Nel Patto di azione si fa, però, ancora fatica a riconoscerla e sostenerla
Questa, come altre lotte che in questo periodo le lavoratrici stanno portando avanti - dal nord al sud - portano con tutta la loro forza la condizione e lotta delle donne; cosa che invece è mal posta nelle assemblee e comunicati del Patto d'azione, derubricata alla frase: "questione di genere".
Per favore anche nel Patto basta parole generiche sulle donne che non partono e non guardano alla realtà concreta! Le donne lavoratrici sono già in prima linea nella lotta! Nell'emergenza coronavirus le lavoratrici, le proletarie, in una condizione peggiorata dal lockdown di lavoro, non lavoro, chiuse in casa, sono emerse con forza in
maniera anche drammatica, vedi i casi di suicidi, contagi, morti nella sanità e l'aumento dei femminicidi. Il governo non ha considerato la maggioranza delle donne nei vari Dpcm, se non per rafforzare le catene nella/per la famiglia-lavoro di cura (la questione dello smart-working è emblematica).
Riesplosa
in modo più forte nel mese di giugno questa lotta con alla testa la
forza delle tante lavoratrici precarie in piazza quasi quotidianamente, è stata dalla nascita del Patto d'azione inserita nell'ottica del Patto inteso come costruzione di un fronte di base effettivo, ma partendo appunto dalle lotte reali che
si fanno, lavorando, e certamente non è cosa facile, per estenderne la
conoscenza e anche la solidarietà e per allargare le forze.
Questa lotta a Palermo fa oggi da riferimento dell'azione-appello per la costruzione sui posti di lavoro e sul territorio del patto di azione e del fronte unico di classe anticapitalista.
Nello stesso tempo a Palermo è dal 19 giugno con fatti e non parole che si esprime solidarietà alle altre lotte e si sviluppa l'iniziativa contro la repressione all'insegna "Se toccano uno toccano tutti".
Questa lotta a Palermo fa oggi da riferimento dell'azione-appello per la costruzione sui posti di lavoro e sul territorio del patto di azione e del fronte unico di classe anticapitalista.
Nello stesso tempo a Palermo è dal 19 giugno con fatti e non parole che si esprime solidarietà alle altre lotte e si sviluppa l'iniziativa contro la repressione all'insegna "Se toccano uno toccano tutti".
In una ottica, non strettamente "vertenziale" ma per contribuire a trasformare le lotte in "guerra di classe".
Questa, come altre lotte che in questo periodo le lavoratrici stanno portando avanti - dal nord al sud - portano con tutta la loro forza la condizione e lotta delle donne; cosa che invece è mal posta nelle assemblee e comunicati del Patto d'azione, derubricata alla frase: "questione di genere".
Per favore anche nel Patto basta parole generiche sulle donne che non partono e non guardano alla realtà concreta! Le donne lavoratrici sono già in prima linea nella lotta! Nell'emergenza coronavirus le lavoratrici, le proletarie, in una condizione peggiorata dal lockdown di lavoro, non lavoro, chiuse in casa, sono emerse con forza in
maniera anche drammatica, vedi i casi di suicidi, contagi, morti nella sanità e l'aumento dei femminicidi. Il governo non ha considerato la maggioranza delle donne nei vari Dpcm, se non per rafforzare le catene nella/per la famiglia-lavoro di cura (la questione dello smart-working è emblematica).
Ma nello stesso tempo l'emergenza
Covid ha posto chiaramente che è questo sistema capitalista la vera causa
della doppia oppressione delle donne.
Le
lavoratrici, le precarie, le proletarie, le migranti oggi stanno
lottando: vedi le tante precarie Assistenti di Palermo/Sicilia, le
operaie immigrate della Montello di Bergamo, le lavoratrici degli asili
di Taranto, le lavoratrici degli alberghi e della ristorazione... e in
queste lotte stanno esprimendo precisi obiettivi/piattaforme che sono
più ampi perchè guardano all'intreccio della condizione di classe e
della condizione di genere.
Sono
lavoratrici che hanno fatto in buona parte lo sciopero delle donne del 9
marzo sfidando il primo illegale divieto di sciopero su una piattaforma
scaturita dalle istanze, bi/sogni emersi dalle lotte reali, dalle
inchieste dirette e indirette che pongono la necessità di lottare a 360
gradi, partendo sì da obiettivi concreti ma nella prospettiva
rivoluzionaria che questo sistema sociale non è riformabile.
Un compagno all'assemblea del 11 luglio del Patto d'azione ha richiamato l'importanza dello sciopero dell'8 marzo...
Pensiamo sia necessario che il Patto di azione assuma la piattaforma delle donne/lavoratrici.
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