domenica 12 novembre 2023

pc 12 novembre - No al premierato della Meloni - Da Controinformazione rossoperaia del 10/11


In questo paese ogni giorno ne avviene una. Con il governo Meloni abbiamo superato tutti i limiti. 

Veramente pensavamo di averle viste tutte con i governi dei padroni in questi anni. Ci siamo sciroppati anni di governi democristiani, anni di centro-sinistra, venati di compromesso storico in certe fasi, anni di governi tecnici, anni di governi populisti, Grillo e Salvini, Conte e il Pd, Draghi, ecc. 

C'eravamo ed eravamo abituati a tutto e da sempre combattiamo tutti i governi dei padroni, della borghesia, del sistema capitalistico, perché noi vogliamo il governo del popolo, non genericamente del “popolo”, il popolo è fatto dalla classe operaia, dal proletariato che produce in questo paese tutta la ricchezza nazionale e viene ripagata con calci in culo, bassi salari, licenziamenti, morti sul lavoro, sul territorio o disoccupazione, precarietà, mancanza di sanità. Questo popolo deve andare al governo, per un governo operaio e popolare. Pacificamente? Saremo i primi ad essere contenti, ma con i mostri che abbiamo al potere che usano la violenza come concezione per affermare la dittatura del capitale, il governo dei ricchi e degli sfruttatori, probabilmente il governo operaio e popolare può venire solo da una rivolta, una rivoluzione che non sarà senza spargimento di sangue, a fronte dello spargimento di sangue e del sangue amaro che facciamo tutti i giorni e che ci avvelena la vita.

La Resistenza ha dimostrato che era possibile liberarsi di guerre e fascisti. Certo, poi, qualcosa è successo che ha impedito che questo diventasse l'Italia e si è ripristinato il potere della borghesia. 

I governi puntano sempre a una sola cosa, ad essere forti. Qualcuno dice: “Beh, è buono un governo forte, stabile”. No, forte e stabile significa inamovibile, che deve fare solo gli interessi dei padroni e che non si può toccare. 

Le riforme istituzionali da sempre hanno questo scopo: rendere il paese “governabile”, cioè nel senso che può fare tutto ciò che gli pare, che ha i pieni poteri di fare quello che vogliono i padroni, le classi sfruttatrici, i ricchi, i corrotti, i politicanti al loro servizio. 

L'ultima tappa di questo è il cosiddetto premierato. Cercano di interessarci a questa vicenda. Da un lato potremmo dire: “non ce ne importa niente, tanto governate come vi pare, da tempo”.  Il governo Meloni governa per decreto, al Parlamento mette la fiducia ai decreti. E fine della trasmissione. Possono fare già tutto quello che vogliono. Ma non gli basta mai, se gli dai un dito vogliono la mano. Quindi è evidente che il loro obiettivo è una dittatura, è una dittatura mascherata da democrazia, da riti formali chiamati elezioni, dove si sa già chi vince e chi vince potrà governare per sempre. Possono dire al popolo che pensano di creare lavoro e poi regalano disoccupazione, possono dire al popolo che vogliono dare un reddito a tutti e poi gli toglie pure il “reddito di cittadinanza”, possono dire che stanno migliorando la sanità e poi tagliano i fondi, ecc.

Ebbene, il premierato serve a far sì che i governi non possano cadere e se cadono diventa una sorta di gioco di palazzo, il gioco delle tre carte, perché se non comandiamo noi, sciogliamo il Parlamento. E se i Mattarella non ci stanno si “attaccano al tram”. Questo significa premiato: dittatura aperta di chi vincerebbe le elezioni. Vincere le elezioni? La Meloni ha avuto poco più del 17% dei voti, ma grazie alla coalizione, alla legge elettorale - un imbroglio - ha la maggioranza assoluta in Parlamento. Non le basta, vuole essere “eletta dal popolo”, per così dire. Ma “eletta”? Neanche per idea. La legge prevede che chi vince, cioè il partito che ha di più, incassa il 55% dei voti. In un paese in cui disertano le elezioni il 50%, significa semplicemente che il partito del 50% che vota, anche se ottiene il 10,1% mentre gli altri prendono 9-8-7-6%, si prende il 55% del Parlamento. La democrazia, il sistema proporzionale e la Costituzione sono carta straccia. Questa è la legge che vuole fare la Meloni. 

Chiaramente, siccome gli altri galli del pollaio - i Salvini e tanti aspiranti governanti per conto dei padroni - vogliono qualche assicurazione che la Meloni non decida tutto, si lamentano sui giornali, ma il giorno dopo vanno a pranzo insieme e fanno uguale. 

Quindi premierato significa dittatura legalizzata del partito minoritario del paese che prende più voti degli altri partiti minoritari. Significa che chi vota non conta niente, conta solo chi è riuscito a guadagnare quel 1% in più che gli permette di prendere il 55%. Può sciogliere il Parlamento, può fare tutto quello che vuole, più di quello che già fa, che già è scandaloso. 

NO al premierato. NO alla dittatura mascherata da riforma istituzionale. NO se fanno un referendum, anche se l'avevamo già fatto questo referendum. Ma purtroppo sembra che ogni tanto dobbiamo fare un referendum per dire “non toccate la Costituzione, non vi vogliamo, non vogliamo la dittatura al posto della democrazia parlamentare”. Glielo avevamo detto già a Renzi, ma, come niente, “fuori uno avanti un altro”. E toccherebbe adesso alla fascistella della Garbatella, assunta al trono per una serie di motivi. 

NO al premierato. Difendere uno straccio di Costituzione che comunque è meglio di quello che vogliono fare. 

Ma capiamoci, loro vogliono la dittatura. Le dittature, comunque arrivano al governo, non te ne liberi più. Per liberartene devi fare la Resistenza. Non siamo ancora al moderno fascismo come sistema, ma questa è la tendenza. Facciamo ancora in tempo a contrastarla, purché capiamo che non è col voto che fermiamo la marcia reazionaria di uno Stato a servizio dei padroni che vuole le leggi ad hoc per imporci la sua dittatura. 

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