Nel giro di fabbrica riservato ai sindacati, ieri per la celebrazione
dei 40 anni di vita della Panda, nello stabilimento di Pomigliano
d'Arco, insieme ai segretari delle altre categoria metalmeccaniche c'era
anche la numero uno della Fiom, Francesca Re David.
Per la prima volta dopo dieci anni, dal rifiuto del sindacato cigiellino di firmare proprio l'accordo sulla missione produttiva della Panda a Pomigliano, ieri anche la Fiom ha ritrovato per cosi dire «pari dignità» nei rapporti con la casa automobilistica torinese? «Si, è la prima volta dal 2010 che la Fiom da sindacato esterno, vede all'intemo dello stabilimento sia le linee della Panda sia quelle in realizzazione con l'investimento per
la nuova Alfa Tonale. Un fatto importante che racconta che noi non siamo spariti dal mondo Fiat. Abbiamo un senso di responsabilità molto forte di fronte all'occupazione e alle condizioni dei lavoratori. Credo che questo sia un segnale importante di reciproco riconoscimento. Noi non condividiamo la scelta contrattuale di Fca ma riconosciamo l'azienda. Già nel tavolo sull'integrativo siamo stati presenti con un confronto e credo che anche l'azienda riconosca la presenza della Fiom nei suoi stabilimenti. Quando le parti si riconoscono penso sia un buon punto di partenza».
Questo potrebbe essere il preambolo per un ravvedimento sull'accordo contrattuale di Fca? «Quel punto di dissenso nato nel 2010 rimane comunque aperto e non c'è alcuna marcia indietro da parte nostra. Ciò non toglie che riconosciamo che il piano di investimenti annunciato per la prima volta è concreto e viene portato avanti. Dobbiamo guardare al futuro ed avere delle relazioni sindacali reciprocamente rispettose al di là di chi ha firmato e chi non ha firmato l'accordo contrattuale». ù
Dunque ha un giudizio positivo sul piano industriale e sull'investimento per Pomigliano? «L'impegno di questi anni si è concentrato nel salvaguardare occupazione e produzione delle lavoratrici e dei lavoratori, raggiungendo accordi e proponendo investimenti per la svolta verso produzioni ibride ed elettriche indispensabili per affrontare la fase di transizione del mercato delle auto e garantire la piena occupazione. È ora necessario che questo confronto continui visto il processo di fusione con Psa avviato dall'azienda e che il Governo convochi un incontro con sindacati e imprese per rilanciare investimenti, produzione e occupazione in Fca e nelle filiere dell'automotive».
A questo punto sono dissipati i dubbi ed i timori per la fusione con Psa? «È importante che in questa fase che Fca porti avanti il suo piano e non rallenti la fusione con Psa. Per riempire gli stabilimenti e portare piena occupazione però bisogna capire se il piano sia sufficiente o meno».
Roma, 26 febbraio 2020
Per la prima volta dopo dieci anni, dal rifiuto del sindacato cigiellino di firmare proprio l'accordo sulla missione produttiva della Panda a Pomigliano, ieri anche la Fiom ha ritrovato per cosi dire «pari dignità» nei rapporti con la casa automobilistica torinese? «Si, è la prima volta dal 2010 che la Fiom da sindacato esterno, vede all'intemo dello stabilimento sia le linee della Panda sia quelle in realizzazione con l'investimento per
la nuova Alfa Tonale. Un fatto importante che racconta che noi non siamo spariti dal mondo Fiat. Abbiamo un senso di responsabilità molto forte di fronte all'occupazione e alle condizioni dei lavoratori. Credo che questo sia un segnale importante di reciproco riconoscimento. Noi non condividiamo la scelta contrattuale di Fca ma riconosciamo l'azienda. Già nel tavolo sull'integrativo siamo stati presenti con un confronto e credo che anche l'azienda riconosca la presenza della Fiom nei suoi stabilimenti. Quando le parti si riconoscono penso sia un buon punto di partenza».
Questo potrebbe essere il preambolo per un ravvedimento sull'accordo contrattuale di Fca? «Quel punto di dissenso nato nel 2010 rimane comunque aperto e non c'è alcuna marcia indietro da parte nostra. Ciò non toglie che riconosciamo che il piano di investimenti annunciato per la prima volta è concreto e viene portato avanti. Dobbiamo guardare al futuro ed avere delle relazioni sindacali reciprocamente rispettose al di là di chi ha firmato e chi non ha firmato l'accordo contrattuale». ù
Dunque ha un giudizio positivo sul piano industriale e sull'investimento per Pomigliano? «L'impegno di questi anni si è concentrato nel salvaguardare occupazione e produzione delle lavoratrici e dei lavoratori, raggiungendo accordi e proponendo investimenti per la svolta verso produzioni ibride ed elettriche indispensabili per affrontare la fase di transizione del mercato delle auto e garantire la piena occupazione. È ora necessario che questo confronto continui visto il processo di fusione con Psa avviato dall'azienda e che il Governo convochi un incontro con sindacati e imprese per rilanciare investimenti, produzione e occupazione in Fca e nelle filiere dell'automotive».
A questo punto sono dissipati i dubbi ed i timori per la fusione con Psa? «È importante che in questa fase che Fca porti avanti il suo piano e non rallenti la fusione con Psa. Per riempire gli stabilimenti e portare piena occupazione però bisogna capire se il piano sia sufficiente o meno».
Roma, 26 febbraio 2020
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