lunedì 28 novembre 2022

pc 28 novembre - Sulla manifestazione del 26 novembre delle donne in lotta

Il 26 novembre delle donne ha mostrato di essere  una importante trincea d’avanguardia per il tipo di governo che abbiamo, clerico-fascista, sessista e revanscista contro diritti e conquiste delle donne, in primis il diritto d’aborto.

Che ci volesse una donna di matrice fascista a incarnare questo attacco, una persona che usa continuamente il fatto di essere donna come una "patacca" per autoesaltarsi a modello, è la dimostrazione che la borghesia almeno come “classe politica” è alla frutta.

Quella del 26 novembre è stata una manifestazione necessaria che volevamo larga e combattiva e che raccogliesse tutte le istanze e tutte le lotte, i fermenti delle donne contro una classe, uno Stato e un governo che in nome di “Dio, patria e famiglia” e figli coniugano la legge fondamentale nel sistema capitalista: il profitto; sono “bandiere” che accompagnano sempre la doppia oppressione e il recupero del moderno medioevo e sono compagne di miseria e guerra, di femminicidio di massa.

E’ in questo che il movimento attuale delle donne può essere una trincea che può diventare prima linea di un movimento esteso e continuo delle donne e di tutte le lotte delle masse, purchè si liberi dell'influenza e attuale egemonia delle dirigenti del femminismo medio borghese e piccolo borghese. 

In questo è stata importante l'azione e la presenza coraggiosa, determinata e visibile del Movimento femminista proletario rivoluzionario che è voce delle proletarie, delle operaie sfruttate, vessate, discriminate, e uccise sul posto di lavoro. L'Mfpr è la voce politica più radicale e un contingente che esprime la contraddizione di classe come madre di tutte le contraddizioni.

Questo è il dato non ancora di quantità ma di qualità per indirizzare la lotta delle donne per farne un riferimento del livello generale della lotta necessaria e possibile nella prospettiva di una rivoluzione proletaria che abbia al sua interno una rivoluzione nella rivoluzione, perché tutta la vita deve cambiare.

proletari comunisti/PCm Italia

28 novembre

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