Il corteo ha sfilato da Piazza Marina fino alla presidenza della Regione Siciliana di fatto bloccando per alcune ore il traffico nel centro della città. A sventolare, per volontà esplicita degli organizzatori, solo bandiere con lo stemma della Sicilia. Al divieto di esporre altre bandiere, hanno aggiunto quello di non
esporre altri striscioni o cartelli e di non consumare alcolici.Se la parola d’ordine dello striscione poteva anche essere condivisibile, quello che non è condivisibile è il “divieto” delle bandiere (ai “divieti” ci sta già pensando il governo moderno fascista), e se è comprensibile (non certo condivisibile) la presenza di diversi esponenti del M5S (molti dei “percettori” presenti hanno dichiarato di aver votato per loro), non è stata affatto condivisibile la presenza di esponenti politici del Pd, da sempre veri parassiti sociali… diciamo che erano questi i veri “infiltrati” di cui si preoccupavano gli organizzatori.
Tutta questa “blindatura” e il clima della manifestazione
non ha di certo contribuito ad allargare la partecipazione, che, anzi, ha
prestato il fianco di fatto alla propaganda politica del M5S e del Pd che ora
dicono di essere all’opposizione.
Una delegazione di rappresentanti è stata ricevuta infine
dalla neo assessora al Lavoro che si è impegnata a riferire al presidente della
Regione le richieste dei disoccupati.
Questa manifestazione si può considerare “oggettivamente”
contro il governo Meloni che lo vuole abolire, sebbene non sia stata questa la volontà
degli organizzatori che hanno provato a renderla quanto più “istituzionale”
possibile non dicendo una parola contro il governo.
Da parte nostra, abbiamo distribuito copie del volantino che denuncia la disparità di “aiuti” dei governi della borghesia (permanenti e miliardari ai padroni, grandi piccoli e medi, precari e miserabili quelli destinati ai disoccupati e ai poveri), e soprattutto fa appello all’unità e alla lotta contro il governo.
**
Un pezzo dell’articolo del quotidiano La Repubblica Palermo
di oggi:
“In piazza sono al massimo 250, e alla fine gli
organizzatori si dicono perfino soddisfatti. “Non ci aspettavamo così tanta
folla”, commenta Tony Guarino che guida la prima manifestazione d’Italia contro
la cancellazione del Reddito di cittadinanza, quella che ieri ha sfilato lungo
corso Vittorio Emanuele a Palermo.
“La folla, in realtà non sembra poi così tanta. Ci sono alcuni politici – spiccano i grillini Dolores Bevilacqua, Valentina D’Orso, Adriano Varrica e Antonino Randazzo e il dem Antonello Cracolici – ma nessuna bandiera: il corteo si dota di un breve elenco di regole che fra le altre (come, ad esempio, il divieto di consumare alcolici) impone di non esibire striscioni eccetto quello d’apertura: così la protesta di snoda senza caratterizzazioni di parte fino all’incontro finale con l’assessora al Lavoro, la neo democristiana Nuccia Albano. “Rappresenteremo al governo nazionale tutte le difficoltà del Sud”, dice lei. “Se alla fine Giorgia Meloni deciderà comunque di andare avanti – scandisce Guarino – avrà dichiarato guerra ai poveri”.
Nessun commento:
Posta un commento