lunedì 24 febbraio 2020

pc 24 febbraio - Dal "centro" del focolaio: per dire stop al panico, che i provvedimenti presi più che risolvere alimentano; per una corretta contro/informazione sia verso chi in sanità ci lavora e chi in ospedale ci entra...

Da un lavoratore dello Slai Cobas sc INT
Testimonianze; analisi di alcuni provvedimenti; informativa tossica dei media
1) stamani un lavoratore di Codogno ai microfoni di Radio Popolare ha denunciato il fatto che nel momento del caso 0 era venuto a contatto, e non solo lui, con chi aveva trattato i pazienti potenzialmente contagiati, finito il loro lavoro sono tornati a casa senza che gli venisse fatto il tampone.
Cosa significa questo? Che un provvedimento radicale - gravoso - (come quello di isolare la zona del focolaio) ma necessario, andava fatto subito e non "chiudere la stalla quando i buoi sono scappati". Questo, siamo sicuri, lavoratori e popolazione l'avrebbero accettato, anche a denti stretti, se informati correttamente;
2) come testimoniato sia dall'infettivologo del Sacco, Zambelli, che dal primario di Codogno, Scanzi, si mette in evidenza in primis l'abnegazione-dedizione del personale medico e infermieristico (che non solo sono in quarantena, ma reperibili 24h su 24); la complessità delle operazioni (bardarsi con
tute-maschere-guanti-occhiali-calzari, simili a tute da astronauta e svestirsi in coppia stando attenti al fatto che gli ausili utilizzati sono contaminati) vengono fatte con esperienza, ma in situazioni d'emergenza come questa, creano più stress e si possono contagiare. 
Cosa significa questo? Che invece di appaltare a forze dell'ordine, anziché protezione civile, ci vogliono nuove assunzione o stabilizzazione dei tanti precari della sanità, mettendo fine alla devastazione e tagli alla sanità, principalmente pubblica, di cui la Regione Lombardia è veramente "eccellente";
3) anche fare la spesa è diventata un dramma: "meglio" restare a casa - se si esce indossare le mascherine, che sono ovunque quasi esaurite, oppure no che le persone si spaventano. 
Un'ascoltatrice di Radio Popolare ha detto che il problema sarebbe risolvibile col servizio a domicilio. Un sano, semplice, di buon senso, ragionamento popolare;
4) concludiamo, momentaneamente, con un aggiornamento dal Niguarda. 
La protesta/minaccia, di ieri sera, dei lavoratori del 118 che stamattina non sarebbero usciti se non venivano muniti delle mascherine con doppio filtro, ha avuto successo e stamattina hanno potuto lavorare in sicurezza. Che significa ciò? Che i lavoratori della sanità devono, devono sottolineamo noi, prendere parola e dare soluzioni
Continua... 

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