venerdì 24 luglio 2020

pc 24 luglio - Editoriale - il consiglio europeo/ il governo conte/ e lo scaricamento sui proletari della crisi

Il Consiglio europeo, dopo 4 giorni di scontri e intese, di blocchi rigidi e flessibili, ha varato l’accordo sul Recovery found.
Per poterlo realmente valutare, occorre partire da alcune premesse. I paesi e i governi imperialisti e capitalisti che compongono l’Europa dei 27 avevano un obbligo di raggiungere questo accordo, - e non in nome della cosiddetta “Unione europea” come blocco unico che si contrapporrebbe agli Usa, alla Cina e al cui interno ci sarebbe un super governo che decide tutto ai danni dei singoli paesi che sarebbero, quindi, in sostanza tutti dipendenti dal supergoverno, o trojka che dir si voglia, europeo.
Questa visione è una caricatura della realtà, è fatta da sovranisti di destra e di 'sinistra' per giustificare la linea dell' Italia subordinata e vilipesa, della indipendenza nazionale tradita della linea dell'uscita dall'Europa dell’uscita dal presunto blocco, del No euro, ecc. 
Questa linea è sempre comunque di supporto ai padroni del proprio paese e ai governi che li rappresentano.
Cosa diversa è l’intreccio esistente delle diverse economie europee e la diversa collocazione nello sviluppo diseguale dell’imperialismo dei 27 paesi.
A fronte della profondità della crisi esistente prima della pandemia, divenuta clamorosa e allargata con la pandemia, tutte le economie dei paesi imperialisti, che poi vuol dire i padroni di ogni singolo paese, hanno motivi di cercare una unità all’insegna della socializzazione delle perdite per garantire i profitti e piani per la ripresa post pandemia e dentro la crisi, sempre per garantire i profitti.
Il Recovery found è parte di questa socializzazione delle perdite, così come è parte di un fondo
per così dire neo keyneisiano che aiuti la ripresa economica che eviti il collasso di paesi anche importanti, vedi l’Italia, come anelli della catena che possono tirare giù tutto l’edificio.
Quindi, non c’era soluzione alternativa all’accordo. Se non ce l’avessero fatta in 4 giorni avrebbero fissato un altro Vertice fino all’accordo. E' chiaro che non si poteva fare un accordo sulle posizioni dei cosiddetti “paesi frugali”, né si poteva pensare ad un recovery found che fosse un gigantesco trasferimento di soldi pubblici di tutti a favore principalmente di qualcuno dei paesi. Non è mai esistita la possibilità che 'vincesse l’Olanda' né meno che mai che 'vincesse l’Italia. 
Nello stato delle cose attuali, viste le premesse, non poteva che vincere il capitale, i padroni e tra essi i padroni degli Stati imperialisti più forti, vale a dire: Germania e secondariamente Francia.
Se guardiamo a come è andata, senza leggere i soli giornali italiani e ascoltare le dichiarazioni di Conte,dei suoi Ministri e di parte della cosiddetta opposizione, ci accorgeremmo che tutti i giornali hanno scritto la stessa cosa in ogni singolo paese dell’Europa: tutti hanno vinto, tutti vedono il bicchiere mezzo pieno, tutti leggono le cifre e i cavilli dell’accordo secondo la loro specifica interpretazione che creerà ad ogni piè sospinto nuovi e conseguenti problemi.

I proletari non hanno patria nei paesi imperialisti e capitalisti europei .
Gli operai e le masse popolari di ciascun paese devono considerare l’insieme dei governi europei come governi dei padroni, e i governi dei padroni vanno combattuti tutti insieme a partire naturalmente dalla lotta nel proprio paese e contro il proprio governo.
Non ha vinto l’Olanda, non ha vinto l’Italia, e per buona pace dei sovranisti governativi e di 'sinistra', non ha vinto la Germania.
Si sono disputati i soldi e i controlli su questi soldi, ben sapendo che c’è una parte di destino comune e c’è una guerra ai coltelli, di grandi parole e di guerra di bassa intensità, che dipende e dipenderà da due fattori: il peso reale di ciascun paese dell’accordo e la lotta di classe in ciascun paese.
Noi comunisti e ci auguriamo  il sindacalismo classista e combattivo, i movimenti di lotta delle masse popolari e con questo dato che si devono misurare. 
Quindi, evidentemente la questione chiave è la lotta contro i nostri padroni e i nostri governi, e di conseguenza abbiamo bisogno di smantellare le cose che a piene mani vengono dette da Conte e da tutti coloro che lo sostengono, padroni, sindacati, maggioranza parlamentare, i governi europei,per quanto riguarda i vincoli antioperai e antipopolari contenuti nell’utilizzo dei fondi.
Questa lotta non deve dare nessun spazio all’opposizione sovranista di destra, fascio-populista che non avrebbe ottenuto sicuramente di più a quel tavolo e avrebbe fatto la fine degli Orban di turno della “furia francese e ritirata spagnola”, purché fossero lasciati al tavolo del banchetto mettendo da parte il problema derispetto dei diritti democratici.
Partendo da questo quadro, non è vero che è arrivato lo zio d’America né babbo natale, i soldi keyseniani a parole, liberisti nei fatti sono pochi, sono “maledetti”, perché sono soldi dei lavoratori e delle masse che padroni e governo usano come se fossero propri, e non sono “subito”.
Sono pochi, non sono neanche lontanamente sufficienti a fronteggiare l’emergenza sanità, l’emergenza lavoro, l’emergenza salario delle grandi masse dei disoccupati e dei nuovi poveri che si sono aggiunti ai vecchi poveri per effetto della crisi pandemica.
Sono pochi per la ricerca che avrebbe dovuto essere una vera priorità, sono pochi per tutte le aree che già erano aree già devastate dallo sviluppo capitalistico diseguale e che anche una “politica keyseniana” sa bene che avrebbero dovuto avere il doppio per riprendersi.
Ma perché sono pochi? Perchè vi sono nei bilanci di tutti i governi, dalla “cattivissima” Germania alla “buonissima” Italia, non solo la difesa oltranzista dei profitti dei padroni e dei banchieri, la salvaguardia del sistema basato sull’intreccio tra industria e finanza, ma le voci determinanti delle spese di guerra, dell’immenso e crescente apparato dell’industria militare e bellica che si muove dentro l’acutizzazione delle contraddizioni interimperialiste e i crescenti e numerosi focolai di guerra in tante aree del mondo e sull’immediato la grande crisi libica, la questione siriana, ecc
Sono intoccabili e anzi devono crescere a dismisura i fondi per l’immenso apparato repressivo, dato che ove proletari e masse non ci stiano la soluzione di tutti i governi è la repressione, la militarizzazione, la fascistizzazione, lo Stato di polizia, lo stato di emergenza permanente. 
I padroni e i loro governi hanno raschiato il fondo del barile per mettere a disposizione questi fondi ultra insuffuciuenti per le emergenze che dichiarano di volere affrontare e i piani virtuosi di ripresa tinti di verde su cui dicono di voler puntare.
Sono fondi “maledetti” non solo perché strutturalmente nascono dall’accumulazione capitalista e dallo sfruttamento ma perché garantiscono tutto il sistema politico parassitario e corrotto dei vari governi. E, infine, forse quello che è più importante, garantiscono la gigantesca diseguaglianza del sistema fiscale, l’evasione legale e illegale – pochi hanno scritto che il capo in testa dei cosiddetti“ paesi frugali”, l’Olanda, è il neo paradiso fiscale delle grandi multinazionali europee; l’Fca Italia e tante altre industrie italiane hanno la loro sede legale e le loro casseforti in Olanda.
E’ chiaro che i proletari e le masse popolari hanno da urlare forte che neanche in un clima di emergenza così drammatica, con paesi pieni di malati e morti e di gente in crescente disperazione avete fatto una c,.. di patrimoniale. Qui i “buoni consigli” dei Keynes e dei Visco nostrani ed europei non sono stati neanche lontanamente presi in considerazione, e l’eroe nazionale Conte si è ben guardato di accennare anche minimamente a questo, ben sapendo che su questo non c’è neanche mezzo parlamentare che chiede realmente la patrimoniale.
Quindi, i soldi che stanno arrivando sono soldi sporchi del capitale “legittimo”, come pure del capitale mafioso, e qui non parliamo di Sicilia.
Sono soldi sbandierati che non solo non arrivano subito, come vogliono gli operai coi salari tagliati o senza lavoro, come vogliono tutti i lavoratori, dalla sanità al Pubblico impiego, alla scuola, al precariato diffuso, come vogliono i disoccupati e i senza reddito, senza casa, che sentono parlare di miliardi come noccioline, dentro nomi inglesi incomprensibili, ma che nella sostanza non vedono e alcun euro vero. Ma qui i governi europei associati si sono comportati come dei veri maghi o giocatori delle tre carte: questi soldi li avrete ma se intanto scaricate la crisi sui lavoratori, su pensioni, mercato del lavoro, reddito di cittadinanza, spesa sociale che non sia la sbandierata sanità. Qui ci saranno ancora tagli che loro chiamano riforme per avere quei soldi sottoposti non al veto ufficiale ma agli ostacoli di fatto che i governi e la grande regista Germania potranno mettere.

Ci sarà tempo per entrare nel merito di ogni euro e di ogni aspetto particolare delle decisione europee. La cosa è necessaria ma non è così importante.
La cosa necessaria e anche urgente è capire subito che questo accordo è per i padroni e non per lavoratori e masse popolari e che lavoratori e masse popolari possono strappare risultati solo con una lotta vera, una lotta feroce e determinata che in alcuni settori è già cominciata ma ha bisogno di diventare generale.
 Ovvero c’è bisogno di un altro accordo, l’accordo tra operai di tutte le fabbriche, tra i lavoratori e lavoratrici di tutti i posti di lavoro, tra le masse popolari di tutte le città grandi e piccole; un accordo, un patto d’azione, un patto di ferro per dire che vogliamo per davvero salario, lavoro, salute, sanità, case, scuole; e li vogliamo subito.

proletari comunisti/PCm Italia
luglio 2020

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