martedì 25 febbraio 2020

pc 25 febbraio - info 1 da Milano: Lo scontro aperto tra Conte e i governatori - leghisti - di Lombardia e Veneto, col continuo sciacallaggio di Salvini, sta intensificando il panico, piuttosto che trovare soluzioni. Partiamo da alcuni titoli di giornali che mostrano il disorientamento tra lavoratori, popolazione, attività commerciali...

Mettiamo in risalto per primo il buon senso e senso di responsabilità della comunità cinese che, in testa Salvini, è stata additata come l'untore

Coronavirus a Milano, chiudono manicure, parrucchieri, bar e ristoranti cinesi: "Rispetto per il momento che la città sta vivendo"
I bar, e non solo dalle 18, come da ordinanza regionale. E poi parrucchieri, manicure, ristoranti, market. A Milano la comunità cinese chiude le attività commerciali "fino a data da destinarsi". Una decisione che non sarebbe stata presa dopo riunioni e vertici, ma che sarebbe stata condivisa un po' da tutti, come spiega Francesco Wu, nel direttivo di Camera di Commercio di Milano Monza a Brianza, responsabile per l'imprenditoria straniera: "Ogni settore commerciale della comunità cinese ha deciso in autonomia già da venerdì di chiudere le attività, sia per un calo della domanda di servizio, sia per rispetto verso la città in un momento difficile. Non c'è stato un ordine dall'alto arrivato dai vertici o dall'ambasciata cinese, ma una consultazione orizzontale, nelle chat, dei ristoratori fra di loro, come dei baristi, come dei parrucchieri e degli estetisti. Abbiamo valutato, anche a seguito dell'ordinanza regionale, che è opportuno chiudere le attività fino a nuove disposizione, per non mettere a rischio la salute di nessuno e anche perché comunque il giro d'affari non giustifica l'apertura dei negozi e degli esercizi pubblici".

Proseguiamo con la cattiva informazione che genera il panico

L'assalto ai centralini per la paura coronavirus: 300mila chiamate in un giorno al numero di emergenza della Lombardia

Tra 112 e il centralino attivato dalla Regione linee intasate da ogni genere di richiesta, la più frequente quella di fare un tampone. "Ma così si manda in tilt il sistema e si toglie tempo alle richieste di aiuto reali"
di TIZIANA DE GIORGIO e SANDRO DE RICCARDIS
Oltre 300mila chiamate in un giorno, più di mezzo milione in 48 ore, una media di 12.500 ogni ora. E' come se tutti gli abitanti di una città grande quasi quanto Catania si fossero attaccati al telefono nello stesso giorno, chiamando lo stesso numero: 800.894.545. 

Continuiamo con la piaga dello sciacallaggio

Coronavirus: i pm di Milano aprono un fascicolo per la speculazione su mascherine e disinfettanti, esposto del Codacons in 104 procure

La guardia di finanza effettuerà un primo monitoraggio, nel mirino soprattutto le vendite online
La procura di Milano ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di "manovre speculative" su generi di prima necessità in relazione alle vendite a prezzi 'folli', in particolare su piattaforme online, di gel disinfettanti e mascherine in questi giorni di emergenza coronavirus. Il fascicolo al momento è a carico di ignoti ed è coordinato dagli aggiunti Tiziana Siciliano e Eugenio Fusco. La guardia di finanza effettuerà un primo monitoraggio per gli accertamenti.
In mattinata il Codacons aveva presentato a 104 procure di tutta Italia, alla guardia di finanza e all'Antitrust un esposto per i listini esorbitanti e le speculazioni sui prezzi di gel igienizzanti e mascherine venduti sul web. Secondo il Codacons per le mascherine sui siti di vendita online si sono registrati ricarichi che arrivano fino a +1700%, mentre per i gel igienizzanti per le mani gli aumenti raggiungono quota +650%.
"Appare necessario formulare richiesta tesa ad oscurare le pagine di Amazon e di altri portali specializzati nelle vendite online, dove si continuano a pubblicizzare prodotti legati al coronavirus a prezzi abnormi. Per dare un'idea di quanto sta accadendo si documentano, a titolo esemplificativo, le offerte per alcuni prodotti "Per CoronaVirus" tesi a ingannare i Consumatori e indurli ad acquistare a prezzi intollerabilmente elevati, prodotti assolutamente inutili contro il virus. Del resto i costi per la produzione dei prodotti non sono aumentati né l'incremento della richiesta può giustificare uno spropositato aumento dei prezzi".

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