè un vero e proprio Stato di polizia, un comportamento proprio del regime fascista ai tempi di Mussolini, di cui questo governo che lo vogliano o no è diretto discendente, e lo ricorda sia pure in forme che noi definiamo moderne.
Invece che mettere nome e cognome ai poliziotti in maniera che sia più facile, in caso di episodi come quello di Pisa, di individuarne anche le responsabilità individuali - perché in questo ci sono anche responsabilità individuali, perché una parte rilevante dei poliziotti sono fascisti, vili sbirri che usano la divisa per la prevaricazione e la violenza - invece che andare in questa direzione il governo gli assegna la body cam per individuare le proteste, ogni tipo di protesta nei loro confronti, anche gli slogan, anche le invettive più che ragionevoli, che permette di conseguenza ai manifestanti di essere fermati e perseguitati anche dopo le manifestazioni.
E così come la Meloni si è dimostrata disponibile all'utilizzo dei droni per controllare dall'alto i cortei - che già sono super controllati dagli elicotteri, super controllati dal sistema di telecamere che fa sì che ogni manifestazione sia trasformata in una ragione per colpire manifestanti attivi - i droni vogliono considerarli come se fossimo in una guerra, i droni sono stati usati e vengono utilizzati proprio nelle guerre, dall'India alla Palestina, all'Ucraina, per sussidiare le operazioni di guerra.
E quello che il governo vuole fare è una guerra ai manifestanti e alle manifestazioni.
Per l'incontro con i sindacati di polizia ci sarebbe da aprire uno stadio perché le associazioni che rappresentano i poliziotti, i loro sindacati sono sempre in prima fila, come forcaioli e difensori di sé stessi, di fronte alle più orribili brutture di cui parleremo nel corso di questa controinformazione.
I sindacati della polizia andrebbero sciolti. Sono associazioni che difendono i poliziotti nei loro comportamenti più brutali, i più illegali e di conseguenza costituiscono uno Stato nello Stato e contribuiscono a rendere la polizia e le forze dell'ordine degli squadristi in divisa piuttosto che quello che dovrebbe essere la loro funzione ordinaria.
Si pensa di farlo rapidamente e questo è chiaro che lo vogliono fare rapidamente, proprio perché la Meloni indica nell'attività preventiva e repressiva rispetto al G7 l'urgenza di queste misure e di conseguenza si vuole intervenire direttamente nella discussione parlamentare - che già c'è con la pletora dei decreti sulla sicurezza di ogni ordine e grado già in Parlamento - per inserire queste misure repressive.
Quando quindi denunciamo lo Stato di polizia, il moderno fascismo, la guerra esterna come contenitore generale di quella interna che diventa guerra all'esterno - interventi militari imperialisti, come l'ultimo approvato dal Parlamento in Mar Rosso, ma che fa seguito alla presenza delle truppe imperialiste italiane in altri scenari, compreso quello allargato dell'Ucraina - che corrisponde alla guerra interna. È una legge di natura dell'imperialismo ed è una legge di natura dell'imperialismo italiano, della sua coalizione e dei suoi riferimenti principali in questo momento, l'imperialismo USA.
È chiaro che è un passo avanti verso lo Stato di polizia e il modello fascismo ed è chiaro che proprio in questi casi bisogna difendere strenuamente i diritti e le libertà democratiche, le libertà di manifestare. Questo richiede necessariamente per il sistema di leggi che viene fatto una violazione permanente di queste leggi. Se ci dovessimo attenere a queste leggi dovremmo non più manifestare ma rimanere a casa o addirittura trasformarci in autodetenuti ai domiciliari, viste le normative che vanno presentando.
Ogni manifestazione per questo governo deve essere trasformata in problema di ordine pubblico per alimentare la campagna "legge e ordine", usarla sia a fini elettorali sia per coprire la vera natura di questo governo, un governo dei padroni, il governo della guerra, il governo della repressione.
Le prime voci che si sono sollevate alla Camera sono critiche: avverte l’AVS (Alleanza Verdi Sinistra) che non si possono vietare i diritti costituzionali sulla libertà di manifestare attraverso un atto amministrativo come il Daspo.
Chiaramente condividiamo questo giudizio. Ma davvero pensiamo che limitarsi a questo tipo di giudizio possa costituire l'opposizione?
Meloni e Salvini giocano a chi è più forcaiolo, i ministri da questi signori collocati a difesa dell'ordine pubblico, a capi della polizia. Il sistema capillare e diffuso delle forze dell'ordine è tale da essere una blindatura all'azione di governo.
Questo quindi è un salto di qualità. Certo, parliamo sempre di “salti di qualità”, ci siamo anche stufati di parlare di salti di qualità. Ogni passaggio di questo genere, ogni momento di conflitto sociale, di smascheramento della funzione della repressione viene usata dal governo per alimentarla ulteriormente e in questo senso quello verso cui marcia il governo è all'interno della guerra interna, a una militarizzazione del conflitto sociale politico in questo paese.
Contro questa militarizzazione del conflitto sociale e politico occorre costruire gli strumenti per difendere le libertà democratiche e considerando che questa difesa oggi passa quasi sempre dal difendere le ragioni di queste manifestazioni con forme di organizzazione che ne permetta la continuità, lo sviluppo e la loro efficacia.
Certo, siamo tutti sotto attacco su questo, anche se l'occhio del governo è verso le manifestazioni più radicali che attraversano queste paese, quindi in questi ultimi tempi, in particolare le manifestazioni di solidarietà con la Palestina. E' chiaro che l'occhio del governo è colpire questi per colpire tutti, toccare uno per toccare tutti e se questo lo leghiamo agli attacchi al diritto di sciopero, alla repressione contro i lavoratori si può capire abbastanza facilmente la natura non solo dell'azione del governo, ma anche della risposta necessaria.
Serve il fronte unito contro la repressione. Ma serve anche un processo attivo tra i lavoratori di educazione politica e sociale perché di questa educazione politica e sociale è fatta la formazione di una vera avanguardia della classe operaia, che sia anche un'avanguardia politica non solo della classe ma di tutti i movimenti.
E in questo senso tocca proprio ai comunisti come noi, alle avanguardie del sindacalismo di base di classe, essere in prima fila nella denuncia tra le file dei lavoratori dei provvedimenti repressivi del governo, degli attacchi del governo alle manifestazioni - vedi l'ultimo attacco agli studenti di Pisa - e spingere i lavoratori a prendere posizione, a entrare in campo e a difendere non solo le occasioni in cui gli operai e i lavoratori sono fatti segni di azioni repressive e di provvedimenti di carattere anche politico, nelle fabbriche, nei posti di lavoro, ad essere sensibili a ogni oppressione, a tutte le forme di oppressione che questo governo, questo Stato a servizio dei padroni, realizzano contro chi si oppone e manifesta in questo paese.
Che non ci siano equivoci a questo è spiegato bene dal processo di Verona, in cui 5 poliziotti sono sotto accusa per tortura, 5 poliziotti sono accusati di aver partecipato a vario titolo tra il luglio 22 e il marzo 23, quindi per un lungo periodo, in piena vigenza del nuovo governo Meloni, a torture, pestaggi, umiliazioni nei confronti di persone fermate o arrestate, soprattutto immigrati, tossicodipendenti, senza tetto. Tra le accuse anche falso, omissioni di atti d'ufficio, peculato, abuso d'ufficio, aggravati dall'odio razziale.
Un processo a dei criminali in divisa che ha toccato tutto. Nel decreto di giudizio immediato disposto dal Gip di Verona si legge tra i reati contestati di aver “torturato con sadico godimento”, all'interno della questura di Verona, persone fermate per identificazione o per il possesso di piccole quantità di hashish.
Non solo, ma questi poliziotti hanno emesso denunce, falsificato verbali, abusato dei loro poteri, hanno inflitto calci e sberle a un cittadino rumeno fermato per identificazione fino a fargli perdere i sensi, con l' utilizzo ingiustificato dello spray, con l' umiliazione, come quella che lo costringe a orinare nella stanza dove era detenuto e poi pulirla con uno straccio.
Dei criminali, delle bestie in divisa. E non sono casi isolati. È inutile ricordare il caso Cucchi.
E’ tutti i giorni che nelle Questure di questo paese avvengono cose di questo genere e avvengono con la copertura dei comandi, delle Questure. E quando vengono beccati abbiamo ciò che scandalizza anche il manifesto: “il ministro degli Interni, i sindacati di polizia non si costituiscono parte civile”.
È ben chiaro che in questi casi non costituirsi parte civile significa coprirli, significa considerarli parte di sé e quindi è evidente che le responsabilità di quanto avviene va ben oltre le bestie in divisa e colpisce il sistema: il ministero degli Interni, i sindacati di polizia, l'autodifesa dello Stato e dei corpi separati, perché essi sono il concentrato della vera natura dello Stato borghese.
Nessun commento:
Posta un commento