domenica 27 novembre 2022

pc 27 novembre - Stellantis in India per vincere la guerra dei prezzi… ma con l’aiuto di Stato

Nella lunga guerra in corso per la conquista dei mercati dove vendere le auto prodotte in tutto il mondo (oltre 80 milioni nel 2021 compresi i veicoli commerciali), guerra accelerata dalla cosiddetta transizione alle auto elettriche, Stellantis ha deciso di spostare la produzione delle auto elettriche in India, dove negli ultimi sei anni ha investito oltre un miliardo, secondo un articolo di MilanoFinanza.

Se “Non è un mistero, scrive MF-Milano Finanza, che il costruttore consideri il mercato indiano fra i

più promettenti per quanto riguarda le vendite.” c’è però una novità, ed “è che Stellantis ritiene l’India anche un potenziale polo produttivo di auto elettriche a basso costo da esportare in tutto il mondo.”

Ma quale novità! La ricerca spasmodica di forza-lavoro a basso costo da parte dei padroni di ogni risma è una costante. In realtà Tavares, insoddisfatto “per le politiche di accompagnamento alla transizione sostenibile approvate da Bruxelles e dai Paesi membri della Ue” fa la voce grossa per farsi sentire appunto dai governi cui chiede “incentivi”, anche questa una costante oramai da decenni!

«Finora, l’Europa non è stata in grado di produrre veicoli elettrici a prezzi accessibili», dice Tavares. E che c’entra l’Europa? C’entra perché la guerra è diventata “mondiale” visto che tutti gli stati imperialisti sovvenzionano il settore.

“Il manager ha perciò chiesto alle autorità europee di sostenere la domanda con incentivi, di garantire stabilità normativa e di proteggere le case di auto domestiche dalla concorrenza sleale dei marchi cinesi, ampiamente sussidiati in patria dal governo di Pechino. Altrimenti, è il sottinteso, l’Europa rischia la deindustrializzazione a beneficio non solo della Cina e dell’India, ma anche degli Stati Uniti, che di recente hanno approvato un piano di sostegno dell’auto made in Usa dai connotati molto protezionistici.”

 «La grande opportunità per l’India sarebbe quella di vendere auto compatte elettriche a un prezzo accessibile … Questo è ciò a cui stiamo lavorando, ma non è ancora deciso. Questo è ciò che stiamo cercando di fare».

E per fare questo “Nel piano al 2030 Stellantis ha previsto investimenti per 30 miliardi sull’elettrico. I piani sono già stati avviati con la riconversione delle fabbriche e la costruzione di gigafactory in Europa e Stati Uniti. Di recente, poi, la casa ha annunciato il lancio negli Stati Uniti a partire dal 2024 della 500 elettrica, prodotta nello stabilimento di Mirafiori. Il prezzo delle vetture a batteria resta tuttavia elevato. Secondo una recente analisi di Alixpartners, il costo delle materie prime in un’auto elettrica ammonta a 5076 dollari, il 74% in più rispetto al 2020 e quasi il triplo rispetto a una vettura con motore diesel o benzina.”

Sui “costi” i padroni piangono sempre miseria: “A ciò si aggiunge l’aumento del prezzo dell’energia che ha comportato un incremento dei costi di produzione di una vettura con motore (a combustione o elettrica) di circa 500 euro per unità. In queste condizioni, ha più volte sottolineato Tavares, la classe media non potrà permettersi di comprare auto elettriche e, quindi, le fabbriche europee continueranno a lavorare su volumi ben al di sotto della loro capacità produttiva.” Ciò significa che in futuro le “fabbriche europee” e quindi anche italiane sono destinate a chiudere?

Visto che il quadro è abbastanza chiaro e i padroni i conti se li fanno con molto anticipo, la palla passa nel campo delle operaie e degli operai: senza la lotta non si può pensare di difendersi da questi attacchi…

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