Per
poterlo realmente valutare, occorre partire da alcune premesse. I paesi e i governi imperialisti e capitalisti che compongono l’Europa
dei 27 avevano un obbligo di raggiungere questo accordo, - e non in
nome della cosiddetta “Unione europea” come blocco unico che si
contrapporrebbe agli Usa, alla Cina e al cui interno ci sarebbe un
super governo che decide tutto ai danni dei singoli paesi che
sarebbero, quindi, in sostanza tutti dipendenti dal supergoverno, o
trojka che dir si voglia, europeo.
Questa
visione è una caricatura della realtà, è fatta da sovranisti di
destra e di 'sinistra' per giustificare la linea dell' Italia subordinata e vilipesa, della indipendenza
nazionale tradita della linea dell'uscita dall'Europa dell’uscita dal
presunto blocco, del No euro, ecc.
Questa linea è sempre comunque di supporto ai padroni del proprio paese e ai governi che li
rappresentano.
Cosa
diversa è l’intreccio esistente delle diverse economie europee e
la diversa collocazione nello sviluppo diseguale dell’imperialismo
dei 27 paesi.
A
fronte della profondità della crisi esistente prima della pandemia,
divenuta clamorosa e allargata con la pandemia, tutte le economie
dei paesi imperialisti, che poi vuol dire i padroni di ogni singolo
paese, hanno motivi di cercare una unità all’insegna della
socializzazione delle perdite per garantire i profitti e piani per la
ripresa post pandemia e dentro la crisi, sempre per garantire i
profitti.
Il
Recovery found è parte di questa socializzazione delle perdite,
così come è parte di un fondo
per così dire neo keyneisiano che aiuti la ripresa economica che eviti il collasso di paesi anche importanti, vedi l’Italia, come anelli della catena che possono tirare giù tutto l’edificio.
per così dire neo keyneisiano che aiuti la ripresa economica che eviti il collasso di paesi anche importanti, vedi l’Italia, come anelli della catena che possono tirare giù tutto l’edificio.
Quindi,
non c’era soluzione alternativa all’accordo. Se non ce l’avessero
fatta in 4 giorni avrebbero fissato un altro Vertice fino
all’accordo. E' chiaro che non si poteva fare un accordo sulle
posizioni dei cosiddetti “paesi frugali”, né si poteva pensare
ad un recovery found che fosse un gigantesco trasferimento di soldi
pubblici di tutti a favore principalmente di qualcuno dei paesi. Non è mai
esistita la possibilità che 'vincesse l’Olanda' né meno che mai che 'vincesse l’Italia.
Nello stato delle cose attuali, viste le
premesse, non poteva che vincere il capitale, i padroni e tra essi i
padroni degli Stati imperialisti più forti, vale a dire: Germania e
secondariamente Francia.
Se
guardiamo a come è andata, senza leggere i soli giornali italiani e
ascoltare le dichiarazioni di Conte,dei suoi Ministri e di parte
della cosiddetta opposizione, ci accorgeremmo che tutti i giornali
hanno scritto la stessa cosa in ogni singolo paese dell’Europa:
tutti hanno vinto, tutti vedono il bicchiere mezzo pieno, tutti
leggono le cifre e i cavilli dell’accordo secondo la loro specifica
interpretazione che creerà ad ogni piè sospinto nuovi e conseguenti
problemi.
I
proletari non hanno patria nei paesi imperialisti e capitalisti
europei .
Gli
operai e le masse popolari di ciascun paese devono considerare
l’insieme dei governi europei come governi dei padroni, e i governi
dei padroni vanno combattuti tutti insieme a partire naturalmente
dalla lotta nel proprio paese e contro il proprio governo.
Non
ha vinto l’Olanda, non ha vinto l’Italia, e per buona pace dei
sovranisti governativi e di 'sinistra', non ha vinto la Germania.
Si sono disputati i soldi e i controlli su questi soldi, ben sapendo che c’è una parte di destino comune e c’è una guerra ai coltelli, di grandi parole e di guerra di bassa intensità, che dipende e dipenderà da due fattori: il peso reale di ciascun paese dell’accordo e la lotta di classe in ciascun paese.
Si sono disputati i soldi e i controlli su questi soldi, ben sapendo che c’è una parte di destino comune e c’è una guerra ai coltelli, di grandi parole e di guerra di bassa intensità, che dipende e dipenderà da due fattori: il peso reale di ciascun paese dell’accordo e la lotta di classe in ciascun paese.
Noi
comunisti e ci auguriamo il sindacalismo classista e combattivo, i movimenti di
lotta delle masse popolari e con questo dato che si devono misurare.
Quindi, evidentemente la questione chiave è la lotta contro i nostri
padroni e i nostri governi, e di conseguenza abbiamo bisogno di
smantellare le cose che a piene mani vengono dette da Conte e da
tutti coloro che lo sostengono, padroni, sindacati, maggioranza
parlamentare, i governi europei,per quanto riguarda i vincoli
antioperai e antipopolari contenuti nell’utilizzo dei fondi.
Questa
lotta non deve dare nessun spazio all’opposizione sovranista di
destra, fascio-populista che non avrebbe ottenuto sicuramente di più
a quel tavolo e avrebbe fatto la fine degli Orban di turno della
“furia francese e ritirata spagnola”, purché fossero lasciati
al tavolo del banchetto mettendo da parte il problema derispetto dei diritti
democratici.
Partendo da questo quadro, non è vero che è arrivato lo zio d’America né
babbo natale, i soldi keyseniani a parole, liberisti nei fatti sono
pochi, sono “maledetti”, perché sono soldi dei lavoratori e
delle masse che padroni e governo usano come se fossero propri, e non
sono “subito”.
Sono
pochi, non sono neanche lontanamente sufficienti a fronteggiare
l’emergenza sanità, l’emergenza lavoro, l’emergenza salario
delle grandi masse dei disoccupati e dei nuovi poveri che si sono
aggiunti ai vecchi poveri per effetto della crisi pandemica.
Sono
pochi per la ricerca che avrebbe dovuto essere una vera priorità,
sono pochi per tutte le aree che già erano aree già devastate dallo
sviluppo capitalistico diseguale e che anche una “politica
keyseniana” sa bene che avrebbero dovuto avere il doppio per
riprendersi.
Ma
perché sono pochi? Perchè vi sono nei bilanci di tutti i governi,
dalla “cattivissima” Germania alla “buonissima” Italia, non
solo la difesa oltranzista dei profitti dei padroni e dei banchieri,
la salvaguardia del sistema basato sull’intreccio tra industria e
finanza, ma le voci determinanti delle spese di guerra, dell’immenso
e crescente apparato dell’industria militare e bellica che si muove
dentro l’acutizzazione delle contraddizioni interimperialiste e i
crescenti e numerosi focolai di guerra in tante aree del mondo e
sull’immediato la grande crisi libica, la questione siriana, ecc.
Sono intoccabili e anzi devono crescere a dismisura i fondi per
l’immenso apparato repressivo, dato che ove proletari e masse non
ci stiano la soluzione di tutti i governi è la repressione, la
militarizzazione, la fascistizzazione, lo Stato di polizia, lo stato
di emergenza permanente.
I padroni e i loro governi hanno
raschiato il fondo del barile per mettere a disposizione questi fondi
ultra insuffuciuenti per le emergenze che dichiarano di volere
affrontare e i piani virtuosi di ripresa tinti di verde su cui
dicono di voler puntare.
Sono
fondi “maledetti” non solo perché strutturalmente nascono
dall’accumulazione capitalista e dallo sfruttamento ma perché
garantiscono tutto il sistema politico parassitario e corrotto dei vari governi. E, infine, forse
quello che è più importante, garantiscono la gigantesca
diseguaglianza del sistema fiscale, l’evasione legale e illegale –
pochi hanno scritto che il capo in testa dei cosiddetti“ paesi frugali”, l’Olanda, è il neo paradiso fiscale delle grandi
multinazionali europee; l’Fca Italia e tante altre industrie
italiane hanno la loro sede legale e le loro casseforti in Olanda.
E’
chiaro che i proletari e le masse popolari hanno da urlare forte che
neanche in un clima di emergenza così drammatica, con paesi pieni di
malati e morti e di gente in crescente disperazione avete fatto una
c,.. di patrimoniale. Qui i “buoni consigli” dei Keynes e dei
Visco nostrani ed europei non sono stati neanche lontanamente presi in
considerazione, e l’eroe nazionale Conte si è ben guardato di
accennare anche minimamente a questo, ben sapendo che su questo non
c’è neanche mezzo parlamentare che chiede realmente la patrimoniale.
Quindi,
i soldi che stanno arrivando sono soldi sporchi del capitale
“legittimo”, come pure del capitale mafioso, e qui non parliamo
di Sicilia.
Sono soldi sbandierati che non solo non arrivano subito, come
vogliono gli operai coi salari tagliati o senza lavoro, come vogliono
tutti i lavoratori, dalla sanità al Pubblico impiego, alla scuola,
al precariato diffuso, come vogliono i disoccupati e i senza reddito,
senza casa, che sentono parlare di miliardi come noccioline, dentro
nomi inglesi incomprensibili, ma che nella sostanza non vedono e alcun euro vero. Ma qui i governi europei associati si sono comportati come
dei veri maghi o giocatori delle tre carte: questi soldi li avrete ma
se intanto scaricate la crisi sui lavoratori, su pensioni, mercato del
lavoro, reddito di cittadinanza, spesa sociale che non sia la
sbandierata sanità. Qui ci saranno ancora tagli che loro chiamano
riforme per avere quei soldi sottoposti non al veto ufficiale ma agli
ostacoli di fatto che i governi e la grande regista Germania
potranno mettere.
Ci
sarà tempo per entrare nel merito di ogni euro e di ogni aspetto
particolare delle decisione europee. La cosa è necessaria ma non è così importante.
La
cosa necessaria e anche urgente è capire subito che questo accordo è
per i padroni e non per lavoratori e masse popolari e che lavoratori
e masse popolari possono strappare risultati solo con una lotta vera,
una lotta feroce e determinata che in alcuni settori è già
cominciata ma ha bisogno di diventare generale.
Ovvero c’è bisogno
di un altro accordo, l’accordo tra operai di tutte le fabbriche,
tra i lavoratori e lavoratrici di tutti i posti di lavoro, tra le
masse popolari di tutte le città grandi e piccole; un accordo, un
patto d’azione, un patto di ferro per dire che vogliamo per davvero
salario, lavoro, salute, sanità, case, scuole; e li vogliamo subito.
proletari comunisti/PCm Italia
luglio 2020
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