Il processo è iniziato a Milano il 5 marzo 2018 e riprenderà il 9 settembre con le richieste della parte civile, la Nigeria.
I pm hanno chiesto la condanna a 8 anni per Descalzi e Scaroni e la confisca doppia, per oltre 2,1 miliardi di dollari di beni equivalenti, ai 13 imputati e alle due società, Eni e Shell, per l’acquisizione della licenza del blocco petrolifero Opl245 nelle acque profonde nigeriane del Golfo di Guinea nel 2011, licenza ottenuta con il pagamento di una maxi tangente di 1,1 miliardi di dollari ai politici del paese africano.
OPL 245 è l’immenso blocco petrolifero, una sorta di Eldorado offshore dell’oro nero, dal momento che le sue riserve stimate ammontano a 9,23 miliardi di barili di greggio.
Appena lo scorso maggio il governo Conte ha confermato Claudio Descalzi alla guida dell’Eni per altri tre anni.
E, con il decreto missioni approvato in Parlamento, è stato deciso l’impiego di 400 militari, 2 mezzi
navali e 2 mezzi aerei per assicurare la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti di estrazione di ENI nel Golfo di Guinea, nell'ambito della task force ‘Takuba’. A conferma del ruolo che svolge in politica estera, l'ENI è definita "lo Stato parallelo".
navali e 2 mezzi aerei per assicurare la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti di estrazione di ENI nel Golfo di Guinea, nell'ambito della task force ‘Takuba’. A conferma del ruolo che svolge in politica estera, l'ENI è definita "lo Stato parallelo".
Dalla vicenda emerge il ruolo oscuro svolto dai servizi segreti di quattro paesi, così come salgono a galla gli intrighi di potere e i problemi di governance all’interno del consiglio di amministrazione della più grande multinazionale italiana, l’Eni.
Non mancano i presunti complotti per far deragliare tutta l’inchiesta, i rapporti confidenziali che ammettono scomode verità, i testi dall’identità incerta che si rimangiano la parola e gli aspri confronti tra uno dei più famosi magistrati italiani, Fabio De Pasquale, e il gotha degli avvocati penalisti del nostro Paese, compresa l’ex ministro della Giustizia Paola Severino.
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