la sindaca con il suo padrino politico |
"Gli insegnanti sono ostili agli amministratori leghisti". Ne è convinta Anna Cisinit, sindaco di Monfalcone, in provincia di Gorizia, storica roccaforte della sinistra passata poi alla Lega, che ha acceso con le sue dichiarazioni la polemica d'estate sull'eccessivo numero di docenti di sinistra presenti nella sua città. La prima cittadina, eletta tra le file del Carroccio, aveva già fissato al 45 per cento la percentuale massima di stranieri per classe nella scuola materna e aveva deciso di eliminare dalla biblioteca pubblica i quotidiani Il Manifesto e Avvenire. Ma ora si spinge oltre, puntando direttamente ai professori. "Con le loro ideologie – ha detto – avvelenano i giovani, osteggiando apertamente le scelte democratiche che gli italiani stanno manifestando verso gli amministratori della Lega", indicando anche una decina di segnalazioni di "preoccupazione e disagio" raccolte in due anni di mandato da genitori, studenti e anche dai docenti. Addirittura, stando a quanto riferito da Cisinit, un ragazzo sarebbe stato bullizzato perché non in linea con il sistema di sinistra.
Proprio per questo, avrebbe deciso di avviare una sorta di monitoraggio dei docenti per salvaguardare la crescita e la formazione degli alunni. "Da madre, ho sempre pensato che il valore aggiunto della scuola sia quello di dare ai ragazzi gli strumenti per formarsi uno spirito critico autonomo – ha precisato Cisinit -. Ma stare inerte di fronte a questo stato di cose sarebbe imperdonabile". Il compito di controllare quello che avviene nelle aule scolastiche spetterà al Garante per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che, attraverso un apposito "punto di ascolto riservato" valuterà ogni singolo caso e sceglierà se segnalarlo a sua volta agli organi di competenza, direttore scolastico o ministero. Tante le polemiche contro questa decisione. A tuonare contro il provvedimento è stato prima di tutto il Partito democratico: Debora Serracchiani ha definito in un tweet questa attività di monitoraggio "una caccia alle streghe contro i terribili insegnanti di sinistra che infestano le scuole pubbliche". "All'arroganza e alla boria leghista non c'è mai fine.
Ma Cisint, sindaco di Monfalcone, si è difesa, negando che si tratta di una "schedatura e di esperimenti di regime" e sottolineando che non è sua intenzione creare un clima di terrore e che anzi la politica dovrebbe restare fuori dalla scuola. "Il vero problema – ha concluso- è il clima di odio e intimidazione che attraverso i social si è scatenato da quando la nostra città ha deciso democraticamente di scegliere una strada diversa da un passato che i monfalconesi rifiutano. Questa delegittimazione già non è tollerabile quando la si fa sui social o nelle chiacchiere da bar. Se la si trasferisce all'interno delle scuole diventa inammissibile. Non è più libertà di insegnamento o di espressione, ma fomentazione dell'odio attraverso la strumentalizzazione dei giovani".
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