Appello alla solidarietà e alla partecipazione alle prossime mobilitazioni indette dalle Comunità palestinesi.
SABATO 25 NOVEMBRE ORE 15.00 LARGO CAIROLI
- Video appello di Samah Jabr ,scrittrice Palestinese
autrice di "Sumud" resistere all'oppressione e "Dietro i fronti".
da far girare
Per
il 6° sabato consecutivo, con la parentesi del corteo nazionale del 28
ottobre 2023 a Roma, le vie e le piazze di Milano si sono riempite di
bellissimi e coinvolgenti cortei con migliaia e migliaia di uomini e
donne, famiglie intere con bambini con le bandiere con i colori della Palestina, uniti dalla solidarietà
con la sofferenza del popolo Palestinese e dalla condanna del
terrorismo del governo sionista israeliano di Netanyahu.
Cortei
che hanno risposto con la partecipazione di massa al divieto della
questura milanese di concedere il centro cittadino in ossequio alle
pressioni del governo e della comunità ebraica che ne chiedeva persino
il divieto.
Cortei
stabilmente e positivamente attraversati da ragazzi e ragazze arabe di
seconda e terza generazione, che si avvicinano e si mischiano senza
differenze con le realtà più politiche che hanno fatto della solidarietà internazionalista e dell'antimperialismo un elemento fondante della propria identità politica.
Cortei schierati senza alcuna incertezza contro
il genocidio e la pulizia etnica del popolo palestinese pianificata dal
sionismo israeliano con la mistificazione della lotta al terrorismo.
La volontà sionista è invece chiara ed emerge sia dai numeri che si aggiornano di ora in ora -
dal 7 ottobre sono 12.300, tra cui 5.000 minorenni e 3.300 donne. I
feriti almeno 30.000 senza calcolare i corpi dei sepolti delle macerie
provocate dai bombardamenti - e dai fatti : l' Ospedale Al Shifa
è considerato "zona di morte" dall' O.M.S., è stata ridotta
letteralmente in macerie ogni infrastruttura civile, scuole dell'ONU e
Ospedali, e l'intera striscia di Gaza è ormai un luogo di morte e
macerie da nord al sud invece garantito da israele come luogo sicuro per
la popolazione civile.
Ora dopo ora, giorno dopo giorno, la violenza
sionista fa strage dei corpi di uomini, donne e bambini e di ogni
regola del diritto e dei principi basilari della stessa identità umana.
Una
violenza e un crimine che non trova alcuna giustificazione se non nella
pianificazione razionale di un genocidio e in una risoluzione
definitiva della questione Palestinese con la dispersione del suo
popolo.
Davanti
agli occhi dell'intera umanità si sta però consumando un delitto con
una quantità ed una qualità tale di barbarie da lasciare alle prossime
generazioni di Palestinesi e non solo, un incolmabile lascito di dolore,
di strazio ma anche un incrollabile invito alla Resistenza.
Contro il sionismo e la sua violenza
Ora e sempre Resistenza!
Una Resistenza contro un nemico che si fa forza della propria eterna oscena impunità con
Una Resistenza contro
un nemico che può contare su una macchina di disinformazione mondiale
per difendere un avamposto dell'imperialismo usa e occidentale in
medio-oriente nella guerra tra i diversi poli per l'egemonia mondiale
Una Resistenza contro
il fondamentalismo e il suprematismo sionista ebraico diventato dal
2018 elemento costitutivo dal suprematismo razzista israeliano quando
israele diventa "stato ebraico" al pari di altre repubbliche islamiche,
invece per questo condannate dall'occidente.
Una Resistenza come
capacità laica di approfondimento e spessore culturale contro l'accusa
strumentale di antisemitismo con cui si vuole criminalizzare ogni
opposizione all'espansione sionista con l'equazione: chi è contro
israele e il sionismo, è antisemita.
Una Resistenza contro
un'occupazione militare che applica, sullo stesso territorio, leggi
differenziate e discriminatorie nei confronti del popolo Palestinese
contro ogni diritto umano ipocritamente riconosciuto come
"internazionale" dall'ONU nella carta dei diritti dell'uomo.
Una Resistenza che
si schiera umanamente incondizionatamente con la popolazione ebraica
sopravvissuta all'immane tragedia storica dell'Olocausto ma che denuncia
e non può tollerare l'utilizzo strumentale di questo per giustificare
la pianificazione scientifica di un altro genocidio per il sogno non
ebraico ma sionista, come denunciano i rabbini a New York, di una grande
israele che si appropri, metro dopo metro, casa dopo casa
definitivamente di tutta la Palestina.
Una Resistenza che, con
ogni mezzo necessario, si fa carico di ricordare al mondo che il popolo
palestinese vive sotto occupazione da più di 75 anni e che non esiste
un anno zero iniziato il 7 ottobre.
Una Resistenza e
un intero popolo che vogliono ricordare al mondo intero e a chi
conserva ancora un briciolo di umanità, prima ancora che di onestà
intellettuale, che quel giorno è preceduto da 75 anni di prepotente e
disumana violenza quotidiana sulla popolazione civile, da guerre con
bombardamenti e stragi con migliaia e migliaia di morti, alternati a
tempi di "pace" dove i morti, il carcere e la tortura si contano solo
con numeri inferiori ma costanti portando lutto e prevaricazione in ogni
famiglia Palestinese di Gaza o della Cisgiordania occupata.
Una Resistenza che
denuncia inascoltata che ci sono stati in tutta la Cisgiordania, a
ieri, più di 2300 arresti arbitrari durante rastrellamenti e violenze
su uomini, donne e bambini, finalizzati all'esproprio di case e terre
per nuovi insediamenti. Tutto questo mentre si bombarda e si fa scempio
della popolazione, perché è proprio la colonizzazione forzata
l'obiettivo finale evidente sotto gli occhi di tutti.
Una Resistenza ed
un popolo che ricordano al mondo intero la prevaricazione quotidiana
semplicemente al proprio diritto alla vita come singoli oltre che come
popolo, con il ricatto del furto dei dazi, con il muro e le politiche
dell'apartheid, con la discriminazione quotidiana basata persino
sull'arbitrio e sul disprezzo del singolo militare armato addetto al
controllo dei check point; una vita a testa china davanti allo
strapotere sionista sulla propria terra.
Una Resistenza ed
un popolo tradito dai governi arabi interessati ad intrecciare affari e
fare business con gli usa e israele, sulla pelle del popolo palestinese
del quale si dichiarano a parole paladini e difensori.
Una Resistenza di un intero popolo che ci invita a non lasciarlo solo e ad assumerci le nostre responsabilità.
Una nostra Resistenza contro
l'imperialismo e il sionismo israeliano, contro tutte le borghesie
nazionali che opprimono i loro popoli con la corruzione e lo
sfruttamento di classe.
Una nostra Resistenza contro il
governo Meloni/Salvini che, rincorrendo i mercati finanziari, sta
servilmente coniugando la difesa del modo di produzione capitalista
fondato su politiche economiche liberiste e antipopolari, con una chiara
connotazione ideologica e sub culturale di matrice fascista che ha
prodotto, ad esempio, il nuovo "pacchetto sicurezza".
Una nostra Resistenza contro
il governo Meloni/Salvini che a livello internazionale si è
immediatamente schierato con i carnefici israeliani e che, sul piano
interno, si fa garante degli interessi economici della classe al potere
sulla pelle dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e della vecchia
e nuova povertà anche lavorativa in crescita in tutta Italia.
Un
punto di arrivo, una prospettiva lontana, lontanissima ma, ad oggi,
l'unica vera possibile per dare speranze, giustizia e dignità al popolo
palestinese.
Una Palestina di pace e di convivenza e collaborazione tra i popoli senza sionismo e fondamentalismo.
Una Palestina
in cui le diverse credenze religiose non siano usate come arma e
sovrastruttura ideologica e culturale per combattere o prevalere sulle
altre.
Un progetto di Palestina a cui affidarsi per non
perdere la speranza di poter ottenere giustizia, libertà in un processo
democratico di autodeterminazione.
In
questo momento l'imperialismo usa con i suoi utili servi europei, tra i
quali sgomita il governo Meloni/Salvini/Tajani, si riempiono
ipocritamente la bocca sulla gestione della "pace" e ipotizzano la soluzione di "due popoli in due stati" con la supervisione occidentale, ovviamente una volta finito il lavoro sporco sionista a Gaza e in Cisgiordania.
Ancora una volta usa e Israele vorrebbero decidere della sorte del popolo Palestinese in terra di Palestina e questa sarebbe l'ennesima ingiustizia storica.
Abbiamo
però la netta percezione che si tratti solo di una nuova pace
usa-sionista che istituzionalizzi e congeli in uno stato di dipendenza e
schiavitù il popolo Palestinese in una nuova riedizione, tanto cara agli usa, delle colonie indiane una volta scacciati i nativi americani dai propri territori alla metà/fine del 1800
Crediamo
che questa sia solo una ridicola e ipocrita carota da far dondolare,
davanti agli occhi popolo Palestinese stremato dalla guerra, appesa sul bastone insanguinato nelle mani del sionismo genocida perché
nessuna ONU e nessuna potenza imporrà ad Israele di ritirare gli
800.000 nuovi coloni in Cisgiordania, nessuno riconoscerà il torto
subito da 75 anni dal popolo palestinese, nessuno applicherà un embargo o
concretizzerà anche solo una sanzione contro l'occupazione militare e
l'esproprio violento dei territori Palestinesi, nessuno permetterà mai
il ritorno dei milioni di profughi palestinesi dispersi e deportati in
tutto il medio oriente, che ancora oggi vivono, generazione dopo
generazione, in precari campi profughi.
Campi profughi del tutto simili a quello di Sabra e Chatila
dove avvenne il disumano massacro nel 1982 con migliaia di morti
schiacciati dai carri armati, con donne incinte sventrate o stuprate dai
miliziani della organizzazione fascista cristiano-maronita con la
supervisione e la protezione dell'esercito sionista.
Abbiamo
ripreso questo brutale esempio della violenza sionista perché questo è
solo un piccolo pezzo ma è una foto precisa della vita reale con cui
convive il popolo Palestinese: sopravvivere a continui massacri senza la
prospettiva che qualcosa possa cambiare se non grazie alla propria
forza, alla propria determinazione con il piccolo o grande supporto e
della solidarietà internazionale.
Vogliamo,
per concludere, fare nostro e rilanciare un appello alla massima
mobilitazione e alla solidarietà della scrittrice palestinese Samah
Jabr, autrice di testi potenti come "Sumud resistere all’oppressione" e
"Dietro i fronti".
Un
appello che tocca cuore e ragione, che spinge alla partecipazione, un
impegno alla partecipazione di tutt@, singol@, di ogni struttura e
organizzazione politica, sociale e territoriale, ogni collettivo,
chiunque comprenda e solidarizzi e si voglia schierare contro il
genocidio del popolo Palestinese, alle prossime mobilitazioni che
saranno organizzate dalle comunità Palestinesi.
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