da Controinformazione rossoperaia del 6/03
La situazione nei due grandi gruppi industriali, l'ArcelorMittal/Acciaierie d'Italia, da oggi in amministrazione straordinaria e la Stellantis, dovrebbe concentrare l'attenzione del movimento sindacale, confederale e di base e dei lavoratori in generale, perché intorno alle vicende di queste due grandi fabbriche, due grandi complessi industriali presenti in diverse città italiane, si gioca la partita della ripresa generale della lotta operaia, che come sempre consideriamo fondamentale per un autentico sindacalismo di classe e per dare ai lavoratori e alle masse popolari, un inevitabile punto di riferimento nella lotta più generale contro padroni e in particolare contro questo Governo.
Il decreto che introduce l'amministrazione straordinaria nel gruppo Acciaierie d'Italia ha superato il primo passaggio in Senato e, nei prossimi giorni, con l'approvazione alla Camera, avrà completato il suo iter. Questo decreto gode dell'appoggio di tutti i sindacati confederali, secondo diverse sfumature. In questo va considerata anche la posizione dell'Usb che è di sostanziale appoggio, seppur con distinguo, al decreto governativo. Se guardiamo invece le cose dal punto di vista degli operai e dei lavoratori appare subito che
ha ragione lo Slai Cobas per il sindacato di classe a Taranto, che ha detto durante tutto questo periodo - e lo dice anche in queste ore - che l'amministrazione straordinaria non è la soluzione, ma, anzi, può essere un rimedio peggiore del male.E in effetti quali sono le immediate conseguenze? che con l'amministrazione straordinaria assistiamo al replay di una vicenda percorsa negli anni passati, vale a dire la messa in insolvenza dell'Ilva, in fallimento sostanziale, che viene scaricata sui lavoratori, in particolare dell'appalto Ilva dove questo scaricamento produce nelle ditte dell'appalto una situazione che, per dirla con un eufemismo, comporta, secondo le dichiarazioni delle associazioni industriali dell'appalto, licenziamenti, cassa integrazione permanente, un peggioramento ricattatorio delle condizioni di lavoro se si riuscirà a riprendere il lavoro.
I marchingegni finanziari, amministrativi, inseriti nel decreto non sfuggono alla questione di base che i padroni, i padroncini dell'appalto e dell'indotto in generale, non avranno i soldi che dicono di avanzare da Acciaierie Italia. Il commissario dell'amministrazione straordinaria sta proponendo alle ditte di riprendere il lavoro pagandogli in anticipo i lavori futuri, quelli che riprendono, ma non danno alcun tipo di assicurazione per quanto riguarda il pregresso. In queste condizioni è difficile che molte delle ditte appaltatrici possano riprendere realmente il lavoro e, anzi, facciano seguire, al contrario, dopo la richiesta generalizzata di cassa integrazione, l'annuncio di licenziamenti collettivi.
Questo comporta molti problemi anche per gli operai diretti dell’Acciaieria, dove già in questo mese si trovano con due buste paga, una fino al periodo in cui questa azienda è Acciaierie d'Italia e un'altra nel nuovo periodo da quando essa è commissariata.
Due buste paga che, lungi dall'essere un problema tecnico che potrà essere sanato sin dai prossimi mesi, è spia di un problema più sostanzioso: che fine fa il pregresso dei lavoratori? Anch'esso viene inserito nel quadro dell'insolvenza, nel passivo, e quindi pagabile non si sa bene quando? E in secondo luogo, che fine fanno le ferie, perché ArcelorMittal negli ultimi mesi aveva trasformato in cassa integrazione le ferie e come conseguenza i lavoratori hanno ancora molte ferie da consumare ma si trovano di fronte a un diverso assetto societario. Questo come problematiche immediate.
Molto più gravi appaiono le problematiche sul futuro di cui parleremo in forma diffusa in un incontro pubblico a Torino lunedì che apre una campagna nazionale dello Slai Cobas per il sindacato di classe per fare chiarezza sulla vicenda e restituirla agli operai e ai lavoratori, innanzitutto di Taranto, ma anche degli altri stabilimenti Ilva e dell'universo della siderurgia nazionale e all'intera classe operaia.
Quindi diamo appuntamento al report-relazione dell’ assemblea dell'11Marzo a Torino, organizzata anche con la collaborazione di Medicina democratica e dell'avvocato Vitale che cura le parti civili nel processo “ambiente svenduto”. Di questa vicenda e quanto essa incida nella generale vicenda Ilva a livello nazionale e locale, parleremo diffusamente in occasione di questa Assemblea.
Sulla questione Stellantis occorre invece rovesciare il discorso, partire non dalla diatriba governo/padroni che comunque troverà una sua soluzione, ma di quanto sta materialmente succedendo negli stabilimenti.
A Melfi il primo problema è, anche qui, l'appalto, a Mirafiori e a Polignano è l'annuncio di tagli occupazionali e abbiamo avuto la vicenda della morte sul lavoro a Pratola Serra.
Molta “carne a cuocere”, come si dice. Su questo noi siamo sostenitori dell'autonomia operaia, dell'organizzazione stabilimento per stabilimento, delle forze necessarie a contrastare il piano governo e padroni, di una rete di collegamento di esse, di tipo intersindacale e di base, che possa permettere un'azione comune della parte più avanzata e combattiva della classe operaia.
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