Venerdì primo marzo, un corteo studentesco molto partecipato e determinato ha attraversato le strade del centro di Bologna.
Così gli studenti hanno “chiesto il conto” a chi di dovere, sanzionando simbolicamente Prefettura, Provveditorato e poi Rettorato.
Ma a fare le spesa della legittima rabbia degli studenti scesi in piazza è stato anche Mattia Santori, ex leader delle sardine e ormai appassito enfant prodige del Partito Democratico, che viene duramente contestato da due studentesse di OSA. Di fronte alle inutili scuse, il consigliere della maggioranza che governa il comune
è stato messo di fronte alle proprie responsabilità rispetto alle posizioni filo-israeliane del suo partito.«Come consigliere del PD non ci deve stare, non è il benvenuto alla manifestazione», sono le parole senza appello rivolte a Sartori, che pensava probabilmente di poter strumentalizzare la manifestazione per i propri fini politici.
Un approccio che non è piaciuto alla redazione locale del quotidiano La Repubblica che, nella sua versione on-line, sceglie sin dal titolo un taglio sensazionalista: “Manifestazione degli studenti: petardi, vernice sui poliziotti, bruciate foto di Meloni e Netanyahu, insulti a Santori”. Non proprio un esempio di grande giornalismo, considerando tra l’altro che, sempre nel titolo, riporta alcune deliranti dichiarazioni dell’ex sardina, tipo “Occasione persa, colpa degli infiltrati”.
Ed in effetti per il PD è stata persa un’occasione per rifarsi una verginità politica. Quelli che Santori, come il Pecchioli degli anni Settanta, chiama “infiltrati” sono studenti e studentesse che in una situazione tutt’altro che facile animano i collettivi degli istituti e la loro parte più “politicizzata” che sta dando una benefica scossa alla letargia della città e di questo Paese.
Non si discosta di molto Il Resto del Carlino che
ci informa che del portone della Prefettura, contro cui sono state
scagliate uova con vernice rossa “sporcando” accidentalmente un
dirigente della Digos bolognese, “era stato appena completato il restauro”. Che roba, contessa…
Ma le immagini e i video, riportate dalle due stesse testate, parlano chiaro; così come gli obiettivi scelti dagli studenti, che parlano da sé.
Santori
peraltro, probabilmente irritato per essere stato invitato ad
andarsene, si è lanciato poi in un fiume di dichiarazioni secondo cui “la manifestazione indetta dai collettivi studenteschi si è trasformata in un assist a chi professa violenza”
(!), facendo sapere – come un vecchio questurino di complemento – che
contenuti e modalità di esprimerli della piazza ricevono da lui “e dalle istituzioni che rappresento una ferma condanna”. Non che si potesse avere qualche dubbio, anche prima…
Il redde rationem cui gli studenti hanno sottoposto il PD è diventato così un elemento di indispensabile chiarezza politica, annullando sul nascere quel tentativo di recuperare il consenso che le teste spaccate anche durante il governo Draghi – contro chi protestava per la morte di uno studente durante il PCTO – hanno annichilito per sempre.
La manifestazione bolognese è stata insomma un ottimo preludio alla manifestazione che si terrà oggi a Pisa, e una tappa fondamentale per chi cerca di costruire un’opposizione al governo Meloni per la sua politica bellicista e la torsione autoritaria che sta imprimendo al paese.
Gli studenti bolognesi non hanno permesso che “il nemico marciasse alla loro testa”.
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