mercoledì 26 febbraio 2020

pc 26 febbraio - CORONAVIRUS - PER INQUADRARE PIU' CORRETTAMENTE LA SITUAZIONE - Da interviste a medici, da varie fonti

Breve premessa:
Questa "emergenza" del Coronavirus sta mostrando "semplicemente" la vera e generale emergenza: quella di un sistema capitalista/imperialista che periodicamente produce, e non può non farlo, malattie, morti. Come dice uno dei medici di cui riportiamo alcune dichiarazioni, basta affacciarsi fuori dal nostro paese e si vede come ogni giorno muoiono a grappoli migliaia e migliaia di persone, bambini, di tutte le malattie possibili e immaginabili, in primis per la malnutrizione provocata dall'imperialismo.
Ora, come in altri anni passati, la malattia sta nel "ventre della bestia", delle cittadelle imperialiste - ma, diremmo, per capire chi sono i veri responsabili: tu capitale, tu Stato, tu governo "guardati allo specchio".
Il problema non sta, come alcuni stanno dicendo, in una sanità privatizzata rispetto ad un peggioramento, taglio della sanità pubblica. Questo chiaramente c'è - a sua volta frutto di un sistema economico, politico al servizio del profitto di pochi e non dell'interesse della collettività - ma non è l'aspetto principale, nè la soluzione, perchè anche il "pubblico" è guidato dalle stesse leggi della realizzazione dell'utile economico e insieme del taglio dei costi a tutti i livelli, in primis di medici e operatori sanitari (e questo l'Italia lo ha già ampiamente dimostrato).
Al di là di politiche strumentali, malsane pensate a "tavolino" (che pur ci sono e frutto della guerra interimperialista), lo stesso governo, gli Enti nazionali ed internazionali preposti del campo della sanità, si sono incastrati da sè stessi - esagerano o sottovalutano, adottano provvedimenti che non solo non sono la soluzione ma incartano la realtà - a volte sembrano come mosche in un bicchiere d'acqua. Ma anche questo mostra che le masse non possono delegare, ma essere protagoniste, prima di tutto della lotta a tutti i livelli contro questo sistema capitalista "malato" e che può provocare solo danni.
Quindi, sgomberiamo il campo da superficialità. E facciamo appello prima di tutto ai proletari, alle masse popolari a pretendere di comprendere per poter ragionare, discernere tra il necessario e lo sbagliato, e affrontare la realtà con una conoscenza di parte.
Per questo, anche questa "emergenza" è un problema soprattutto di attivizzazione collettiva delle masse, di lotta - tutto il contrario della "chiusura nelle case" o delle "sospensioni" di attività sindacali, sociali, ecc.
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NOTE VARIE

Riccardi (OMS) nel marzo del 2019 diceva: "C'è una strage in corso, migliaia di persone muoiono ogni giorno per infezioni ospedaliere, ma il fenomeno viene sottovalutato, si è diffusa
l'idea che si tratti di un fatto ineluttabile. In 13 anni, dal 2003 al 2016, il tasso di mortalità per infezioni contratte in ospedale è raddoppiato sia per gli uomini che per le donne. L'aumento del fenomeno è stato osservato in tutte le fasce d'età, ma in particolar modo per gli individui dai 75 anni in su. Questo ci dimostra della gravissima crisi della sanità pubblica già in un contesto di “normalità”.

Un medico che lavora in un importante ospedale cittadino ci ha spiegato come il progressivo scorporamento subito dagli  ospedali torinesi avvenuto negli ultimi anni, non aiuti di certo il  lavoro di tutti coloro che lavorano nella sanità. Attualmente  la situazione è assolutamente gestibile, ma si rischia che questo  processo di scorporamento porti alcuni nodi del sistema sanitario  nazionale a non essere attrezzati al 100% di fronte alla eventualità che  i casi di corona-virus dovessero insistere maggiormente sul nostro  territorio (da Pap Torino).

Da un'intervista al primario Scanzi dell'ospedale di Codogno:"Si fanno turni estenuanti, diciamo che da venerdì siamo rimasti sempre qua, pur con alcune pause per riposare. Le dodici ore della giornata sono coperte. Ci hanno mandato dei medici dal Policlinico di Pavia di rinforzo, in caso contrario non ce l'avremmo fatta. E gli infermieri forse sono più impegnati di noi... Alcuni sono rimasti al lavoro per oltre 24 ore tra venerdì e sabato perché il cambio non arrivava".

L'infettivologo del Sacco, Agostino Zambelli, fa parte della squadra permanente dell'ospedale che è stata chiamata "Ebola": "un gruppo di dottori e infermieri che deve essere reperibile sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro, pronto ad affrontare qualsiasi evenienza...
I veri eroi sono i colleghi, i medici di base per esempio, che in questo momento visitano un paziente che arriva con la febbre senza nulla. Loro sì che rischiano. Molto più di noi, attrezzati e preparati".
"Nessuno vorrebbe entrare in quelle stanze. Quantomeno per fare vedere che è più bravo. Ma in questo ospedale c'è un'intera squadra formata da decine di persone che sta reagendo in maniera straordinaria, con una dedizione straordinaria. Dai più giovani, come gli specializzandi, anche loro a contatto con i malati, in reparto, nessuno si è tirato indietro. Fino ai più anziani".
"Fra giovedì e venerdì il direttore delle malattie infettive Giuliano Rizzardini e il dirigente Luca Meroni sono partiti insieme alla squadra che è andata a fare i tamponi a tutta la famiglia del trentottenne di Codogno. Si sono girati mezza pianura, sono tornati stravolti all'alba. Potevano delegare, non è stato così". 

Da un'intervista al dottor Leopoldo Salmaso di Padova, in partenza per la Tanzanìa, dove porta avanti progetti sanitari, in particolare per bambini: "...Con tutta l’attenzione dovuta a questo virus, vorrei rimarcare che più della metà delle morti di bambini sotto i 5 anni, e parliamo di oltre 5 milioni e mezzo ogni anno nel mondo, è causata da banali affezioni respiratorie o da ancor più banali malattie diarroiche, che uccidono semplicemente perché aggrediscono corpi debilitati da malnutrizione... questo coronavirus ha un tasso di contagiosità del 2,5, mentre il tasso di contagiosità del morbillo è 15. Ciò significa che, partendo dal primo contagiato, dopo quattro passaggi il Nuovo Coronavirus avrà infettato 39 persone, mentre il virus del morbillo ne avrà infettate… ascolti bene: 50.625. E sa perché un normale morbillo è un killer tanto temibile per i bambini africani? Perché sono malnutriti. Quindi il semplice morbillo rappresenta un rischio a livello globale ben più alto del coronavirus, ma non genera terrore..."
"...Noi poi chiamiamo killer un virus che su una popolazione di 1 miliardo e mezzo di individui ne ha uccisi 1.000, più forse 3 o 4 fuori dalla Cina, ma non badiamo a un killer che miete milioni di vittime non tanto per la sua virulenza quanto per la debolezza dovuta a povertà estrema dei corpi in cui si insedia. Le sembrano paragonabili 140.000 morti di morbillo con 776 morti di SARS, per esempio?...  Quello che si sta diffondendo è il virus del terrore, perché il coronavirus si diffonde sì nell’aria attraverso le micro goccioline espulse con un colpo di tosse o uno sternuto, ma per ridurre il rischio di contagio basta seguire le regole di igiene basilari, quelle che si insegnano ai bambini, prima tra tutte quella di lavarsi le mani col sapone. Noi che acqua corrente e sapone ne abbiamo in abbondanza!... ridurrebbe di molto le probabilità di contagio e non si arriverebbe alle centinaia di migliaia di morti che abbiamo ogni anno per le comuni influenze, che però non terrorizzano il mondo perché nessun giornalista scrive, come il Corriere della Sera e altri quotidiani importanti roba tipo: “scoperto il super diffusore che ha infettato decine di persone” riferendosi a un uomo d’affari che, ignaro di essere portatore sano, è andato ad alcuni meeting. Me lo lasci dire da cittadino e non da medico, chi mette titoli del genere sta incitando alla caccia all’untore e sta commettendo un’azione delinquenziale..."
"Si è parlato dei pipistrelli (cinesi anche loro) come possibili portatori che avrebbero infettato l’uomo.Le sembra possibile?" - "...La famiglia dei coronavirus è preistorica, i suoi ceppi datano oltre un miliardo di anni e convivono con molte famiglie animali, dai pesci ai mammiferi. I pipistrelli sono mammiferi situati in un peculiare incrocio fra habitat aereo, terrestre e acquatico. Ciò ne fa un “serbatoio concentrato” di agenti infettivi... Il loro sistema immunitario – come dimostrato recentemente dai ricercatori di Berkeley – è particolarmente efficiente, perciò essi selezionano varianti sempre più aggressive di agenti patogeni. Quindi sì, mi sembra assolutamente possibile. Del resto il passaggio di virus e batteri dagli animali all’uomo, in determinati contesti ecologico-evolutivi, è da considerarsi normale. I coronavirus possono provocare un banale raffreddore o evolvere in forme ben più gravi come nel caso della SARS, che comunque ebbe una letalità (rapporto tra contagiati e deceduti) 5 volte superiore al Nuovo Coronavirus..."
"...nei laboratori, militari e non solo, di mezzo mondo, in primis USA e Israele, si conserva il virus del vaiolo che, pure, l’OMS ha dichiarato estinto su questo pianeta fin dagli anni ’70?
E si manipola il batterio della peste per potenziarne la variante polmonare, ben più micidiale della storica “peste bubbonica”?...
"...sono terrorizzati a causa della grancassa dei mass media che, evidentemente, è molto più pericolosa di qualche “povero untorello” sui social. Il virus della paura si diffonde molto più velocemente del Nuovo Coronavirus..."

"...Il mito dell’efficienza della sanità lombarda è costruito intorno al concetto di produttività e di valore aggiunto, ovvero alla differenza tra il valore in ingresso (input) e il valore in uscita (output). Quand’anche si misurasse il prodotto in termini di unità fisiche (e non di valore) si troverebbe che il sistema lombardo è a più alto valore aggiunto di quello calabrese. Ma ciò non dimostra in modo incontrovertibile che la sanità lombarda sia migliore di quella calabrese, dimostra solo la sua maggiore redditività. A tutto ciò si potrebbe obiettare che il paziente non è un numero, che ogni caso ha una storia a sé, e che il malato è una persona e non va trattato come una unità statistica in un sistema massificato di valorizzazione. Ma non è questo il punto. Il punto è che il sistema sanitario è una tessera del sistema complessivo di benessere, e che l’avanzamento nella qualità della vita e nella sua durata sono un risultato diretto del sistema di protezione sociale complessivo. Sistema formato interamente dalle conquiste dei lavoratori nel corso del Novecento, e composto da: 1) diritto alla riduzione dell’orario e dei ritmi di lavoro; 2) diritto a luoghi di lavoro salubri e sicuri; 3) diritto ad una sana alimentazione; 4) diritto alla casa con bagno e acqua corrente e locali riscaldati e adeguati al numero degli occupanti; 5) diritto all’istruzione e alla conoscenza; 6) diritto alla pensione, eccetera. Un sistema sanitario, svincolato dal sistema di protezione sociale complessivo, nel migliore dei casi può solo tamponare le falle, mettere qualche toppa, sistemare qualche osso rotto, recidere un cancro o un’appendice infetta – e bisogna ringraziare i dottori e gli infermieri del servizio sanitario pubblico, i quali, tagliando e cucendo, talvolta senza interruzione, si accollano il compito di ricevere quei pazienti che la macchina della sanità privata accetta solo fin tanto che si realizza un ritorno del capitale investito..." - di Leo Essen - Coku

Da infettologo Basetti presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva: "...Non è vero che non abbiamo armi farmacologiche,ci sono una serie di farmaci usati dai colleghi cinesi che vengono usati per altre infezioni, come l'hiv, la malaria e l'ebola che funzionano anche contro questo virus... Abbiamo a che fare con un virus che non è letale ma si diffonde facilmente... Ogni anno quando affrontiamo l'epidemia influenzale abbiamo molteplici casi che finiscono in rianimazione ma a parte i medici nessuno lo sa e lo scrive..."

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