Anche i paesi europei e non solo gli USA hanno fornito molti armamenti a Israele e queste, secondo il giurista ed ex funzionario Onu Carig Mokhiber, stanno probabilmente “aiutando e assistendo” direttamente l’offensiva di Israele.
Una inchiesta comparsa su Euronews ha confermato quello che da molti anni le associazioni solidali con i palestinesi e la campagna Bds denunciano da anni.
Su questo è tempo di arrivare alla resa dei conti anche in Europa, inclusa l’Italia dove viene rinnovato automaticamente dal 2005 il Memorandum di cooperazione militare Italia-Israele. Tra l’altro sarà questo uno dei temi che verranno affrontati nell’assemblea nazionale “Nessuna complicità con Israele” convocata per il prossimo 19 novembre a Roma.
Il Sipri di Stoccolma (Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace) ha fornito dati sulle vendite di armi dall’Europa a Israele tra il 2013 e il 2022, rivelando come sia l’Italia che la Germania abbiano fornito alle Forze armate israeliane armi ed equipaggiamenti che ora stanno utilizzando sul campo a Gaza.
Anche la Gran Bretagna, secondo quanto denuncia la Campagna contro il commercio di armi (Caat), ha concluso accordi importanti con le Forze aeree israeliane. Fornisce ad esempio componenti che costituiscono il 15% di ogni velivolo da combattimento F35, attualmente utilizzato nell’incessante bombardamento di Gaza da parte di Israele, che ha colpito scuole, ospedali e aree residenziali.
Secondo stime “prudenti”, il valore di questi componenti è di 336 milioni di sterline (386 milioni di euro) dal 2016.
Secondo il Sipri, la Germania ha inviato più di 1.000 motori per carri armati a Israele. In base a una licenza di esportazione del 2000, i motori sono stati utilizzati nei carri armati israeliani Merkava-4 e nei veicoli corazzati per il personale (Apc) Namer.
Motori diesel sono stati forniti anche per il veicolo da combattimento Eitan, prodotto in Israele.
“Secondo le nostre stime, alcuni di questi motori sono probabilmente pronti per essere utilizzati a Gaza“, ha dichiarato a Euronews Zain Hussain, ricercatore del Sipri.
Negli ultimi dieci anni, secondo il Sipri, la Germania ha anche fornito sottomarini di classe Dolphin e corvette Sa’ar per la Marina israeliana, sebbene con a bordo armi e missili israeliani.
Di queste navi, Hussain dice che “alcune sono state messe in servizio e probabilmente utilizzate per bombardare obiettivi a Gaza“.
“La Germania ha finanziato parte degli acquisti israeliani di sottomarini e corvette come forma di aiuto militare a Israele, per sostenere il Paese nella sua difesa e in una sorta di compensazione per i crimini nazisti“, ha aggiunto in una dichiarazione inviata a Euronews.
Per il Sipri, si rileva anche una significativa cooperazione industriale nel settore militare tra Germania e Israele, nello sviluppo di missili e altre munizioni, che coinvolge aziende come Rheinmetall, Mbda Deutschland e Krauss-Maffei Wegmann.
Anche l’Italia – rileva il Sipri – ha fornito parti per aerei da addestramento e da combattimento, tra cui l’M-346 Master e l’elicottero leggero Aw-119,
Secondo altre fonti, come Pagella Politica e riportate su Euronews, tra il 2013 e il 2022, le aziende italiane hanno venduto a Israele armamenti per un valore di quasi 120 milioni di euro: in media circa 12 milioni di euro all’anno.
Secondo quanto riporta il ricercatore Antonio Mazzeo nel giugno 2022 la controllata statunitense Leonardo DRS ha firmato un accordo di fusione con RADA Electronic Industries Ltd. società con sede a Netanaya (nei pressi di Tel Aviv), specializzata nella produzione di radar tattici militari, software avanzati, sistemi di sorveglianza delle frontiere e di difesa antiaerea e anti-drone.
In questa nuova fase del conflitto tra palestinesi e Israele, diversamente che con l’Ucraina, ufficialmente l’Italia non risulta aver promesso ulteriore sostegno militare a Israele. La Meloni – come del resto i governi precedenti – non ha però perso occasione per esprimere il suo incondizionato sostegno a Israele.
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