lunedì 5 agosto 2019

pc 5 agosto - Reddito di inclusione e Bonus Famiglia «Norme discriminanti per gli immigrati»

Un'altra sentenza che mette in luce l'aspetto razzista dei provvedimenti del governo Salvini-Dimaio  
Le decisioni del Tribunale di Bergamo. Rinviato alla Corte costituzionale il Decreto legislativo sul Reddito di inclusione e contestata Regione Lombardia per la delibera sul Bonus Famiglia nella parte in cui si richiede, per i cittadini extracomunitari, la residenza in Lombardia da almeno cinque anni per entrambi i genitori.



Giovedì 1 agosto il Tribunale di Bergamo ha pubblicato il testo di due sentenze (Giudice del lavoro Monica Bertoncini) in materia di discriminazione nell’accesso a prestazioni di tipo sociale. Si tratta di due casi sostenuti dalla Cgil di Bergamo (Ufficio Migranti) in collaborazione con l’Associazione Studi giuridici sull’immigrazione (Asgi, avvocati Alberto Guariso e Ilaria Traina).

Il primo caso riguarda il decreto legislativo 147/2017 sul Reddito di inclusione (Rei) per la parte in cui si limita l’accesso alla prestazione, per i cittadini extracomunitari, ai soli possessori del permesso di soggiorno di lunga durata («Carta di soggiorno») non ritenendo sufficiente la presenza in Italia in condizione di regolarità. A questo riguardo si è interpellata la Corte costituzionale perché valuti la costituzionalità della misura così come configurata: il giudice ha ritenuto la norma in contrasto con diversi articoli della Costituzione e con le norme europee. A sostegno della sua decisione ha riportato anche importanti argomentazioni di tipo sociale in materia di contrasto alla povertà: «… il diritto a un’esistenza libera e dignitosa è oggi precondizione del lavoro e non viceversa …; la povertà è elemento ostativo al godimento di diritti fondamentali … che lo Stato cerca di contrastare attraverso il principio di solidarietà, anche economica, di cui all’articolo 2 della Costituizione; il permesso di lungo soggiorno va, di fatto, a penalizzare proprio i nuclei familiari più bisognosi, tradendo l’intento dichiarato dal legislatore … Infatti, molto spesso, i cittadini extracomunitari non riescono a richiedere il permesso di lungo soggiorno, in quanto titolari di un reddito inferiore a quello (pur basso) prescritto a tal fine dall’articolo 9 del Testo unico sull’immigrazione (che deve essere non inferiore all’assegno sociale, nel 2018, pari a 5.824 euro). Quindi, assai di frequente i cittadini extracomunitari sprovvisti del permesso di soggiorno di lungo periodo sono più poveri e più bisognosi di quelli che ne sono provvisti, ma nonostante ciò sono stati esclusi dalla possibilità di accedere ad una misura dichiaratamente finalizzata all’inserimento sociale ed all’affrancamento dalla povertà».

Il secondo caso tratta invece della misura regionale del Bonus Famiglia per la parte in cui si richiede, sempre per i cittadini extracomunitari, la residenza in Lombardia da almeno cinque anni per entrambi i genitori. Anche in questo caso la sentenza presenta, oltre a documentate argomentazioni giuridiche, interessanti riferimenti sociali e statistici: «In proposito è stato citato il dato statistico Istat, secondo cui «la propensione agli spostamenti interni degli stranieri è pari al 4,6% , più del doppio di quella dei cittadini italiani», ed è stato evidenziato che «per i cittadini extracomunitari, invece, la diversa residenza dei genitori è spesso la regola, essendo del tutto eccezionale il caso che l’intero nucleo familiare possa fare ingresso contemporaneamente sul territorio nazionale, ed essendo invece normale il caso di un coniuge che faccia ingresso in Italia separatamente dall’altro, il quale si ricongiunge in un secondo momento (ex articolo 29 Testo unico Immigrazione) spesso a distanza di tempo. Pertanto, sul piano normativo, un requisito di uniformità nella durata di residenza di entrambi i genitori assume carattere discriminatorio perché destinato a incidere quasi esclusivamente sugli stranieri, finendo per escludere numerose famiglie extracomunitarie, in condizioni di bisogno e di disagio».

Un’analoga sentenza, in materia di Bonus Bebè (Corte d’appello di Milano, su causa promossa sempre in collaborazione con Asgi), ha indotto Regione Lombardia a ripubblicare il bando e riaprire i termini per la domanda, limitando l’obbligo di residenza quinquennale ad un solo genitore. Analogamente ci si aspetta ora per il Bonus Famiglia.

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