L’assemblea approva e condivide
l’obbiettivo di costruire una nuova stagione di lotta e mobilitazione
che coinvolga tutti i lavoratori, le lavoratrici, i ceti più poveri
della popolazione, quanti sono impegnati nel conflitto sociale, per
esprimere tutto il proprio dissenso verso le politiche borghesi e per
cambiare con la lotta questo sistema.
Le
organizzazioni che hanno promosso l’assemblea e i partecipanti decidono
di impegnarsi per far diventare lo sciopero del 27 Ottobre l’occasione
per unificare le lotte in corso e avviare un ciclo di lotte adeguato a
contrastare le disuguaglianze prodotte dal sistema capitalistico e
rilanciare i conflitti in un percorso di costruzione di lotta di classe.
L’assemblea assume come obbiettivi per l’iniziativa dello sciopero quelli di:
• Aumentare salari e investimenti pubblici per ambiente e territorio, ridurre in modo generalizzato l’orario di lavoro;
• ristabilire l’età pensionabile a 60 anni di età o con 35 anni di contributi, abolendo la legge Fornero;
•
garantire il diritto universale alla salute, all'abitare, alla scuola,
alla mobilità pubblica e tutele reali di salario peri disoccupati;
•
contrastare la precarizzazione del lavoro generata dalle leggi
promulgate dai vari governi, l'ultima quella dello jobs act, che sono
strumenti formidabili di ricatto e di distruzione dei diritti
fondamentali, a partire dall'uso che ne fanno le istituzioni stesse e le
amministrazioni locali di ogni colore;
•
difendere il diritto di sciopero con l'abolizione delle leggi che lo
vincolano, rigettare l'accordo truffa del 10 gennaio 2014 sulla
rappresentanza;
L’assemblea
ribadisce l’impegno di lottare contro le politiche padronali e
governative per il rilancio della edilizia pubblica per rispondere alla
domanda dei lavoratori e dei ceti popolari e a difesa del diritto
universale alla casa a fianco di quanti stanno operando per affermare
concretamente questo diritto nei quartieri e nelle città.
Dopo
quello riuscitissimo del 16 è ripartito l'attacco al diritto di
sciopero con dichiarazioni politiche che anticipano interventi
legislativi per negare l’esercizio dello stesso; è indispensabile
ribellarsi alla volontà del padronato, del governo e di Cgil, Cisl, Uil
di riscrivere lo statuto dei lavoratori ed eliminare il diritto di
sciopero.
Nel rapporto con i
lavoratori e nelle assemblee deve essere inoltre rilanciato l’interesse
dei lavoratori e dei ceti popolari ad affermare politiche di contro le
guerre imperialiste per contrastare comportamenti xenofobi, ribadendo
che i padroni impongono a coloro che vengono da altri paesi, peggiori
condizioni di lavoro e di salario per imporre un abbassamento generale
del costo della forza lavoro fomentando guerre tra poveri. Il conflitto
deve essere, perciò, ricondotto contro chi sfrutta non contro chi è
parimenti sfruttato.
Momento
importante di lotta diventa anche il riconoscimento della cittadinanza a
coloro che sono nati in Italia. L’assemblea chiede l’approvazione
immediata della legge in discussione in Parlamento.
Il
27 Ottobre deve diventare l’occasione per unificare e rilanciare i
conflitti in un percorso di costruzione di lotta di classe.
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