Il parlamento congela la legge anti-normalizzazione, protesta della Campagna di Boicottaggio e contro la Normalizzazione con l'Entità Sionista. Continuano le mobilitazioni davanti l'ambasciata statunitense.
Mercoledì 15 novembre durante una seduta parlamentare, il capo del parlamento Bouderbala è riuscito definitivamente a rimandare l'approvazione della legge contro la normalizzazione con Israele adducendo come motivazione l'urgenza di approvare prima la legge finanziaria 2024, mentre all'esterno del parlamento era stato convocato un sit-in di protesta contro tali intenzioni già palesate precedentemente, all'interno la maggioranza dei gruppi parlamentari ha accettato il diktat.
Lo stesso giorno un comunicato della Campagna di Boicottaggio e contro la Normalizzazione con l'Entità Sionista, che aveva convocato il sit-in, ha definito l'accaduto come "una coltellata alle spalle contro il popolo palestinese e alla sua eroica resistenza", accusando la passività di molti deputati assenti
durante la sessione che con il loro voto avrebbero potuto opporsi a tale decisione e alle forze politiche che non hanno fatto di tale battaglia una loro priorità in questo momento cruciale.I firmatari della dichiarazione accusano ugualmente il ruolo che ha avuto il presidente della repubblica Saied in questa vicenda e Bouderbala definito "capo del parlamento del 25 luglio" con un evidente riferimento al nuovo corso politico che ha intrapreso la Tunisia il 25 luglio 2021 dopo l'assunzione dei pieni poteri da parte di Saied.
Il giorno successivo la Campagna di Boicottaggio e contro la Normalizzazione con l'Entità Sionista ha aderito alla carovana di sostegno che il 24 novembre dal Cairo si recherà al valico di Rafah tra, l'Egitto e Gaza, per portare degli aiuti alla popolazione, firmando una dichiarazione insieme ad altre cinque organizzazioni provenienti da Bahrein, Libano, Giordania, Mauritania e Kuwait.
L'iniziativa nasce da una proposta dell'Unione dei Giornalisti Egiziani, nella dichiarazione le sei organizzazioni arabe esortano il governo egiziano a non ostacolare il passaggio della carovana e affermano che rompere l'assedio è un modo per sostenere la Resistenza in questa guerra d'agressione coloniale scatenata dal sionismo sostenuto dall'imperialismo americano e dai paesi occidentali.
Il fine settimana a Tunisi é stato segnato inoltre da due manifestazioni, il sabato in centro città nell'Avenue Bourghiba, mentre la domenica i manifestanti si sono riuniti davanti l'ambasciata statunitense chiedendo ancora una volta l'espulsione dell'ambasciatore.
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