mercoledì 7 agosto 2019

pc 7 agosto - Al Campeggio Resistente NO MUOS - corrispondenza

Domenica 4 agosto abbiamo partecipato alla terza giornata del Campeggio Resistente No Muos a Niscemi – Contrada Ulmo.

Durante il campeggio di quest’anno sono state organizzate delle interessanti assemblee, in particolare sabato 3 agosto il tema discusso è stato “Guerra, militarizzazione e devastazione dei territori”, mentre la domenica, giornata conclusiva del campeggio, l’assemblea mattutina a cui abbiamo partecipato verteva su “Femminismo e anticapitalismo: un'unica lotta”.


La compagna che ha aperto l’assemblea ha spiegato due ragioni di essa:
1) provare a far sì che la lente del femminismo possa diventare una lente per ragionare anche sulle altre lotte, perché, e questo lo abbiamo ritenuto un passaggio importante, si pone la necessità di fase della formazione/analisi/ragionamento.
2) Aprire lo sguardo sul rapporto tra sfruttamento capitalistico e oppressione delle donne. Siamo nella fase della crisi del capitalismo (processo di produzione basato sul profitto), all’interno del quale vi è il lavoro riproduttivo e di cura che ricade sulle donne.
E’ necessario analizzare lo sfruttamento delle donne in questa società, quali lotte femministe?

Successivamente sono stati presentati da altre compagne rispettivamente i temi di 4 tavoli, “fortemente interconnessi tra di loro”, in cui si sarebbero divisi i partecipanti all’assemblea: Razzismo, violenza di genere, Sfruttamento dei territori/sfruttamento dei corpi, regolamentazione della sessualità.

Per ogni tavolo sono stati posti dalle compagne, in maggioranza giovani, alcuni concetti/parole chiave per il ragionamento/discussione. La scelta di partecipare ad un tavolo poteva essere dettata o dal fatto di avere fatto analisi/esperienza su uno dei temi o dal fatto di conoscere poco di quel tema e volere iniziare ad approcciarsi.

Sul razzismo
collegamento alle femministe americane nere degli anni 70 che hanno posto la questione del collegamento dell’oppressione patriarcale, dello sfruttamento di classe e dell’oppressione razzista;
concetto dell’intersezionalità non solo dal punto di vista del genere ma come relazione dinamica tra i diversi livelli di sfruttamento (classe, razza, sesso… ma si potrebbe allargare, vedi per es la disabilità ecc.),
mito dell’inferiorizzazione, in fase di crisi del capitalismo uno stupratore nero dà legittimità da un lato all’ideologia razzista e dall’altro alla violenza bianca
riproduzione sociale - donne bianche/donne migranti…

Su ecologia, sfruttamento dei territori/sfruttamento dei corpi
questione “ecologista” con una lente di genere
il collegamento tra i cambiamenti climatici e il moltiplicarsi delle oppressioni di popolazioni e degli spostamenti migratori, il cambiamento dinamico aumenta lo sfruttamento delle donne e sulle donne, l’80% dei migranti rifugiati climatici sono donne,
nelle lotte territoriali automatico protagonismo delle donne (America Latina), mamme No Muos, mamme Tamburi/Taranto, Val di Susa; diretto collegamento tra l’espropriazione della terra e il ruolo riproduttivo/ruolo delle donne nelle lotte
corpi/territori, il corpo delle donne luogo reale dell’espropriazione del diritto all’autodeterminazione… le grandi opere, espropriazione di territori/controllo sulla terra

Su violenza di genere
una premessa sui contesti militanti “liberi” dalla violenza di genere, riproduzione di comportamenti/linguaggi sessisti nella militanza dei compagni ma influenza anche nelle militanti donne,
sistematicità della violenza di genere legata alla società capitalista, neoliberista, imperialista, razzista,
violenza di genere strutturale,
genere, non solo donne ma anche LGBTQIA,
il femminicidio è la punta dell’iceberg ma le forme di violenza sono molteplici,
binarismo di genere come costrizione dei ruoli sessuali, divisione sessuale del lavoro, donne che rinunciano alle lotte per il lavoro di cura
Donne migranti – triplice sfruttamento
Stato di polizia/violenza sulle donne
Sciopero delle donne, riappropriarsi del significato dello sciopero (Nudm)
Appropriarsi della lente femminista per la trasformazione della società,
gli uomini quanto si assumono la lente femminista? Meccanismo di delega alle compagne/militanti donne

Regolamentazione della sessualità
il capitalismo modo di produzione ma anche di regolamentazione di vita,
“concessione” di diritti nel capitalismo ma per fare rientrare tutto dentro un nuovo controllo, “concessione” di spazi (vedi il quartiere San Berillo a Catania) ma il capitalismo li trasforma in contesti da sfruttare,
separazione delle lotte, dei diritti civili dai diritti sociali (In Israele sponsorizzata la libertà per i gay ma per mettere in luce l’omofobia palestinese…),
unire le lotte ma cambiare le prospettive con una lente trasversale, lavorare sulle basi materiali da cui nasce la regolamentazione della sessualità, se no è una lotta deviata

Abbiamo quindi partecipato al tavolo di violenza di genere misto con diverse compagne e alcuni compagni giovani ma anche lavoratrici, in particolare della scuola. Il dibattito è stato vivace con diversi interventi.

Tra gli interventi, una compagna anarchica di Palermo ha posto la necessità che negli ambienti militanti venga compresa bene la questione LGBT e il concetto del poliamore che non è promiscuità ma da contrapporre all’oppressione della famiglia monogamica.
Una compagna del Coordinamento No Muos che ha ribadito l’importanza di discutere di tali argomenti nel movimento No Muos, si è focalizzata sul concetto di autorità/autoritarismo all’interno dei movimenti e sulla necessità di recuperare la riflessione sulle pratiche di lotta anche in relazione alla violenza di genere.
Un compagno ha denunciato la questione dell’imposizione di ruoli anche all’interno dell’ambito militante. 
Una donna docente ha detto che a scuola la separazione dei ruoli sulla base della questione di genere ancora non è così palese tra gli studenti ma quando si esce fuori dalla scuola, nel mondo del lavoro per esempio, diventa chiaro… Come fare emergere la questione della violenza di genere nel mondo del lavoro? Con quali pratiche?

Il nostro intervento in rappresentanza del Mfpr/Lavoratrici Slai Cobas sc ha cercato di porre/sviluppare in breve in particolare alcuni punti: la questione della violenza di genere come questione sistemica/strutturale, il legame struttura-sovrastruttura, la violenza insita nel sistema capitalistico basato sulla violenza dello sfruttamento capitalistico fondato sullo sfruttamento del lavoro salariato e che per la maggioranza delle donne significa doppio sfruttamento e doppia oppressione, l’intreccio classe-genere, l’origine storicamente determinata della violenza di genere; in merito alla questione del “quali pratiche?” abbiamo portato esempi brevi sul lavoro che si fa verso e con le lavoratrici, spiegando che le lavoratrici spontaneamente spesso risultano antifemminste e la necessità invece che acquisiscano una coscienza di classe intrecciata alla coscienza di genere, le lavoratrici devono assumere un punto di vista femminista su tutte le questioni costruendo il proprio contingente politico autonomo, lo sciopero delle donne è utile in tal senso come arma di fase che pone sul tappeto la prospettiva rivoluzionaria della lotta delle donne che non può essere riformista ma deve mirare al rovesciamento del sistema al fine di una vera liberazione…, l’intervento delle lavoratrici nel movimento più ampio delle donne, rappresentato oggi in Italia da Nudm. 
La violenza dello stato di polizia/fatto accaduto al Pride di Palermo alla compagna Mfpr portata in questura in manette per avere diffuso un volantino contro il governo fascio-populista-sessista Salvini/lega/M5S. (un compagno ha espresso rammarico per non conoscere il fatto e ha ribadito la necessità dei collegamenti tra le varie realtà per ampliare in questo caso la solidarietà). I casi di Lavinia Cassaro, Giusi Rossi sono il concentrato della violenza sessista dello stato di polizia al servizio del moderno fascismo che avanza.
Il maschilismo nelle organizzazioni politiche e sindacali (alcuni esempi di come si è trattata la questione di delegati maschilisti nel sindacato, i compagni che politicamente fanno le riunioni "separate" per esempio sulla questione delle donne)

Alcuni concetti sono stati ripresi nel pannello di sintesi  che ogni tavolo alla fine ha
presentato, in particolare la questione della violenza come strutturale, lo sciopero come arma di fase, la doppia oppressione delle donne nella società capitalista (classe e genere) e il fatto che occorre lavorare con le lavoratrici sulla questione di genere perchè acquisiscano coscienza di classe e di genere.

Interessante l’intervento di un giovane compagno del CPO Colapesce di Catania sulla molteplicità delle forme di violenza sulle donne (violenze meno palesi o efferate) di cui la punta dell’iceberg sono sicuramente i femminicidi che incidono sulla classe.
Il discorso della violenza di genere non può che essere inserito nella questione di classe, la violenza di genere colpisce tutte le donne delle diverse classi, ma le donne proletarie sono le più colpite e su quelle occorre concentrarsi.
Occorre creare all’interno delle organizzazioni/contesti politici le condizioni adatte per sviluppare il protagonismo delle donne
La questione della lotta contro il linguaggio sessista non solo a livello di massa ma che si riproduce anche negli ambienti militanti.

La compagna che aveva introdotto questa assemblea su questo ultimo passaggio del “creare le condizioni“ si è detta anche d’accordo ma attenzione a non cadere nella trappola delle “quota rosa”.

Il compagno di proletari comunisti sulla questione del “creare le condizioni” coerentemente su basi materialistico-dialettiche, come frutto di una elaborazione teorica che nasce dalla pratica, ha riportato l’esperienza delle compagne militanti nei partiti rivoluzionari che guidano le guerre popolari come in India, Filippine, Turchia, il protagonismo di queste donne che fa paura alla borghesia che fa contro una propaganda negativa. Il sistema capitalista fa di tutto per non creare le condizioni per il protagonismo delle donne, delle proletarie…

La compagna anarchica collegandosi alle donne curde ha detto che la borghesia mette enfasi per esempio su questa lotta ma per darne un’immagine machista delle donne che scelgono di fare la lotta armata.

il passaggio delle donne che imbracciano la lotta armata rivoluzionaria, del creare le condizioni per il protagonismo delle donne, la questione dell'autoritarismo  nei movimenti sono stati altri  punti messi in evidenza nel pannello finale di sintesi del tavolo violenza di genere.

Alla fine della discussione dei tavoli vi è stata una breve assemblea plenaria in cui ogni tavolo ha riportato per mezzi dei pannelli di sintesi i diversi dibattiti.

Dal tavolo razzismo interessante il fatto che sia stato posto come necessario il rifiuto della logica assistenzialista verso i migranti ma l’organizzazione di lotte con, accanto i migranti, non solo diritti civili ma lotte impostate sulla questione della liberazione sociale.

Dal tavolo sulla regolamentazione dei ruoli sessualità è stata puntualizzata la questione dei diritti civili da non vedere come “contentini” (i pride come istituzionalizzazione sponsorizzata del capitalismo che ti ingabbia in quello “spazio”), la lotta per i diritti civili deve essere collegata alla lotta sociale.
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In chiusura l’assemblea ha posto questi punti:
la necessità di una comunicazione  più ampia tra le diverse realtà in lotta,
mettere al centro l’analisi e la lotta anticapitalista in ogni aspetto (guerra, femminismo, devastazione ambientale…),
questo campeggio è voluto essere un inizio di ragionamento che deve andare verso il che fare? necessità della formazione/analisi.

Inoltre, a conclusione: Collegare le lotte, supportare tutte le lotte territoriali nella regione, organizzare dei convegni al fine della costruzione di una iniziativa/manifestazione regionale.
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Il campeggio No Muos è stato fatto anche di altri momenti...

La “passeggiata” notturna  nelle strade adiacenti le recinzioni della base americana, è stato raggiunto il cancello 1 e al ritorno sono stati sparati fuochi in aria e dentro la base, sfidando l’ingente schieramento di forze dell’ordine che per tutti i tre gg ha cercato invano di intimidire i partecipanti al campeggio. 

Nel pomeriggio della domenica si è svolto nel paese di Niscemi il corteo di alcune centinaia di militanti che ha attraversato il paese (dove nei giorni precedenti erano stati fatti comizi in preparazione del corteo),  nell’ottica di parlare alla popolazione, certamente sfiduciata negli anni per via della repressione e del fatto che il Muos oggi c’è nella contrada, ma cui portare un messaggio chiaro che si tratta di una lotta da tenere viva e più ampia che deve mettere in discussione il sistema che produce morte, distruzione e guerra.



Insomma, un corteo militante e vivace come mantenimento di un costante presidio contro gli strumenti di guerra imperialista al servizio del Capitale.

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