martedì 6 agosto 2019

pc 6 agosto - Il decreto fascista “sicurezza bis”, secondo il costituzionalista Azzariti, viola la Costituzione… ma Mattarella lo firmerà…

e invierà una lettera…!

Riportiamo alcuni punti sull’incostituzionalità del decreto tratti da un’intervista al costituzionalista Azzariti pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica.

Proprio perché palesemente contro la Costituzione, vogliamo mettere in risalto qui ancora una volta la funzione del presidente Mattarella che, pur ravvisando violazioni, dice di essere costretto dalla stessa costituzione a firmare la legge!

Vediamo: è vero che la Costituzione prevede all’articolo 74 che dopo il rinvio della legge alle Camere, se queste insistono la legge deve essere promulgata, MA Mattarella (proprio come faceva Napolitano), non dice mai, come nessun altro politico borghese d’altronde, che se non si è d’accordo su cose così importanti, addirittura la violazione della Costituzione di cui il presidente è garante, SI MINACCIANO LE DIMISSIONI O ADDIRITTURA CI SI DIMETTE, possibilità, questa, prevista dall’art. 86. E questo sì potrebbe riaprire la discussione su una legge fascista. 

Ma, Mattarella nasconde la sostanza dietro la forma! E così facendo continua a sostenere il governo fasciopopulista. 

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Intervista Decreto Sicurezza
Azzariti: “Violata la Costituzione in più punti. La solidarietà è un dovere, non può essere punita
Provvedimento contraddittorio. Impone il rispetto degli obblighi internazionali e poi li
contraddice, spiega il costituzionalista
ROMA "Un decreto che viola la Carta in più punti" dice Gaetano Azzariti, costituzionalista della Sapienza.

Domanda: Vede punti che potrebbero portare al no del Capo dello Stato?
Risposta: "Vorrei innanzitutto ricordare che il presidente, già per il primo decreto sicurezza, scrisse una lettera in cui avvertiva la necessità "di sottolineare che dovevano restare fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato, pur non espressamente richiamati nel testo normativo”.

D: E quindi?
R: “Il punto è proprio questo. Ove il capo dello Stato dovesse ritenere che anche l’attuale decreto fosse in contrasto con l’articolo 10 della Carta, quali il dovere inderogabile di solidarietà, sussisterebbero tutti i presupposti per il rinvio del decreto alle Camere”.

D: Il capitolo sui migranti viola la Carta?
R: “A mio parere il decreto da un lato è contraddittorio e dall’altro, per alcuni profili, si pone in contrasto con la Costituzione. Gli articoli 1 e 2 sui divieti d’ingresso, sulle multe e sul sequestro delle navi, impongono il rispetto degli obblighi internazionali ma, al tempo stesso, li contraddicono prevedendo limiti o divieti incompatibili con il diritto del mare, nonché con la Costituzione.”

D: Ordinare multe salate, il sequestro e la vendita delle navi non disincentiva del tutto i salvataggi?
R: “Ma le sembra possibile prevedere sanzioni comminate nei confronti di atti doverosi? Spesso si dimentica che gli obblighi di soccorso non trovano radici solo nel diritto internazionale, ma anche in quel fondamentale dovere inderogabile di solidarietà che la Costituzione impone e che le leggi sanzionano con reati tipo l’omissione di soccorso”.

D: Ma questo reato vale per gli italiani o pure per i migranti?
R: “La Costituzione si riferisce alla persona umana, senza distinzioni di sesso, razza o provenienza geografica”.

D: La stretta sulle manifestazioni non dà un potere enorme alla polizia e scoraggia la partecipazione?
R: “Faccio due osservazioni. La prima è che già le norme attuali sono molto rigorose, per lo più predisposte negli anni Settanta, ai tempi del terrorismo, quindi in una situazione di reale emergenza. La seconda è che la Costituzione esprime un forte favore nei confronti della partecipazione politica in piazza che dovrebbe essere particolarmente sentita dai leader che si dichiarano populisti, ma che all’opposto scrivono norme per governare in assenza di controllo del popolo a cominciare dagli ostacoli posti alle manifestazioni. Interpreto così le pene già gravi per la minaccia e la resistenza al pubblico ufficiale che potrebbero punire pure forme verbali di dissenso e non azioni violente”.

D: Ritiene eccessivo il Daspo?
R: “L’uso del Daspo, nato per casi specifici in ambito sportivo, sta diventando una misura limitativa della libertà personale, che contrasta con l’articolo 13 della Carta. La consulta, giusto la settimana scorsa, ha posto un freno ai daspo previsti dal precedente decreto sicurezza sul divieto di prestazioni sanitarie”.
La Repubblica 6 agosto 2019

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