lunedì 24 febbraio 2020

pc 24 febbraio - LAVORATORI DELLO SLAI COBAS SC DELLA SANITA' DI MILANO SI ATTIVANO

Informativa di un compagno di Milano dello Slai cobas per il sindacato di classe operante nell'Istituto Tumori: 
L'ALTRAFACCIA DELLA MEDAGLIA NELLE STRUTTURE SANITARIE E LA NECESSITA' DELLA VOCE E AZIONE DEI LAVORATORI DEI SINDACATI DI BASE 

"Già stamattina al lavoro all'Istituto Tumori è stato un delirio con contrasti con una infermiera; questa come tanti, purtroppo, hanno le idee confuse ma comunque tendono a schierarsi con l'azienda, che non solo non ha dato informativa al pubblico ma nemmeno al personale che lavora in Istituto. Cosa ancor più grave è la carenza di materiali, in primis mascherine e in particolare quelle col doppio filtro che sono le uniche efficaci in casi di infezioni, infezioni virulente e nel maneggio-smaltimento-cura coi pazienti in terapia chemioterapica; mascherine che per i tagli alla sanità pubblica sono scarse nei reparti, ma che dovrebbero essere date in dotazione anche ai pazienti in quanto in un ospedale oncologico sono immunodepressi e quindi ad altissimo rischio (il terzo caso di morte di ieri pomeriggio è proprio una donna malata oncologica). 
In istituto il sindacato di base Sgb due giorni fa aveva mandato un "suggerimento/sollecitazione" all'amministrazione a dare corso ad informativa all'utenza e ai lavoratori, cosa che invece l'azienda non ha fatto, e solo oggi (ieri) dopo un mezzo casino che ho montato (con i medici che mi hanno appoggiato) si è visto il dirigente dell'ufficio personale infermieristico e Oss venuto a controllare come era la situazione e stasera la direzione medica farà un comunicato. 
C'è la necessità che i sindacati di base, in particolare quelli operanti negli ospedali, strutture sanitarie, dicano e denuncino quanto stanno mettendo in campo le istituzioni. Per questo ieri ho contattato lavoratori di altri sindacati di base. 
Al San Raffaele, dove è stato ricoverato un caso di coronavirus che viene da Sesto San Giovanni, parte del personale è stato a diretto contatto con il contagiato messo in quarantena, mentre altro personale che abita nella zona (11 paesi) centro del focolaio è stato lasciato a casa. Questo tradotto significa super lavoro e stress per il personale ridotto all'osso. Ragione per cui domani (oggi) l'Usi ha dovuto revocare uno sciopero già programmato per giovedì prossimo, ma condivide che i sindacati di base dicano la loro, anche perchè i provvedimenti che stanno mettendo in campo
sembrano più repressivi che risolutivi.
Lo stesso mi ha detto un compagno del San Paolo, dove  vi è stato l'intervento della polizia, chiamata dalla direzione, per impedire un volantinaggio dell'Usi in cui si denunciava il caso di due operatori Oss costretti a fare il doppio turno e per cui un degli operatori si era sentito male. 
Fatto positivo, vi sono medici, seri e competenti d'accordo a collaborare sia in termini tecnici/scientifici che di propaganda. 
Ho contattato anche l'Adl cobas, che si è detto d'accordo con la necessità di iniziative comuni e ha informato che a Niguarda gli operatori che lavorano col 118 è possibile che non escano per svolgere il servizio se non hanno mascherine doppio filtro (visto che settimana scorsa hanno lavorato senza queste protezioni).

Continuerò a dare informazioni. Spero in giornata di inviare un comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe" .

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