Il suo lavoro teorico critico con la rivista LA CONTRADDIZIONE è stato importante in molti campi - ci uniamo al cordoglio di quanti lo hanno conosciuto e lavorato con lui ed esprimiamo le condoglianze militanti alla compagna Carla Filosa e a sua figlia
proletari comunisti
16/11/23
In memoriam – Gianfranco Pala (Roma, 1940)
di Francesco Schettino
Pala ha speso la propria vita innanzitutto nell’affermazione della correttezza della teoria del valore (e del plusvalore) così come scoperta da Marx, «che è divenuta legge peculiare dello sviluppo del moderno modo di produzione capitalistico e della società borghese da esso generata » (Engels 1883) e che «ha subitamente gettato un fascio di luce nell’oscurità in cui brancolavano prima, in tutte le loro ricerche, tanto gli economisti classici che i critici socialisti» (Engels, ibidem).
In questa maniera ha tentato, in tutte le sue opere, di tutelare da sviamenti ideologici e opportunistici anche: la legge dello sviluppo della storia umana cioè il fatto elementare, sinora nascosto sotto l’orpello ideologico, che gli uomini devono innanzi tutto mangiare, bere, avere un tetto e vestirsi, prima di occuparsi di politica, di scienza, d’arte, di religione, ecc.; e che, per conseguenza, la produzione dei mezzi materiali immediati di esistenza e, con essa, il grado di sviluppo economico di un popolo e di
un’epoca in ogni momento determinato costituiscono la base dalla quale si sviluppano le istituzioni statali, le concezioni giuridiche, l’arte e anche le idee religiose degli uomini, e partendo dalla quale esse devono venir spiegate, e non inversamente, come si era fatto finora. (Engels, ibidem) La sua critica dell’economia politica volgare non ha risparmiato studiosi (apparentemente, secondo l’autore) vicini alla sinistra come Keynes o Sraffa, oltre che gli ‘equilibristi’ dell’economia marginalista.Nel tentativo di ribadire
l’esattezza della teoria del valore e del plusvalore – anche in termini
formali – così come enunciata e sviluppata da Marx e da Engels sulle
principali opere dei due autori, ha teso a fornire una lettura della
contemporaneità – crisi e imperialismo, in primis – connotata da
innegabile originalità rispetto ad altri contributi provenienti anche da
quella che l’autore definisce come l’asinistra.
La rivista «Contraddizione» contiene quasi la totalità dei contributi
nella forma di articolo di Pala e attraverso una analisi storiografica
della stessa è possibile cogliere la sua capacità di leggere la realtà
con le categorie originali di Marx fuggendo da una ottusa lettura
monolitica, così come da una ascientifica propensione al ‘nuovismo’ che ha colpito tanti suoi contemporanei.
Non è un caso, probabilmente, che
Pala è tra i pochi a ‘prevedere’ la crisi esplosa nel 2008 in quanto
frutto dell’ultima grande crisi del capitale che ha avuto origine già
all’inizio degli anni settanta, dalla fine degli accordi di Bretton
Woods (che ne furono non la causa ma la prima forma fenomenica).
Così come per Marx, anche per Pala «la scienza è una forza motrice della storia, una forza rivoluzionaria» (Engels, ibidem).
Pala è stato dunque, prima di tutto, uno studioso rivoluzionario, collocando le proprie conoscenze al servizio della lotta di classe, rimanendo di conseguenza estromesso dai circuiti accademici più prestigiosi. Contribuire in un modo o nell’altro all’abbattimento della società capitalistica e delle istituzioni statali che essa ha creato, contribuire all’emancipazione del proletariato moderno al quale (…) ha dato la coscienza delle condizioni della propria situazione e dei propri bisogni, la coscienza delle condizioni della propria liberazione: questa è stata la sua reale vocazione.
La lotta era il suo elemento. Ed ha combattuto con una passione, con una tenacia e con un successo come pochi hanno combattuto. (Engels, ibidem) Grazie alle moderne tecnologie, il suo nome e la sua opera vivranno in un lungo presente i cui confini verranno segnati dalla storia, giacché quasi tutti i suoi scritti sono già liberamente disponibili in formato cartaceo o in archivi informatici per coloro che hanno o avranno voglia di approcciarsi allo studio di Marx con un intento puramente rivoluzionario e dunque scevro da ogni forma di subalternità ideologica.
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