Riportiamo alcuni punti sull’incostituzionalità
del decreto tratti da un’intervista al costituzionalista Azzariti pubblicata
oggi sul quotidiano La Repubblica.
Proprio perché palesemente contro
la Costituzione, vogliamo mettere in risalto qui ancora una volta la funzione
del presidente Mattarella che, pur ravvisando violazioni, dice di essere
costretto dalla stessa costituzione a firmare la legge!
Vediamo: è vero che la
Costituzione prevede all’articolo 74 che dopo il rinvio della legge alle
Camere, se queste insistono la legge deve essere promulgata, MA Mattarella (proprio
come faceva Napolitano), non dice mai, come nessun altro politico borghese d’altronde,
che se non si è d’accordo su cose così importanti, addirittura la violazione
della Costituzione di cui il presidente è garante, SI MINACCIANO LE
DIMISSIONI O ADDIRITTURA CI SI DIMETTE, possibilità, questa, prevista dall’art.
86. E questo sì potrebbe riaprire la discussione su una legge fascista.
Ma, Mattarella nasconde la
sostanza dietro la forma! E così facendo continua a sostenere il governo
fasciopopulista.
***
Intervista Decreto Sicurezza
Azzariti: “Violata la Costituzione
in più punti. La solidarietà è un dovere, non può essere punita”
Provvedimento contraddittorio. Impone
il rispetto degli obblighi internazionali e poi li
contraddice, spiega il costituzionalista
contraddice, spiega il costituzionalista
ROMA "Un decreto che viola
la Carta in più punti" dice Gaetano Azzariti, costituzionalista della
Sapienza.
Domanda: Vede punti che
potrebbero portare al no del Capo dello Stato?
Risposta: "Vorrei
innanzitutto ricordare che il presidente, già per il primo decreto sicurezza,
scrisse una lettera in cui avvertiva la necessità "di sottolineare che
dovevano restare fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello
Stato, pur non espressamente richiamati nel testo normativo”.
D: E quindi?
R: “Il punto è proprio questo. Ove
il capo dello Stato dovesse ritenere che anche l’attuale decreto fosse in
contrasto con l’articolo 10 della Carta, quali il dovere inderogabile di solidarietà,
sussisterebbero tutti i presupposti per il rinvio del decreto alle Camere”.
D: Il capitolo sui migranti
viola la Carta?
R: “A mio parere il decreto da un
lato è contraddittorio e dall’altro, per alcuni profili, si pone in contrasto
con la Costituzione. Gli articoli 1 e 2 sui divieti d’ingresso, sulle multe e
sul sequestro delle navi, impongono il rispetto degli obblighi internazionali
ma, al tempo stesso, li contraddicono prevedendo limiti o divieti incompatibili
con il diritto del mare, nonché con la Costituzione.”
D: Ordinare multe salate, il
sequestro e la vendita delle navi non disincentiva del tutto i salvataggi?
R: “Ma le sembra possibile
prevedere sanzioni comminate nei confronti di atti doverosi? Spesso si dimentica
che gli obblighi di soccorso non trovano radici solo nel diritto
internazionale, ma anche in quel fondamentale dovere inderogabile di solidarietà
che la Costituzione impone e che le leggi sanzionano con reati tipo l’omissione
di soccorso”.
D: Ma questo reato vale per
gli italiani o pure per i migranti?
R: “La Costituzione si riferisce
alla persona umana, senza distinzioni di sesso, razza o provenienza geografica”.
D: La stretta sulle
manifestazioni non dà un potere enorme alla polizia e scoraggia la partecipazione?
R: “Faccio due osservazioni. La
prima è che già le norme attuali sono molto rigorose, per lo più predisposte
negli anni Settanta, ai tempi del terrorismo, quindi in una situazione di reale
emergenza. La seconda è che la Costituzione esprime un forte favore nei
confronti della partecipazione politica in piazza che dovrebbe essere
particolarmente sentita dai leader che si dichiarano populisti, ma che all’opposto
scrivono norme per governare in assenza di controllo del popolo a cominciare
dagli ostacoli posti alle manifestazioni. Interpreto così le pene già gravi per
la minaccia e la resistenza al pubblico ufficiale che potrebbero punire pure
forme verbali di dissenso e non azioni violente”.
D: Ritiene eccessivo il Daspo?
R: “L’uso del Daspo, nato
per casi specifici in ambito sportivo, sta diventando una misura limitativa
della libertà personale, che contrasta con l’articolo 13 della Carta. La consulta,
giusto la settimana scorsa, ha posto un freno ai daspo previsti dal precedente
decreto sicurezza sul divieto di prestazioni sanitarie”.
La Repubblica 6 agosto 2019
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