giovedì 16 novembre 2023

pc 16 ottobre - Riparte la FORMAZIONE OPERAIA e riparte da LENIN e la lotta per la costruzione del Partito rivoluzionario della classe operaia

Premessa

In occasione dell’ anniversario della Rivoluzione d'ottobre il 7 novembre scorso - a ore 12 Controinformazione rossoperaia è stato ospitato un discorso commerativo di Proletari Comunisti - uscito poi in forma stampata e diffuso tra i lavoratori al giornale stampato ore 12 n° 7 in esso era annunciata la ripresa della FORMAZIONE OPERAIA ON LINE E IN PRESENZA.

RIPROPONIAMO OGGI SUL BLOG COME INTRODUZIONE A QUESTA FORMAZIONE IL TESTO DI QUEL DISCORSO E IN PARTICOLARE L'ULTIMA PARTE DI ESSO CHE MOTIVA LA SCELTA DI COMINCIARE A LAVORARE SUL TESTO DI LENIN 'CHE FARE', COSA CHE AVVERRA' DA GIOVEDI PROSSIMO.




 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella giornata del 7 novembre il proletariato, i popoli oppressi, hanno necessità di guardare alla Rivoluzione d'Ottobre, la grande Rivoluzione avvenuta in Russia nel 1917. Quella Rivoluzione avvenne in un contesto di guerra interimperialista mondiale - la prima guerra mondiale, una gigantesca carneficina con milioni di morti, tante distruzioni - che provocò, in generale, la trasformazione degli Stati delle grandi potenze e via via anche delle medie e piccole in tutto il mondo che diventano Stati di guerra, dittature aperte, e assumono forme dittatoriali che in seguito saranno incarnate, dopo quegli avvenimenti, dal fascismo e dal nazismo innanzitutto.

Nell'economia, i costi della guerra furono scaricati sulle masse popolari, innanzitutto sugli operai e i lavoratori, che sia sui posti di lavoro, nelle fabbriche, sia nei quartieri e nella società, vissero periodi di pesante miseria, disoccupazione. Nel mondo questa Grande Guerra approfondì l’oppressione dei popoli che diventarono bottino di guerra, sia nelle loro risorse, sia nelle loro economie, delle grandi potenze imperialiste che si disputarono quella guerra.

E’ in questo contesto che avviene la Rivoluzione d'Ottobre, che diventa la forma con cui gli operai e i lavoratori trasformano la guerra imperialista, la grande carneficina, in una ribellione generale e trasformano la guerra in Rivoluzione, in un’opportunità storica per gli operai e i lavoratori di conquistare il potere. E con la conquista del potere, il passaggio del

potere nelle loro mani gli operai e i lavoratori mettono fine alla guerra nel paese in cui si realizza tutto questo, la Russia dell'epoca, affermando un messaggio per tutti gli operai e i lavoratori: per mettere fine alle guerre bisogna rovesciare i governi, gli Stati e le classi dominanti che queste guerre hanno avviato e conducono per i loro profitti, per ripartirsi il mondo

E solo così era possibile la pace. Quindi l'aspirazione alla pace, che è dei proletari, dei popoli, allora come oggi, può essere realizzata solo mettendo fine alle guerre e si può mettere fine alle guerre attraverso il potere nelle mani di chi non ha interesse alle guerre. E chi non ha interesse alle guerre sono gli operai, i lavoratori, le masse popolari. Lottare oggi contro la guerra, lottare per la pace, significa riprendere quel messaggio storico della Rivoluzione d'Ottobre e trasformarlo oggi in una vera lotta per la fine delle guerre e per la pace che significa una guerra rivoluzionaria dentro i diversi paesi per mettere fine al potere dei padroni, delle classi dominanti che queste guerre vogliono.

La seconda grande questione riguarda le condizioni di vita e salariali, il lavoro, la casa, i trasporti, la salute, i bisogni essenziali del popolo, inteso come proletari, masse popolari e tutti i settori che non appartengono alla classe dominante, che animano le lotte per difendere queste cose che vengono invece attaccate dai padroni, dai governi che su lavoratori, masse popolari scaricano la crisi economica, così come i costi della guerra. Anche queste rivendicazioni sociali - il lavoro per tutti, salari, un reddito dignitoso, il diritto alla casa, alla salute, allo studio, il diritto a un presente e a un futuro migliore e a una prospettiva di un mondo che non li metta più nelle condizioni attuali - anche queste furono incarnate dalla Rivoluzione d'Ottobre. Con il potere in mano, il proletariato intervenne su tutti questi problemi e mise in condizione le masse di poterli risolvere; così come la terra ai contadini, così come la libertà, la democrazia. Una libertà e democrazia che oggi ci vengono ristrette e la democrazia diventa una maschera, una finzione; la democrazia parlamentare che vede comunque avvicendarsi i partiti che rappresentano non gli interessi dei lavoratori, delle masse popolari ma quelli delle classi dominanti.

La necessità quindi di risolvere i problemi urgenti dei lavoratori, dei disoccupati, dei precari, delle donne, dei giovani, e di avere un nuovo Stato, uno Stato realmente nelle mani delle masse e realmente democratico, anche quest'aspirazione fu l'obiettivo della Rivoluzione d'Ottobre e la Rivoluzione d'Ottobre lo realizzò.

La terza grande questione è la questione dell'oppressione dei popoli.

Pensate a ciò che avviene in questi giorni in Palestina, un intero popolo a rischio genocidio, assediato, bombardato, cacciato casa per casa da un regime, lo Stato sionista di tipo nazista d'Israele, sostenuto dalle grandi potenze imperialiste che usano Israele come gendarme nell'area, non solo contro i palestinesi, ma contro tutto il mondo arabo, tutto il mondo musulmano, per poter permettere alle grandi potenze - Stati Uniti in testa, e l'Italia in questo complice, alleata e serva - l'appropriazione delle risorse energetiche, fondamentali per l'economia mondiale, per l'economia interna di tutti i paesi, per le economie capitalistiche, che vengono rapinate ai popoli. E per controllare, dominare quei territori non si esita a opprimerli e, se si ribellano, a massacrarli, usando l’arma fondamentale in quell'area dello Stato di Israele, con la complicità delle classi dominanti in quell'area delle monarchie saudite, dei signori del petrolio, di tutte classi dominanti che vivono nel lusso, mentre il popolo è sempre più nella miseria, nonostante quei territori, quei popoli producano una parte rilevante della ricchezza mondiale.

Ebbene, la Rivoluzione d'Ottobre sancì subito l'autodeterminazione dei popoli, l'indipendenza nazionale, il diritto di creare un proprio Stato e liberarli dall'oppressione dell'imperialismo. La Rivoluzione d'Ottobre è stata lo strumento storico all'epoca, perché questo avvenisse.

Dunque: pace, una vera pace, la soddisfazione dei bisogni essenziali dei proletari e delle masse, la terra ai contadini, la liberazione dei popoli oppressi dall'imperialismo, come grandi opportunità, perché essi stessi si potessero liberare delle loro classi dominanti.

Quindi, rifarsi alla Rivoluzione d'Ottobre non è rifarsi a un'icona del passato o interrogarsi su problemi, certo seri, importanti: che è successo poi in Russia? Che è successo in altri paesi socialisti? Non ne parliamo in questa occasione, perché quello che è successo dipende dall'incompiutezza di questa battaglia se non avviene su scala mondiale, se non si vince in tutto il mondo.

Ma quello che è successo dopo non può cancellare il messaggio universale, di indicazione universale, che ci serve oggi per dire quello che deve succedere poi, una volta che ci saranno rivoluzioni, una Rivoluzione tipo Ottobre. Sarà necessario riflettere su quello che è avvenuto nel dopo Rivoluzione, per trovare la strada. In parte questa strada è stata cercata e trovata negli anni successivi alla Rivoluzione d'Ottobre, però questo ora non è l’assunto principale.

L'assunto principale è come incarnare nel mondo d'oggi, di fronte alla situazione attuale, lo stesso messaggio, come fare le rivoluzioni.

Lo stadio attuale - e qui torniamo ai giorni nostri - è capire a fondo come fare una rivoluzione di questo genere. In questo senso questa rivoluzione ci ha dato un'enorme eredità teorica. Questa eredità teorica è rappresentata dagli insegnamenti di Lenin. Proprio le opere di Lenin ci raccontano e ci descrivono e ci indicano come una Rivoluzione di quel genere è stata possibile, come una rivoluzione impossibile è divenuta possibile, un assalto al cielo che si è tradotto in una realizzazione in terra, su questa terra. Questo è il problema per noi che ci riferiamo alla Rivoluzione d'Ottobre apertamente.

Se dovessimo dire qual è il nostro programma, è quello di fare una nuova Rivoluzione d'Ottobre nel nostro paese, legata alla speranza e all'unità con tutti gli operai, i proletari, i popoli del mondo che hanno le nostre stesse ragioni per fare una Rivoluzione di questo genere in contesti anche molto diversi, dai paesi occidentali di carattere capitalistico/imperialistico ai paesi oppressi che esistono in tre quarti del mondo, dall'America Latina all'Asia e a quella che oggi è sotto i nostri occhi, il Medio Oriente, l'altra parte del Mediterraneo.

Oggi il nostro problema non è solo lanciare "rivoluzion" come parola d'ordine, anche se chi non lancia neanche questa parola d'ordine non ha il coraggio di dichiararsi o non comprende che ogni cosa prima si annuncia, poi si organizza e poi si realizza. Il nostro problema è approfondire e prendere nelle mani come avanguardia proletaria, come proletari in lotta in carne e ossa. Perché chi fece la Rivoluzione d'Ottobre non erano certo i ricchi, gli intellettuali, anzi, erano gli operai delle fabbriche, i contadini poveri, i giovani trascinati dalle classi dominanti in guerra, messi in divisa.

Lenin e la Rivoluzione d’Ottobre mostrarono che essi, le classi sfruttate, potevano cambiare il mondo. E quindi è chiaro che le classi sfruttate hanno bisogno degli strumenti per poterlo fare. Ma i primi strumenti sono gli strumenti teorici. La parola teoria può sembrare una cosa astratta, in realtà senza teoria, senza il possesso delle leggi storiche della società, la sua conoscenza profonda, la possibilità di definire una strategia e una tattica, non si può fare una rivoluzione, perché i proletari, partendo dalle condizioni in cui si trovano, possano raggiungere quel livello di organizzazione, programma e forze, che gli permette di rovesciare le classi dominanti.

Per questo è giusto, necessario che opere teoriche di Lenin che hanno guidato e hanno avuto una verifica storica - le idee si sono trasformate in movimento reale nelle mani della classe operaia e degli sfruttati - debbano essere riprese, studiate, soprattutto da coloro che vogliono realmente ribellarsi allo stato di cose esistente - non a parole, non in Internet - e vogliono costruire l'organizzazione, la strategia e la tattica per poterlo fare. Questo vale nel nostro paese, come vale in tutto il mondo, dalla Palestina occupata e bombardata alle fabbriche pacificate e trasformate nel carcere del lavoro del capitalismo e dell'imperialismo nei paesi occidentali e in luoghi di schiavismo in tanti paesi del mondo.

E’ lì che l'avanguardia dei lavoratori, la parte di essa che vuole realmente lottare, cambiare e non rassegnarsi, ha bisogno di riappropriarsi dei suoi strumenti teorici.

Quattro sono testi che sono fondamentali, che hanno costituito la base e l'esito della Rivoluzione d'Ottobre: il "Che fare?", "Stato e rivoluzione", "L'Imperialismo", "L'Estremismo malattia infantile del comunismo".

Noi pensiamo che chiunque voglia guardare al di là della cronaca quotidiana e perfino della lotta quotidiana che sta facendo, per dare un indirizzo e uno scopo, ha bisogno di questi testi.

Oggi il nostro problema non è fare la rivoluzione, ma incarnare il primo passo per farla. Il primo passo è costruire l'avanguardia forgiata dalla teoria e dal programma necessario per farla, e che nel fuoco della lotta, in stretto legame con gli operai e le masse reali, sia in grado di trasformare questi libri in uno strumento pratico, in un'indicazione che ci dia la forza necessaria per invertire la rotta di un mondo orribile, e intraprendere la lotta vera per un mondo nuovo, fondato sul rovesciamento delle classi dominanti e la consegna del potere al popolo e alla sua classe più avanzata, la classe operaia, quella che può realmente cambiare la produzione, il sistema sociale e costruire uno Stato adatto a trasformare l'economia in economia al servizio del popolo, un'economia socialista.

Sin dal prossimo giovedì 16 novembre riprenderemo la Formazione operaia che si rivolge innanzitutto agli operai che vogliono approfondire queste cose, vogliono effettivamente trasformare la ribellione, lotta, in organizzazione e possibilità di cambiamento nella fabbrica e nella società; si rivolge a tutti coloro che lottano, a tutti i proletari, i giovani che non accettano lo stato di cose esistenti; alle donne che quotidianamente si ribellano sui posti di lavoro come fuori da essi e perfino nelle case, a una società che le opprime e le uccide, basta guardare all’ondata di femminicidi.

Riprenderemo la Formazione, riprenderemo dal testo principale che ha guidato la fase dell'inizio della costruzione del Partito della Rivoluzione. Perché alla fine queste avanguardie, unite in un Partito autenticamente rivoluzionario, sono state la chiave per il cambiamento, per il primo passo a cui sono seguiti tutti gli altri.

Riprenderemo quindi dal "Che fare?" che è l'arma con cui Lenin ci consegna le "chiavi" per la costruzione del Partito della Rivoluzione, perché il Partito della Rivoluzione è scopo delle nostre lotte che organizziamo quotidianamente, della denuncia della Controinformazione che facciamo quotidianamente attraverso questo strumento, ORE 12, ma attraverso tutti gli altri strumenti, i volantini, l'uso delle comunicazioni telematiche e l'attività quotidiana, la parola che svolgiamo sui posti di lavoro, nelle lotte quotidiane, nei movimenti - oggi importante, il movimento per sostenere e solidarizzare col popolo palestinese.

Ebbene, riprendiamo dallo studio collettivo del "Che fare?". Naturalmente la forma telematica è una forma di comunicazione di questo studio adatta ai tempi nostri, ma non sarà certo uno studio telematico, ma uno studio agente legato alla pratica quotidiana che permetta all'avanguardia di fare un passo in avanti.

Facciamo insieme questo passo in avanti, in opposizione a tutto ciò che vediamo sotto i nostri occhi: la grande stampa, i grandi partiti, lo Stato, ecc.

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